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L’EDICOLA, Il Corriere: “Kiev, il dialogo Usa-Russia”. Repubblica: “È polmonite bilaterale, ansia per il Papa”. Libero: “Il Pd dichiara guerra agli Usa”

Il primo incontro a Riad, in Arabia Saudita, fra le delegazioni di Russia e Stati Uniti per discutere della guerra in Ucraina e le preoccupanti condizioni di Papa Francesco sono le due notizie principali in apertura sui quotidiani di oggi. “Kiev, il dialogo Usa-Russia”, titola Il Corriere della Sera. “È polmonite bilaterale, ansia per il Papa”, è l’apertura di Repubblica. “Il Pd dichiara guerra agli Usa”, titola invece Libero.

Ecco la rassegna stampa di oggi:

“Kiev, il dialogo Usa-Russia” (Il Corriere della Sera).

“Il metodo imperiale di Trump”. L’editoriale di Sabino Cassese: “Un presidente scatenato, che moltiplica le sue aggressioni all’interno, licenziando funzionari e sopprimendo organismi, e all’estero, uscendo da organi multilaterali, imponendo dazi alle importazioni e accampando pretese territoriali. Un vice presidente che fa appello a nazionalismo e populismo. Un segretario di Stato che dichiara obsoleto l’ordine internazionale. Tutto questo con una mistura di mercantilismo e di capitalismo predatorio, con grande gusto teatrale, muovendosi su un palcoscenico universale e senza quella compostezza nell’uso del potere che è propria della tradizione regale dei capi di Stato, di cui l’ultimo esempio è stata la regina Elisabetta II d’Inghilterra”.

“Riad, patto Usa-Russia. La rabbia di Zelensky” (La Stampa).

L’intervista al presidente israeliano Isaac Herzog: “L’Italia esercita una forte influenza nel nostro Paese e siamo attenti ai sentimenti italiani perché le riconosciamo di essere aperta e franca nei nostri confronti. Può criticare Israele, come è legittimo tra amici. Ma offre anche un enorme sostegno in nome della chiarezza morale che nasce dal fatto che in Israele stiamo difendendo il mondo occidentale e libero. Siamo in prima linea sul fronte dello scontro di civiltà e di valori”.

L’intervista all’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza: “Il fatto che Macron abbia dovuto convocare in fretta e furia un vertice bis con tutti gli esclusi dal primo incontro la dice lunga sul fallimento dell’operazione. La verità è che per soddisfare il proprio ego, Macron ha umiliato le nazioni più esposte alla pressione russa e certificato l’assenza di una posizione europea unitaria. Un assist perfetto proprio per chi sostiene l’inutilità di avere l’Europa al tavolo. Di fronte a questo harakiri la sinistra attacca la Meloni che cercava di evitarlo. Surreale”.

L’intervista al responsabile Esteri del Partito democratico Giuseppe Provenzano: “Giorgia Meloni sta vivendo una scissione tra l’interesse dell’Italia e dove la porta il cuore, anzi la fiamma. Meloni è a suo agio da Vox o con Orban, e non all’Eliseo, cioè con i nostri alleati naturali. Venga in Parlamento a dirci dove vuole collocare l’Italia: dalla parte di chi vuole rilanciare l’Europa o da quella di chi, dall’interno e dall’esterno, la vuole picconare?”.

“È polmonite bilaterale, ansia per il Papa” (La Repubblica).

“Le condizioni dello zar”. L’editoriale di Maurizio Molinari: “Nel negoziato Usa-Russia sull’Ucraina che si è aperto a Riad l’amministrazione Trump si trova di fronte alle due condizioni fondamentali poste da Mosca per raggiungere un’intesa: l’accordo dovrà essere definitivo sui confini fra i due Paesi e non dovranno esserci truppe appartenenti a Nato o Ue sul territorio di Kiev”.

L’intervista all’eurodeputata del Partito democratico Pina Picierno: “Dal governo vedo una grande sottovalutazione della questione russa, forse perché all’interno della maggioranza c’è un partito, la Lega, che è filo-putiniano. Le parole espresse dal capogruppo Cinquestelle Riccardo Ricciardi sono inopportune e sbagliate. Sicuramente M5s e Lega la pensano allo stesso modo. M5s vuole un’Europa debolissima tra potenze forti e anche in questo caso sono in ottima compagnia della Lega e dei sovranisti di Orban. Una posizione di retroguardia”.

“Controlli e cartelle, record d’incassi. Bonus e Iva: stop a frodi per 5,8 miliardi” (Il Sole 24 Ore).

“Usa e Russia si parlano: tregua, elezioni e pace” (Il Fatto Quotidiano).

“Riflessi prontissimi”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Delle tre l’una: o il presidente Mattarella s’è reso conto di averla fatta grossa, paragonando al Terzo Reich la Russia che combatté e sconfisse il Terzo Reich mentre l’Italia stava con il Terzo Reich; o ha finalmente saputo che l’Ucraina ha perso la guerra e noi con lei”.

L’intervista al presidente del M5s Giuseppe Conte: “Giorgia Meloni non può criticare Donald Trump, è completamente ingessata, anche se questo non riguarda solo lei. Tutti i Paesi europei sono afoni, ma lei di più”. Sul vertice all’Eliseo, Conte ha dichiarato: “Il dato politico è che è stato un vertice convocato in fretta e in furia, come risposta agli Stati Uniti che escludono l’Europa dai negoziati sull’Ucraina. Ma è stata una riunione improvvisata, convocata senza un formato prestabilito con l’irruenza tipica di Macron: chi passava entrava.La crisi ucraina va avanti da tre anni, e ora si preannuncia una soluzione, un paradosso per chi ha tifato per la guerra”.

“Usa e Russia licenziano Zelensky” (La Verità).

“Il Papa si aggrava: polmonite bilaterale” (Il Giornale).

“Mosca-Usa, il dialogo irrita Kiev” (Il Messaggero).

“All’Europa serve realismo, non paura”. L’editoriale di Ferdinando Adornato: “Sarà meglio che l’Unione europea superi in fretta l’inconcludente vertice di Parigi. L’aggressiva concitazione con la quale Trump ha affrontato la “questione Ucraina” ha infatti contagiato l’Ue, determinando tra i suoi leader un nervosismo che non aiuta a ragionare. Che l’Occidente corra il drammatico rischio di dividersi, rompendo l’alleanza che ha governato il mondo dalla Seconda guerra mondiale, è una possibilità che incombe minacciosa. Ma, se le parole hanno un senso, si tratta per ora, appunto, solo di un rischio, non di una certezza. Viceversa alcuni la valutano come una rottura già avvenuta, un irreversibile divorzio senza “giusta causa”. Ipotesi che, in Italia, induce Elly Schlein a incalzare Giorgia Meloni “tu da che parte stai?”, con gli Usa o con l’Europa?”.

“Il Pd dichiara guerra agli Usa” (Libero).

“Chi sono i nemici dell’interesse nazionale”. L’editoriale di Mario Sechi: “Quando bisogna decidere sulle cose che contano nello scenario internazionale la sinistra non delude mai, nel senso che si fa trovare impreparata a tutto. Elly Schlein chiede a Meloni da che parte sta (e dopo tre annidi guerra dovrebbe essere chiaro) ma non sa con chi sta il Pd: vuole la pace (come tutti), sta con l’Ucraina ma non vuole armarla, di certo è contro Trump e dunque il principale partito d’opposizione d’Italia è avversario dell’America”.

“Tavolo riservato” (Il Manifesto).

“Vertice sull’Ucraina senza l’Ucraina. Patto Trump-Putin contro Zelensky” (Domani).

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Giuseppe Avico