Le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky (“Donbass e Crimea? Di fatto questi territori sono ora controllati dai russi. Non abbiamo la forza per riconquistarli”) sono la notizia principale sulle prime pagine di oggi.
“La svolta di Zelensky” titola Repubblica. “Pace in Ucraina, Zelensky apre” è l’apertura della Stampa. Tutti altri toni sul Fatto Quotidiano: “Abbiamo perso la guerra”.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Manovra, scintille al Senato”. (Il Corriere della Sera)
“La via difficile per l’esercito Ue”. L’editoriale di Paolo Mieli: “Gli autentici pacifisti avrebbero finalmente l’occasione per dimostrare nei fatti che l’Europa ha le capacità di imporre un’ipotesi di fine di una guerra. Forse sulla base di un esperimento del genere potrebbe veder davvero la luce il tanto conclamato esercito europeo. E con esso un volto davvero nuovo della nostra entità continentale”.
L’intervista a Romano Prodi: “Questa destra è più insidiosa di quella guidata da Silvio Berlusconi. Quanto abbiamo ascoltato alla festa di Atreju dice che FdI si rifà a radici estremistiche e verbalmente violente. Sono loro a essersi messi a destra di Berlusconi. Oggi Forza Italia è l’area moderata della coalizione”.
“La svolta di Zelensky”. (La Repubblica)
“Trump e la mediazione possibile”. L’editoriale di Maurizio Molinari: “A trentadue giorni dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca il conflitto in Ucraina è in bilico fra fermarsi con un cessate il fuoco e innescare una guerra calda globale, lasciando intendere che in entrambi gli scenari sarà l’Europa a doversi assumere responsabilità strategiche di primo piano”.
L’intervista a Elsa Fornero: “Più che una svolta, vedo una sconfessione aperta del vicepremier Salvini. Prima voleva abolire la mia legge. Poi prometteva Quota 41. Alla fine presenta come una grande riforma la flessibilità che esiste già. Anzi fa peggio dell’esistente. Privilegiando maschi di età matura, come con Quota 100. E lasciando fuori i più deboli: donne e giovani”.
“Pace in Ucraina, Zelensky apre”. (La Stampa)
“La Fed taglia ma delude Wall Street”. (Il Sole 24 Ore)
“Svolta Zelensky: trattiamo”. (Il Messaggero)
“L’Europa e Trump, la linea realista”. L’editoriale di Paolo Pambeni: “La politica internazionale gode di una attenzione sino ad ora sconosciuta nelle attuali dimensioni: sarà un poco per la situazione drammatica in cui versano molte parti del mondo, un poco per il ruolo che in questo campo si è guadagnata la nostra premier. Comunque sia, va bene così, un paese come l’Italia (e le sue classi dirigenti in specifico) è bene prendano coscienza della portata della fase storica in cui viviamo”.
“Così saranno le nuove pensioni”. (Il Giornale)
“Giocoforza”. (Il Manifesto)
“Zelensky, dal piano della vittoria alle due Ucraine”. L’editoriale di Alberto Negri: “Come c’erano una volta due Germanie, ci saranno due Ucraine. Zelenski riconosce ora quello che la gran parte dei governi occidentali, a cominciare da quello americano, pensa da tempo: l’esercito ucraino non ha i mezzi militari né gli uomini necessari per riconquistare la Crimea e il Donbass. E non li ha mai avuti già dal 2014”.
“Abbiamo perso la guerra”. (Il Fatto Quotidiano)
“La guerra continua”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Se non ci fossero almeno un milione fra morti e mutilati, la guerra in Ucraina sembrerebbe puro cabaret. Come se avesse iniziato a leggere il Fatto con tre anni di ritardo, Zelensky scopre che l’Ucraina non ha forze sufficienti per riconquistare il Donbass e la Crimea controllati dai russi. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica”.
“Resa di Zelensky: Crimea e Donbass sono perduti”. (La Verità)
“Cantanti in rivolta contro il Pd”. (Libero)
“La resa di Zelensky sul Donbass”. (Domani)