
L'EDICOLA, Il Corriere: "Le Pen condannata, addio all'Eliseo". La Stampa: "Le Pen, rivolta sovranista". Libero: "Ghigliottinata la destra" - Blitz Quotidiano
La principale notizia di oggi in apertura sui quotidiani è quella relativa alla condanna della leader del partito di estrema destra Rassemblement National Marine Le Pen a quattro anni di carcere e a cinque anni di ineleggibilità per appropriazione indebita di fondi pubblici del Parlamento europeo. “Le Pen, rivolta sovranista”, titola La Stampa. “Le Pen condannata, addio all’Eliseo”, è l’apertura del Corriere della Sera. “Ghigliottinata la destra”, è invece la prima pagina di Libero.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Le Pen condannata, addio all’Eliseo” (Il Corriere della Sera).
“I dazi di Trump? Reagire e trattare”. L’editoriale di Carlo Cottarelli: “Ci siamo. Il giorno dei dazi, quello che segnerà la rinascita dell’America secondo il presidente Trump, è arrivato. E il nostro continente dovrà decidere come rispondere a quello che percepiamo, a ragione, come un attacco immotivato. Come ha giustamente notato su queste colonne qualche giorno fa Francesco Giavazzi, la risposta va inquadrata anche dal punto di vista macroeconomico”.
L’intervista al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: “Dobbiamo scongiurare l’escalation che accrescerebbe il danno. Bene fa la Commissione europea a riflettere prima di reagire. Ci vuole più fantasia nel reagire con altri strumenti che non siano solo i dazi. È necessaria una nuova politica industriale europea che restituisca competitività alle nostre imprese e tenga conto dei nuovi fattori geopolitici. In Italia anche noi siamo preoccupati ma non rassegnati. La politica commerciale è competenza esclusiva della Commissione a cui chiediamo cautela, responsabilità e lungimiranza. Da parte nostra, abbiamo sviluppato con il ministero degli Esteri un piano d’azione per indirizzare e supportare le nostre imprese esportatrici nei mercati aperti e in crescita: nell’Indopacifico, in Africa e nella Penisola Arabica, ma anche nell’area del Mercosur. Dobbiamo prenderne atto: siamo in una nuova era, in cui la competizione sarà tra aree regionali”.
“Le Pen, rivolta sovranista” (La Stampa).
“Le Pen, fine della corsa” (Repubblica).
L’intervista a Paolo Borchia, capo delegazione della Lega all’Europarlamento: “Mi pare evidente ci sia una tendenza ad attaccare, con mezzi giudiziari, chi pensa a una Europa diversa rispetto ai desiderata dei vertici che la governano oggi. Se facciamo una riflessione, la vicenda Le Pen ricorda molto quanto accaduto a Matteo Salvini o a Calin Georgescu in Romania: mi pare evidente si voglia utilizzare la
magistratura per fini elettorali. Questa sentenza presenta più ombre che luci. Anche in questo caso, non c’è stato alcun arricchimento personale e la condanna è abnorme anche nella parte della ineleggibilità. Comunque siamo solidali con lei e chiederemo che anche il
Parlamento europeo dia piena solidarietà perché quanto accaduto in Francia è un precedente molto pericoloso”.
L’intervista al leader di Italia Viva e senatore Matteo Renzi: “Carlo Calenda ha giudicato Meloni una statista internazionale, io la ritengo un’influencer non all’altezza di guidare l’Italia. È stata un’operazione di chiarezza: con Calenda non siamo divisi da differenze
caratteriali, ma dal giudizio sulla premier. Mi ha colpito l’ovazione che le hanno tributato i delegati: quell’applauso ci divide. Loro pensano che in politica estera lei sia bravissima, io penso che sia un’incapace anche in politica interna. Nel 2027, quando si andrà al voto, sarà un referendum su di lei: non ci possiamo dividere nel centrosinistra. Se lo facciamo ancora, come nel 2022, rivincono loro. Io lavoro per l’alternativa”.
“Stop a Le Pen: ineleggibile. Meloni: nessuno può gioire” (Il Messaggero).
“La rotta chiara che serve al Paese”. L’editoriale di Mario Ajello: “Molière diceva che «non siamo responsabili solo per quello che facciamo ma anche per quello che non facciamo»”.
Le parole della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Non conosco il merito delle contestazioni mosse a Marine Le Pen, né le ragioni di una decisione così forte, ma penso che nessuno che abbia a cuore la democrazia possa gioire di una sentenza che colpisce il leader di un grande partito e toglie rappresentanza a milioni di cittadini”.
L’intervista a Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di FdI: “Siamo una maggioranza più che autosufficiente. Discutiamo, magari sembra animatamente, ma sui voti in Parlamento non c’è mai patema d’animo. In Europa noi apparteniamo a famiglie diverse, con linee differenti. Ma in Italia abbiamo una posizione unica, comune, che è la difesa della sicurezza e dell’interesse nazionale. Il programma del centrodestra è molto chiaro sulla necessità di aumentare le risorse per la difesa. E vorrei far notare che Giorgia Meloni è riuscita a ottenere dei cambiamenti nel piano, a partire dal nome”.
“La paura dei dazi affonda le Borse” (Il Sole 24 Ore).
“Preparare le famiglie e i giovani alla guerra” (Il Fatto Quotidiano).
“Avanti, marsch!”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Dopo l’imprescindibile “kit di sopravvivenza”, il Parlamento Ue approverà domani la Relazione sulla sicurezza e difesa comune. Che invita gli Stati a promuovere “una comprensione più ampia tra i cittadini di minacce e rischi” e “un allineamento delle percezioni” con “programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze…”.
“In pensione più tardi. Il governo si oppone” (Il Giornale).
“L’amico ricercato” (Il Manifesto).
“Ghigliottinata la destra” (Libero).
“Il partito della guerra brinda. Fatta fuori pure Marine Le Pen” (La Verità).