L’ergastolo a Filippo Turetta e la guerra civile all’interno del Movimento 5 Stelle sono i due argomenti principali sulle prime pagine di oggi. “Giulia, ergastolo per Turetta” titola il Corriere della Sera. La Repubblica invece apre sul Movimento 5 Stelle: “La scissione di Grillo”. “Grillo fa il funerale ai 5 Stelle. Conte&C. trafficano sul voto” è invece l’apertura della Verità.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Giulia, ergastolo per Turetta”. (Il Corriere della Sera)
L’intervista al ministro della Difesa Guido Crosetto: “La vittoria di Trump ha dato ai russi la percezione di poter accelerare l’offensiva per poi sedersi al tavolo di pace rivendicando i territori occupati. Stanno cercando di fiaccare il popolo ucraino, non solo con le armi che minacciano di usare o l’assurdo ingaggio di 10 mila militari nord-coreani”.
L’intervista al ministro delle Imprese Adolfo Urso: “Elkann mi ha detto che ha il pieno mandato a chiudere con un piano Italia assertivo, chiaro e sostenibile. Gli ho esposto le nostre ‘linee rosse’, come ho fatto in Parlamento. Sono fiducioso che ora si possa fare. E poi insieme, da subito, in Europa, perché la soluzione passa dalla revisione delle folli regole imposte con una visione messianica del Green deal”.
“La scissione di Grillo”. (La Repubblica)
L’intervista a Francesco Silvestri (Movimento 5 Stelle): “Dopo 15 anni il M5s cammina da solo, questo va accettato. Non parlerò mai male di Beppe, penso solo che voglia chiudere il M5s e del resto lo ha detto in tutte le salse. Il voto ora è tra chi vuole questo e chi sta strutturando il Movimento per i prossimi 15 anni. Poi c’è chi spera che l’astensione per far fallire il quorum possa cambiare le cose ed è davvero brutto per la nostra storia”.
L’intervista a Gino Cecchettin: “Non ho competenze in giurisprudenza, come posso dire se la pena sia giusta o meno? Filippo ha fatto un errore grave e deve pagare. Se pensassi in modo negativo, direi che una sentenza giusta non c’è: qualsiasi decisione è insufficiente. Ma se ragioni da cittadino che si adegua alle norme, rispetti la decisione del giudice”.
“Stellantis, il governo apre: in manovra aiuti all’auto”. (La Stampa)
“Irpef e Ires, il governo dà il via libera alla riforma per professionisti e imprese”. (Il Sole 24 Ore)
“Turetta, ergastolo senza crudeltà”. (Il Messaggero)
“Stellantis e i silenzi della sinistra”. L’editoriale di Mario Ajello: “C’è un particolare non irrilevante che impressiona nella vicenda Stellantis. Si tratta dello scarso protagonismo del maggior partito di opposizione e del blando interventismo del sindacato in quella che è una delle maggiori crisi industriali dell’Italia nella storia recente. Stride la grandezza del problema relativo alla casa automobilistica che ha rappresentato dai primi del ‘900 il cuore del nostro sistema, e lo scarso allarme – giusto un invito a Giorgia Meloni ad andare in Parlamento a riferire le intenzioni del governo – che il Pd e la Cgil sembrano avvertire rispetto a una questione che riguarda la vita delle persone e il loro lavoro, la stabilità sociale del nostro Paese e la sua produttività perché l’automotive è un settore cruciale nell’esistenza di una nazione o almeno della nostra. Ma anche della Germania, dove il collasso della Volkswagen sta concentrando tutto il dibattito pubblico da parte di tutti e sta assorbendo le energie di ogni parte politica e sindacale”.
“Auto elettrica, si cambia”. (Il Giornale)
“Sindrome siriana”. (Il Manifesto)
“Autonomia rasa al suolo: la Lega non potrà rifarla”. (Il Fatto Quotidiano)
“Grave, ma non Siria”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Per chi concepisce la geopolitica come un’eterna lotta fra il Bene e il Male, la Siria rimette le cose al loro posto: cioè nel caos più totale. Dove il più pulito ha la rogna. Assad. Bashar, erede della dinastia che tiranneggia la Siria da 50 anni, rappresenta la setta sciita “alawita”. Ed è alleato di Russia, Iran e Cina contro Usa, Turchia, Israele e regimi sunniti d’Arabia”.
“Grillo fa il funerale ai 5 Stelle. Conte&C. trafficano sul voto”. (La Verità)
“Ecco cosa fanno leggere al Papa”. (Libero)
“Il funerale show di Beppe Grillo al centrosinistra”. L’editoriale di Daniele Capezzone: “Guardate con attenzione dentro il carro funebre guidato ieri da Beppe Grillo. Avete visto bene? Non c’è una sola bara, ma – malamente accatastate una sull’altra – ce ne sono due, una più piccola e l’altra più grossa e ingombrante. Quella meno grande è facile da individuare: è la cassa di legno dove giace il vecchio Movimento 5 Stelle ormai rimasto nelle mani di Giuseppe Conte. Con un macabro sfregio, Grillo ha scagliato un vero e proprio anatema ai danni delle creature che hanno osato ribellarsi contro di lui”.