L'EDICOLA, Repubblica: "Casa Bianca: le accuse del Chatgate". Il Corriere: "Dazi sulle auto, l'affondo di Trump". Il Fatto: "Mur contro Calderone: la laurea non risulta" - Blitz Quotidiano
Sono due le principali notizie di oggi in apertura sui quotidiani: l’annuncio del presidente statunitense Donald Trump riguardo ai dazi del 25 per cento su tutte le auto importate nel Paese; i piani militati condivisi per sbaglio in una chat dall’amministrazione di Trump con un giornalista dell’Atlantic (ieri il giornale ha pubblicato gli screenshot della conversazione). “Casa Bianca: le accuse del Chatgate”, titola Repubblica. “Dazi sulle auto, l’affondo di Trump”, è l’apertura del Corriere della Sera. “Mur contro Calderone: la laurea non risulta”, è invece la prima pagina del Fatto Quotidiano.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Casa Bianca: le accuse del Chatgate” (La Repubblica).
“Dazi sulle auto, l’affondo di Trump” (Il Corriere della Sera).
“Se la pace è ingiusta”. L’editoriale di Paolo Mieli: “È ormai evidente che gli Stati Uniti si accingono ad imporre all’Ucraina un iniquo «accordo» con l’aggressore. A dispetto della lodevole insistenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, del presidente della Conferenza episcopale Matteo Zuppi e di molti leader europei sul tema della «pace giusta», Donald Trump e Vladimir Putin lasciano intendere in tutti i modi possibili e all’unisono d’essere alla ricerca di un’intesa che preveda un trattamento punitivo per l’Ucraina. Accompagnata da un’umiliazione, fin dove è possibile, dell’Europa tutta”.
L’intervista al leader di Azione Carlo Calenda: “Azione non ha votato la sfiducia al ministro della Giustizia Carlo Nordio perché sono trent’anni che non passa una mozione di sfiducia dell’opposizione, quindi il risultato di questa brillante operazione è stato che il Parlamento ha riconfermato la fiducia a Nordio. Non possiamo andare avanti con una mozione di sfiducia al mese, adesso sarà la volta della ministra Calderone, tutte con lo stesso esito. Mentre il mondo viene giù noi dobbiamo riportare la politica su un tracciato di serietà e concretezza senza le quali non si costruisce un’alternativa. Azione rimane dove è sempre stata, cioè al centro, e porta avanti una politica del confronto sui temi con la maggioranza così come con le altre opposizioni. Una politica lontana dagli attacchi personali o dall’incitamento all’odio reciproco”.
“Trump: dazi sull’auto al 25%” (La Stampa).
L’intervista a Jean-Claude Trichet, ex governatore della Bce: “Donald Trump “è totalmente imprevedibile e questa imprevedibilità è da lui considerata un’arma dell’esecutivo statunitense. Anche il presidente americano ha un comportamento aggressivo, altro elemento
anomalo. Non è normale che un Paese voglia attaccare violentemente i propri alleati. Ma nel campo dei negoziati commerciali internazionali siamo già una federazione. Per questo motivo non lasceremo che il governo statunitense faccia ciò che vuole e difenderemo i nostri interessi con grande energia. Su questo tema non siamo affatto disarmati”.
L’intervista all’economista Tito Boeri: “Il governo Meloni è senza una strategia. Siamo di fronte a un cambiamento di rotta del
nostro principale alleato – gli Stati Uniti – che ha preso di mira frontalmente l’Europa. È il momento di reagire rafforzando l’integrazione europea, l’unico modo per contare negli equilibri geopolitici mondiali. Ma goffamente stiamo cercando di tenere il piede in due scarpe che si allontanano sempre di più tra di loro. In Italia il mercato del lavoro vive una situazione paradossale, salari bassi e imprese che non trovano lavoratori. Il sindacato invece di fare politica dovrebbe occuparsi dei contratti. Su questo serve maggiore decentramento perché molte imprese possono pagare salari più alti e poi occorre una legge sulla rappresentanza per evitare che alcuni datori di lavoro si mettano d’accordo con sindacati di comodo per abbassare i salari”.
L’intervista alla vicepresidente del Partito democratico Chiara Gribaudo: “”Il maschilismo nel Pd purtroppo non è scomparso: è vivo e lotta in mezzo a noi. Non è un cambiamento che può avvenire in tempo zero, e nemmeno in due anni. Ma Elly Schlein ha iniziato un percorso: anche per questo io, al congresso, decisi di sostenerla. Ed è importante che abbia denunciato come a lei vengono dette cose che non si direbbero a un uomo: ha dimostrato di non voler mettere la polvere sotto al tappeto”. “Certi atteggiamenti paternalistici non aiutano: se si vuole essere d’aiuto a chi guida il partito, meglio qualche intervista in meno e qualche consiglio in più in privato”.
“Dazi, Trump colpisce l’auto” (Il Messaggero).
“L’Europa non si è fermata a Ventotene”. L’editoriale di Ferdinando Adornato: “Stati Uniti d’Europa: è davvero un sogno realizzabile? Porsi questa domanda sarebbe stato certamente un modo più intelligente di discutere del Manifesto di Ventotene, evitando l’ennesima puntata della stucchevole guerra ideologica tra fascismo e antifascismo, con la politica perennemente prigioniera di un “passato che non passa”. Viceversa, le sollecitazioni del presidente Mattarella a dimostrarsi “statisti coraggiosi, capaci di decisioni veloci” dovrebbero obbligare tutti a cambiare i vecchi schemi mentali, per essere all’altezza degli sconvolgimenti che abbiamo di fronte”.
“Persi 538 miliardi di tasse non pagate. Possibile incassare solo il 45% dei crediti” (Il Sole 24 Ore).
“La scure di Trump: dazi al 25% sulle auto” (Il Giornale).
“Mur contro Calderone: la laurea non risulta” (Il Fatto Quotidiano).
“Siamo salvi”. L’editoriale di Marco Travaglio: “l nuovo idolo assoluto è il commissario europeo per la Parità, preparazione e gestione delle crisi, la belga Hadja Lahbib, che posta uno strepitoso video di istruzioni per sopravvivere alla terza guerra mondiale (lei la chiama simpaticamente “crisi”) auspicata e progettata dalla nostra nella Ue. Un capolavoro di comunicazione postmoderna”.
L’intervista a Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e vicepresidente del M5s:”Ci siamo sempre opposti al partito trasversale della guerra e denunciamo un piano folle di riarmo europeo che avvantaggia la Germania a discapito dell’Italia. Chiediamo un’assunzione di responsabilità a Giorgia Meloni e a tutto il Parlamento. Noi vogliamo che, a differenza di quanto avvenuto in Europa, il voto del Parlamento non venga aggirato. Tutti devono dire da che parte stanno. E penso innanzitutto alla Lega, che a parole fa la pacifista ma ha votato tutti gli invii di armi all’Ucraina e celebra con il suo ministro all’Economia Giorgetti il vergognoso scorporo delle spese militari dal Patto di stabilità europeo”.
L’intervista al pm Nino Di Matteo: “Io credo che sia sempre necessario avere una visione di insieme delle riforme già approvate e in cantiere. Abuso d’ufficio e traffico d’influenze, intercettazioni a termine, divieto per la stampa di pubblicare ordinanze di custodia cautelare; nuove norme in materia di appalti e subappalti, per citarne alcune, finiscono per creare uno scudo, un sistema di protezione per i potenti. È una giustizia a due velocità: rigorosa ed efficace nei confronti della criminalità e degli ultimi, con le armi assolutamente spuntate nei confronti della criminalità dei colletti bianchi”.
“La peggior difesa” (Il Manifesto).
“Chatgate, Trump ha mentito ancora. Sugli Houthi divulgati segreti militari” (Domani).
“Prodi non riesce a dire scusa e va a battere cassa in Europa” (La Verità).