L'EDICOLA, Il Corriere: "Kiev, la tregua debole di Putin". La Stampa: "Trump-Putin, business sulla pace". Libero: "Putin tratta, l'Europa no" - Blitz Quotidiano
La notizia principale di oggi in apertura sui quotidiani è quella relativa alla telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Trump e quello russo Putin per trovare un accordo fra Russia e Ucraina. Putin offre la sospensione di 30 giorni degli attacchi alle infrastrutture energetiche, ma chiede anche che in quel periodo l’Ucraina non riceva nuove armi dai Paesi che la sostengono. “Trump-Putin, business sulla pace”, titola La Stampa. “Kiev, la tregua debole di Putin”, è l’apertura del Corriere della Sera. “Putin tratta, l’Europa no”, è invece la prima pagina di Libero.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Kiev, la tregua debole di Putin” (Il Corriere della Sera).
“L’Europa e le armi”. L’editoriale di Angelo Panebianco: “In nome dell’Europa contro l’Europa. E se l’Italia, uno dei Paesi fondatori dell’Unione, fosse pronta a sfilarsi, a dire «non ci sto», di fronte al tentativo in atto di creare un sistema di deterrenza europea? I risultati del sondaggio che Nando Pagnoncelli ha pubblicato sul Corriere (15 marzo) sono eloquenti. Solo il 32 per cento degli italiani appoggia Kiev”.
L’intervista a Dmitri Suslov, docente tra i più ascoltati consiglieri di politica estera del Cremlino: “La cosa più importante è che entrambe le parti rimangono impegnate a risolvere il conflitto ucraino bilateralmente, questa è la parola chiave. C’è la chiara volontà politica di Trump e Putin di portare avanti la cooperazione russo-americana non solo sull’Ucraina ma anche sull’agenda complessiva dei nostri rapporti. Lo stop agli attacchi alle infrastrutture energetiche è un gesto di buona volontà del presidente russo verso Trump, per consentirgli di giustificare il suo approccio che la cooperazione con Mosca paga. Oggettivamente l’Ucraina ha sofferto di più gli attacchi a questo tipo di strutture e la tregua parziale ha senso, anche per dimostrare che c’è un progresso”.
“Trump-Putin, business sulla pace” (La Stampa).
“Senza tregua” (La Repubblica).
Le parole dei sindaci di Firenze e Bologna Sara Funaro e Matteo Lepore: “Le città di Bologna e Firenze, come tante altre realtà europee, sono chiamate a un ruolo fondamentale nel rafforzamento dell’Unione Europea. Oggi, più che mai, sentiamo l’urgenza di impegnarci a promuovere e difendere i valori che ci hanno uniti in questi decenni. Per questo, rispondendo all’appello lanciato da Michele Serra, abbiamo deciso di organizzare una nuova edizione della manifestazione ‘Una piazza per l’Europa’, che, dopo la bella giornata di Roma, vuole rappresentare una nuova occasione di confronto e mobilitazione. La manifestazione si terrà a Bologna il prossimo 5 aprile”.
L’intervista a Fiona Hill, ex direttrice per l’Europa nel Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca nel primo mandato di Trump: “Il capo del Cremlino ha ottenuto quello che voleva. Il sistema di sicurezza nato dalla Prima e dalla Seconda Guerra Mondiale è finito. Gli europei sono minacciati insieme da Russia, Usa e Cina: se non capiscono che è arrivato il momento di costruire le loro difese, le conseguenze saranno molto tetre. La telefonata tra i leader, a giudicare dai due comunicati, non è stata molto soddisfacente per la Casa Bianca. Putin ripete le sue posizioni massimalistiche, come la fine degli aiuti militari e di intelligence a Zelensky. Considerando che Trump aveva già in mano l’accordo sulla tregua con l’Ucraina, probabilmente si aspettava di convincerlo. Ma non si capisce usando quale leva, a parte cedere Kiev. Quello in corso sembra più che altro un negoziato personale tra loro due, per definire le relazioni bilaterali, sulla testa degli ucraini e degli europei”.
“Ucraina, la tregua parziale” (Il Messaggero).
“E adesso si apre uno spazio per l’Europa”. L’editoriale di Ferdinando Adornato: “Non ha precedenti nella storia una telefonata così tanto attesa, con il fiato sospeso, da tutto il mondo. Forse basta questo a dar conto del grande cambiamento in corso nell’ordine mondiale: con la vistosa personalizzazione di un confronto mirato a decidere il destino di una nazione e, di fatto, di un intero continente”.
L’intervista all’ambasciatore Stefano Stefanini: “La guerra continua, però in parallelo si può negoziare. E se poi si arriverà a un negoziato diretto ucraino-russo, il progresso sarà notevole. La telefonata Trump-Putin apre alla diplomazia una porta che finora era chiusa. Il risultato è molto inferiore alle aspettative, non solo del pubblico italiano ma quelle dei due leader. Però è un risultato concreto. Inoltre, riprende la collaborazione internazionale tra Russia e Usa su altri scacchieri, come l’Iran”.
L’intervista al presidente del Partito democrativo Stefano Bonaccini: “Il merito di aver trovato una quadra nel Pd è di tutti. Ed è la dimostrazione che le posizioni erano molto più vicine di quello che si è detto. Sono due anni, da quando Elly è segretaria, che lavoriamo assieme per tenere unito il Pd, memori delle troppe divisioni avvenute in passato. Tutto il Pd chiede una difesa comune europea, anziché il riarmo dei singoli Stati senza condizionalità di convergenza. Abbiamo indicato con chiarezza tutte le cose che vanno corrette del piano von der Leyen e abbiamo chiesto al governo di esprimersi con altrettanta chiarezza. Ma è proprio il punto su cui la destra va in difficoltà, perché gli opposti sovranismi di Meloni e Salvini impediscono di investire sull’Europa e perché entrambi non riescono a prendere le distanze dalle irresponsabili politiche di Trump, dazi compresi. Abbiamo un governo senza una chiara e autorevole politica estera”.
“Piazza Affari ai massimi dal 2007” (Il Sole 24 Ore).
“Telefonata Trump-Putin: prima tregua in Ucraina” (Il Giornale).
“Trump-Putin: tregua energetica in Ucraina e niente più armi Usa” (Il Fatto Quotidiano).
“Guardoni e cornuti”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Cosa facevano ieri i nostri governi – quello europeo e quello italiano – mentre Trump e Putin discutevano come chiudere la guerra in Ucraina? Parlavano d’altro, perché non contano nulla e non hanno una posizione su niente. Guardoni e cornuti, sempre gli ultimi a sapere le cose. Mentre i protagonisti parlano di pace, i governi europei parlano di guerra”.
“Fossa comune” (Il Manifesto).
“Trump fa la pace con Putin. Ursula prepara la guerra” (La Verità).
“Putin tratta, l’Europa no” (Libero).
“Il telefono rosso e l’infantilismo dei leader europei”. L’editoriale di Mario Sechi: “Il telefono rosso tra la Casa Bianca e il Cremlino si è riattivato, Trump ha parlato con Putin, il presidente russo tratta. La notizia non è ancora quella dei cannoni che smettono di tuonare, ma la pax trumpiana avanza, nonostante i paletti posti da Mosca e da Kiev e gli infantilismi dei leader europei che anche ieri hanno toccato livelli tragicomici. Mentre Trump e Putin discutevano alcuni primi elementi per un cessate il fuoco, Emmanuel Macron e Olaf Scholz dichiaravano che continueranno a fornire armi”.
“Centrali elettriche, armi e prigionieri. La piccola tregua di Trump e Putin” (Domani).