L'EDICOLA, Il Corriere: "Kiev, primi passi per la tregua". Repubblica: "Europei parassiti". Il Fatto: "Visibilia, altra furbata: salvata coi fondi Covid" - Blitz Quotidiano
Oggi in apertura sui quotidiani ci sono diverse notizie: la trattativa per una tregua fra Russia e Ucraina, le critiche all’Europa del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la discussione sui dazi e la vicenda processuale della ministra del Turismo Daniela Santanchè. “Kiev, primi passi per la tregua”, titola Il Corriere della Sera. “Europei parassiti”, è l’apertura di Repubblica. “Visibilia, altra furbata: salvata coi fondi Covid”, è invece la prima pagina del Fatto Quotidiano.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Kiev, primi passi per la tregua” (Il Corriere della Sera).
“L’ultimo treno per l’Europa”. L’editoriale di Giuseppe Sarcina: “I leader europei stanno provando seriamente a inserirsi nel negoziato sulla guerra in Ucraina. Forse è l’ultimo tentativo, l’ultimo treno a nostra disposizione. Il confronto tra i governi, di per sé, non è mai semplice. Ma ora tutte le ipotesi, tutti gli scenari sono condizionati dal «fattore T», cioè dalle scelte più o meno umorali di Donald Trump. Proprio per questo oggi l’avversario numero uno dell’Europa è il clima di fatalismo, di impotenza che si è venuto a creare. L’Italia è un caso esemplare”.
“I dazi mettono in crisi l’alleanza con gli Usa (La Stampa).
L’intervista al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Gli Stati Uniti e l’Europa devono guardare al comune interesse e tenere conto della loro alleanza strategica. Tra i valori che li uniscono c’è anche quello del mercato. La storia insegna che quando gli interessi economici sono convergenti, anche le criticità nei rapporti tra Paesi è minore. Ora stiamo cercando di trovare un punto di equilibrio. Ma il Wto, che in passato era l’organismo deputato a garantire quell’equilibrio, non è più in grado di regolare dinamiche di mercato mondiali. L’Ue è l’unica titolata a trattare su questo fronte e noi sosteniamo pienamente il commissario Maroš Šefčovič, che ora è a Washington per negoziare. L’importante è che quel tavolo non si trasformi in un moltiplicatore di aggressività. Si deve trovare un compromesso virtuoso, perché solo il mercato comune può renderci entrambi più forti”.
L’intervista all’ex ministra della Difesa Roberta Pinotti: “C’è un maschilismo profondo nella politica e nei luoghi di potere in cui si assumono le decisioni. Riguarda tutti i partiti: anche il Pd. Non so a quali episodi faccia riferimento Elly Schlein ma non stento a crederlo. Il retropensiero che la politica sia una roba da uomini resiste, magari non esplicitato ma radicato. Potrei fare un elenco lungo così di episodi che sono accaduti a me personalmente. Sarà stato il ’98-’99: chiedo di partecipare a una Festa dell’Unità a un dibattito sui temi del lavoro e delle aziende. Mi rispondono: meglio che ti occupi di scuola e sociale. Nel 2001 ero segretaria del partito a Genova e il mio nome era tra quelli proposti per il Parlamento. Ma alcuni uomini che volevano fare altre scelte mandano avanti una donna a dire in una riunione ufficiale: non hai senso del limite perché vuoi candidarti mentre sei incinta”.
“Europei parassiti” (La Repubblica).
“Trump, il presidente tiranno”. L’editoriale di Massimo Recalcati: “La sua leadership anti-democratica non assomiglia a quelle, già tristemente conosciute, del despota o del rivoluzionario spietato. Si tratta piuttosto di un ibrido inquietante”.
L’intervista al leader della Cgil Maurizio Landini: “La sicurezza non la porta il riarmo, ma il lavoro, i diritti e lo stato sociale. La logica della guerra sta prevalendo dentro a un quadro inedito e spaventoso. L’esistenza stessa dell’Europa è a rischio. La Cgil da sempre è schierata per lavoro, pace, democrazia e difesa dello stato sociale. Servono politiche europee comuni su difesa, economia, fisco, politiche industriale, tutela dell’occupazione. Perché la guerra poi la pagano i lavoratori e i cittadini. Ecco perché chiamiamo anche i sindaci. Perché temiamo, come loro, che il riarmo tagli la spesa sociale e i servizi. Per noi è inaccettabile. La sicurezza non la fanno le armi, ma il lavoro e i diritti. Soprattutto senza un disegno di difesa comune a livello europeo”.
“Irpef, stop del Governo ai maxi acconti. Riforma fiscale, quattro mesi in più” (Il Sole 24 Ore).
“Ucraina, tregua nel Mar Nero” (Il Messaggero).
“Oltre gli Usa esiste un mondo”. L’editoriale di Romano Prodi: “Il disorientamento regna sovrano: a partire dagli Stati Uniti, che l’hanno provocato, per passare a tutti gli altri paesi che ne dovranno trarre le conseguenze. Lasciando da parte l’importante capitolo del possibile accordo sulla fine della guerra di Ucraina, non esistono ancora idonee strategie alternative nel campo economico”.
L’intervista al cardinale Gianfranco Ravasi: “Papa Francesco in questo momento certamente fatica a parlare eppure sono sicuro che trasmetterà messaggi persino con il suo silenzio. La comunicazione non è fatta solo di suoni. Non è solo verbale. Uno sguardo negli occhi può raccontare tantissimo. E poi c’è il silenzio che non sempre riceve la giusta collocazione sebbene faccia parte, a tutti gli effetti, della comunicazione. Esiste il silenzio eloquente che può valere dieci verbosi discorsi per esempio. E poi vi è la comunicazione del corpo. E poi ci sono i messaggi visivi negli stessi limiti della persona. È possibile realizzare grandi cose nonostante forti impedimenti personali”.
“Follia Pd: Ai figli solo il cognome della madre” (Il Giornale).
“Piano di riserva” (Il Manifesto).
“Visibilia, altra furbata: salvata coi fondi Covid” (Il Fatto Quotidiano).
“Tank Show”. L’editoriale di Marco Travaglio: “C’è un’aria, un’aria, ma un’aria… che manca l’aria” cantava Gaber in un pezzo memorabile sulla cosiddetta informazione. È la solita arietta di pensiero unico e conformismo forzato, che ogni tanto torna. Come negli anni d’oro di B., nel triennio renziano e sotto i governi dei due Super Mario (Monti e Draghi)”.
“Primo accordo di pace in Ucraina” (La Verità).
“Prodi ha mentito. Ecco la prova video” (Libero).
“Tregua sul Mar Nero tra Kiev e Mosca. Scandalo chat, Trump difende i suoi” (Domani).