L'EDICOLA, Il Corriere: "Macron, accuse a Mosca". Repubblica: "Volenterosi ma divisi". Il Fatto: "La nuova prescrizione per salvare Santanchè" - Blitz Quotidiano
Sono diverse le notizie di oggi in apertura sui quotidiani: gli esiti del vertice a Parigi tra i “volenterosi” nell’ambito del conflitto russo-ucraino, la tragedia di un sottomarino nel Mar Rosso e gli sviluppi del caso Visibilia. “Macron, accuse a Mosca”, titola il Corriere della Sera. “Volenterosi ma divisi”, è l’apertura di Repubblica. “La nuova prescrizione per salvare Santanchè”, è invece la prima pagina del Fatto Quotidiano.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Macron, accuse a Mosca” (Il Corriere della Sera).
“Le nostre antiche tentazioni”. L’editoriale di Antonio Polito: “Lo vuole Trump. La Germania pure, e lo farà. Com’è allora che in Italia sia i seguaci del nuovo presidente americano sia gli europeisti vecchia maniera resistono, nicchiano, tergiversano, cavillano? Il piano di riarmo europeo (per carità, in omaggio al politicamente corretto ricordiamo che non si tratta solo di comprare cannoni, ma anche produrre satelliti, software, cybersecurity, e tutte le cose che suonano meglio di «riarmo»), in Italia è ostacolato da una coalizione bipartisan che potremmo chiamare degli «svogliati». Una «coalizione degli svogliati» che si contrappone a quella dei «volenterosi» che Francia e Regno Unito stanno tentando di mettere insieme”.
L’intervista a Matteo Salvini: “La cosa vera è che qualcuno sta rallentando il processo di pace. A Bruxelles e a Parigi c’è chi continua a parlare di armi. La linea del governo è saggia e prudente, Giorgia ha fatto bene a chiedere di coinvolgere gli Usa perché il dialogo con Washington è necessario. Ci sono anche note stonate, perché in un momento in cui sono in corso negoziati per la pace, c’è chi insiste col Piano Kallas da 40 miliardi in proiettili, c’è chi spinge il Piano Ursula da 800 miliardi in bombe e missili, c’è chi appoggia il Piano Macron che parla di guerra. Mentre il mondo lavora per la pace ci auguriamo che qualcuno non voglia far saltare il tavolo”.
“Nato europea, il piano Macron” (La Stampa).
L’intervista al deputato del Partito democratico Gianni Cuperlo: “Il maschilismo esiste, e non riguarda solo la politica: coinvolge l’impresa, l’accademia, la ricerca, l’informazione. Schlein è la prima segretaria donna non solo del Pd, ma nella storia della sinistra italiana. I ritardi cumulati in decenni non sono ancora stati recuperati. Ma la sua leadership può produrre una rottura: sono certo che molte donne, e molte giovani, hanno investito su un cambiamento culturale che porterà il suo essere donna e femminista”.
“Volenterosi ma divisi”” (La Repubblica).
Le parole del leader di Reform Uk Nigel Farage: “Con me al potere, nessuno sarà assunto in base al colore della pelle. Conterà solo il merito. La vittoria di Trump in America ha mostrato la strada della civilizzazione occidentale. Grazie al cielo è finito il virus della dittatura woke, della diversità imposta e della follia di ‘zero emissioni’ che sta distruggendo le nostre industrie a favore dei cinesi. Nei prossimi anni il consenso ‘pro Gaza’ crescerà grazie ai tantissimi giovani islamisti che acquisiranno diritto di voto, così come i Verdi. Entrambi ruberanno voti al Labour di Starmer. Pure mia figlia è una fanatica ambientalista che vota Verdi! A parte quando viene a chiedere soldi a papi. Voi giornalisti avete scritto che bevo troppo. Che sono un mezzo alcolizzato. Che fumo decine di sigarette al giorno. Che mi sono scommesso pure le mutande dagli allibratori. Che sono un dongiovanni senza precedenti. Ebbene, sapete cosa vi dico? È tutto vero”.
L’intervista a Riccardo Ricciardi, capogruppo del M5S alla Camera: “La rassicurazione della premier Giorgia Meloni sul fatto che l’Italia non invierà i propri soldati in Ucraina è il minimo sindacale, in un contesto drammatico per la classe politica europea. Noi da tre anni chiediamo un vertice di volenterosi ma per fare l’Europa protagonista di pace. Ora è un tentativo, goffo e in ritardo, di accreditarci come un soggetto che dica la propria. All’interno dei partiti di maggioranza c’è in corso un miserevole gioco comunicativo e di posizionamento sull’argomento, la Lega alla fine voterà qualsiasi cosa dirà Meloni, come ha sempre fatto finora. Il governo non cadrà certo per motivi nobili, come ad esempio lo sarebbe l’opposizione a un piano di riarmo”.
L’intervista al responsabile dei dipartimenti di Forza Italia Alessandro Cattaneo: “La proroga non è un tabù, piuttosto che non spendere i soldi e lasciare le opere incompiute si può valutare di prendere più tempo. Lavoriamo per il rispetto delle scadenze, ma senza preclusioni sulla possibilità di una proroga. Ho fatto il sindaco e so cosa significa per i Comuni ritrovarsi a spendere i fondi europei: i soldi del Pnrr sono tanti, e le amministrazioni si ritrovano a gestire un carico di lavoro enorme. La richiesta di una proroga è legittima da parte di qualsiasi sindaco e al di là del colore politico”.
“Kiev, missione franco-inglese” (Il Messaggero).
“La guerra e le (strane) affinità elettive”. L’editoriale di Mario Ajello: “La forza della storia – non c’è fine della storia, come avrà capito ormai anche Francis Fukuyama – non risparmia nessuno. E la sconvolgente rapidità dei movimenti in corso finisce per squassare anche ciò che si pensava fosse abbastanza cristallizzato: cioè, per quanto ci riguarda direttamente, il bipolarismo italiano”.
“Rottamazioni cartelle, flop delle entrate. Incassati 48 miliardi su 111 previsti” (Il Sole 24 Ore).
L’intervista al vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani: “Borsa Italiana fa parte del gruppo Euronext, che ingloba anche le Borse di Francia, Belgio, Portogallo, Olanda, Norvegia e Irlanda. E che ha in Cassa Depositi e Prestiti un azionista di rilievo. Va assicurato che
anche nei prossimi anni Milano resti centrale, senza svuotamenti di funzioni. Suggeriamo di far di Milano l’hub europeo della quotazione di Pmi. In assenza di codici commerciali civili e finanziari unici europei, Euronext deve rimanere un gruppo di borse federate, come descritte nell’accordo del 2021, ed evitare spinte centralizzatrici, lontano dai territori di riferimento”.
“La nuova prescrizione per salvare Santanchè” (Il Fatto Quotidiano).
“Le favole di Pinocchia”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Prima che l’ennesimo euro-scandalo – gli incontri della lobby israeliana di estrema destra Idsf, mai registrata né autorizzata, con 19 eurodeputati, fra cui la pidina Pina Picierno – diventi la solita disputa burocratica su regole e regolette, è bene andare alla sostanza”.
“Ucraina, Europa in ordine sparso” (Il Giornale).
“L’amica immaginaria” (Il Manifesto).
“Macron vuole la guerra” (Libero).
“La missione impossibile”. L’editoriale di Mario Sechi: “Il generale Macron è qualcosa insieme di tragico e comico, egli vuole schierare “forze di rassicurazione” in Ucraina, una terra desolata (non a caso metafisica di T. S. Eliot) dove da tre anni la gente muore, i soldati marciscono nelle trincee, i droni ammazzano da una parte e dall’altra fotografando il sorriso e la disperazione della vittima. Il presidente francese sembra non conoscere la storia, in preda a una sindrome da De Gaulle sta dando lezioni di strategia militare che sono un pericoloso innesco di un’altra fase della guerra”.
“La spada di latta dei volenterosi” (La Verità).
“Uniti sulle sanzioni, divisi sui soldati. L’Ue sfida Putin e Meloni fa melina” (Domani).