La caduta del governo di Barnier in Francia domina le prime pagine dei giornali di oggi. “Caos in Francia – titola il Corriere della Sera -, cade il governo”. Il Manifesto: “Il re è solo”. La Repubblica: “Schiaffo a Macron”. Libero: “Macron è strabollito. La Francia nel caos”. Sul Corriere della Sera l’editoriale di Aldo Cazzullo: “La mozione di censura che ha obbligato Barnier a dimettersi segna la fine del macronismo – nell’anno che, nella fantasia del suo fondatore, doveva essere quello della consacrazione. Avanzare al centro ha funzionato per due elezioni presidenziali, ora non più”.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Caos Francia, cade il governo”. (Il Corriere della Sera)
“Caos Francia, ora il macronismo è morto: il senso di una stagione alla fine”. L’editoriale di Aldo Cazzullo: “La mozione di censura che ha obbligato Barnier a dimettersi segna la fine del macronismo – nell’anno che, nella fantasia del suo fondatore, doveva essere quello della consacrazione. Avanzare al centro ha funzionato per due elezioni presidenziali, ora non più”.
L’intervista a Luca Cordero di Montezemolo: “Perché Elkann non ha mai iniziato a fare il padrone occupandosi, giornalmente, della governance aziendale, l’insieme di regole e principi che disciplinano la gestione e la direzione di una impresa, lasciando campo libero a Tavares?”
“Francia, schiaffo a Macron”. (La Repubblica)
“La caduta di Barnier e l’incendio di Parigi”. L’editoriale di Piero Benassi: “La caduta del primo ministro Barnier dopo tre mesi dal sofferto compromesso che consentì a Macron di avere un governo con un’Assemblea nazionale divisa in tre tronconi “non dialoganti” tra sinistra radicale, centristi e destra lepenista manda in soffitta la celebrata stabilità istituzionale della Quinta Repubblica e apre uno scenario complesso con uno stallo che, se non superato velocemente, genera una crisi politica interna in Francia dai rari precedenti”.
L’intervista a Emma Bonino: “Sul fronte europeo temo la paralisi provocata dalle destre (…) Vedo Meloni ancora intrappolata dalla propaganda nazionalista che l’ha portata a palazzo Chigi con gli slogan del blocco navale, del ‘è finita la pacchia in Europa’, del no al Pnrr, delle critiche all’euro. Fatica a prendere atto della realtà: l’Italia ha bisogno di un’Unione più forte sia per la crescita e la sicurezza, sia per affrontare il tema epocale e strutturale dei migranti. Serve più Europa, da subito. Trump o non Trump il nostro futuro migliore è negli Stati Uniti d’Europa”.
L’intervista a Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia): “C’è chi soffia irresponsabilmente sul fuoco. Penso a Landini. Ma l’adesione allo sciopero nella scuola era al 6%. E questo perché noi riduciamo la disoccupazione, mentre lui incita alla rivolta sociale”.
“Francia ostaggio dei populisti”. (La Stampa)
L’editoriale di Giovanni Orsina: “La crisi strutturale delle democrazie”.
L’intervista a Giuseppe Conte: “Se si votasse domani, andremmo da soli”.
“Wall Street record, l’Europa insegue”. (Il Sole 24 Ore)
L’intervista a Francesco Boccia (Partito Democratico): “Non è accettabile questo approccio mercantile alla cultura: c’è chi ha scambiato le Università per Airbnb. Bisogna andare incontro ai bisogni di tutti – dai lavoratori che vogliono completare gli studi, alle famiglie meno abbienti, a chi vive lontano dalle città o ha disabilità – ma i corsi di laurea online sono spesso una scorciatoia. La risposta non è una riduzione della qualità dell’offerta formativa”.
“Cade il governo, Francia in tilt”. (Il Messaggero)
“Il contagio delle democrazie illiberali”. L’editoriale di Paolo Pambeni: “L’anomalo e per certi versi cervellotico tentativo di golpe del presidente della Corea del Sud si iscrive indubbiamente in un contesto peculiare. Tuttavia è significativo, sia pure quasi per paradosso, della crisi che attraversano i sistemi ispirati al costituzionalismo occidentale. Da questo punto di vista la Corea del Sud è emblematica: pur non facendo geograficamente parte dell’Occidente rappresenta uno dei casi tipici di esportazione riuscita, grazie agli americani, dei suoi modelli economici e politici, al punto da aver generato per questo una spaccatura del Paese per il prevalere al Nord del modello del comunismo antioccidentale nella sua versione più esasperata”.
“Volevano uccidere la premier Meloni”. (Il Giornale)
“Il re solo”. (Il Manifesto)
“Il moderatismo non fa da argine all’ultradestra”. L’editoriale di Marco Bascetta: “Il maledetto imbroglio orchestrato da Emmanuel Macron che accreditandosi come invalicabile argine contro l’estrema destra aveva invece finito col varare un governo interamente dipendente dai capricci e dalla volontà del Rassemblement national è rapidamente andato incontro alla sua inevitabile fine. Era prevedibile”.
“Governo ko: avviso di sfratto a Macron”. (Il Fatto Quotidiano)
“Il cretino di successo”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Se fosse vivo, Edvard Munch ritrarrebbe con una variazione sull’Urlo le facce stupefatte dei commentatori italioti che, non azzeccandone mai una, si meravigliano da anni per ciò che le persone normali trovano scontato e prevedibile. Ora, per dire, sono tutti lì con gli occhi sgranati e la bocca a culo di gallina per il tracollo del mitico governo di Michel Barnier, il noto frequentatore di se stesso”.
“Pizzo islamico per la Moschea”. (La Verità)
“Macron è strabollito. La Francia nel caos”. (Libero)
“Ecco il discorso che Emmanuel Macron non farà mai”. L’editoriale di Mario Sechi: “Oggi Emmanuel Macron parlerà alla nazione. Quello che dovrebbe dire è questo: ‘Miei compatrioti, ho provato in tutti i modi a dare un governo alla Francia, ho chiamato le elezioni anticipate proprio per favorire un chiarimento politico, ma non è arrivato, ho fallito prima con l’esecutivo Borne e poi con quello Barnier, infine ho capito qual è il problema, sono io l’ostacolo al nuovo inizio della politica del nostro Paese e dunque, con tutto il peso che questo comporta ma con l’onore di aver servito la Repubblica, mi dimetto e lascio la parola ai francesi'”.
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