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L'EDICOLA, Repubblica: "Dazi, il pugno di Trump". Il Corriere: "Zelensky: no a patti senza Kiev". Il Fatto: "Rischi di pace in Ucraina: vedove di guerra in lutto" - Blitz Quotidiano
In apertura, oggi i quotidiani si dedicano a diversi argomenti come la trattativa iniziata con la telefonata fra Trump e Putin per arrivare a una tregua nella guerra, il ruolo marginale finora dell’Unione Europea e l’annuncio di Trump di nuovi dazi che dovrebbero entrare in vigore da aprile. “Dazi, il pugno di Trump”, titola Repubblica. “Zelensky: no a patti senza Kiev”, è l’apertura del Corriere della Sera. “Rischi di pace in Ucraina: vedove di guerra in lutto”, titola invece Il Fatto Quotidiano.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Dazi, il pugno di Trump” (La Repubblica).
“Ora l’Europa batta un colpo”. L’editoriale di Timothy Garton Ash: “L’appeasement di Donald Trump nei confronti di Vladimir Putin fa sembrare Neville Chamberlain un realista coraggioso e di sani principi. Almeno Chamberlain stava cercando di impedire lo scoppio di una grande guerra europea, Trump invece sta agendo nel bel mezzo di una guerra”.
“Ucraina, via dalla trattativa” (La Stampa).
L’intervista a Massimo D’Alema: “Il fatto che l’Europa non abbia elaborato una sua strategia su come concludere la guerra in Ucraina è stato un gravissimo atto di irresponsabilità politica. Abbiamo pensato soltanto che si dovessero produrre munizioni e non una strategia politica. E oggi, mentre gli americani aprono una trattativa, è abbastanza penoso che noi dobbiamo rincorrere: ci siamo anche noi… Un ritardo evidente”.
“Rischi di pace in Ucraina: vedove di guerra in lutto” (Il Fatto Quotidiano).
“Pacifinti e paciveri”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Non esiste discarica o inceneritore tanto capiente per smaltire tre anni di pattume atlantista sull’Ucraina. L’aggressore e l’aggredito, la democrazia e la dittatura, l’Impero del Bene e quello del Male, il conflitto non provocato, le armi fino alla vittoria sulla Russia, Mosca in default per le sanzioni, la pace o i condizionatori accesi”.
“Dazi reciproci, l’escalation di Trump. L’industria in crisi rischia di peggiorare” (Il Sole 24 Ore).
“Zelensky: no a patti senza Kiev” (Il Corriere della Sera).
“Vendere l’anima”. L’editoriale di Paolo Mieli: “Per carità, lasciamo stare la Conferenza di Monaco. Quel summit di fine settembre del 1938, che consegnò la Cecoslovacchia a Adolf Hitler in cambio di una «pace» alquanto illusoria, ebbe quantomeno una sua dignità. È possibile che personaggi del calibro di Édouard Daladier e Neville Chamberlain non fossero del tutto consapevoli dell’errore che stavano compiendo. Lo stesso Benito Mussolini cercò di ritagliarsi un ruolo distinto da quello di Hitler”.
L’intervista al leader di Italia Viva Matteo Renzi: “Quello che sta accadendo sul piano istituzionale in questi giorni non ha precedenti nella storia repubblicana. Non era mai accaduto che i servizi segreti fossero trascinati nella battaglia di parte. Un giornalista viene intercettato con un trojan in modo illegale e nessuno che in Parlamento ci dica quale forza di polizia ha in uso questo sistema di spionaggio. La Rai è appiattita sul governo, con Bruno Vespa portavoce di fatto della Meloni, mentre la maggioranza impedisce le riunioni della Commissione di Vigilanza. La legge di Bilancio si è scritta di notte con emendamenti preparati fuori dagli uffici del Parlamento. Del resto Meloni per prima fugge dall’Aula per non parlare della vicenda del criminale libico”.
L’intervista a Raphaël Glucksmann, deputato a Strasburgo: “Per l’Ucraina e per l’Occidente è una catastrofe, perché a Trump interessano solo le terre rare dell’Ucraina ed è pronto a cedere alle richieste di Putin. A Monaco il vicepresidente americano Vance incontrerà Zelensky, ma i giochi sono già fatti. La conferenza di Monaco ha la forza del simbolo: una resa, come nel 1938. È la fine dell’Occidente per come lo conosciamo”.
“Trump, dazi gli alleati: Sono peggio dei nemici” (Il Giornale).
“Il Pd perde a Sanremo” (Libero).
“Perché l’Europa ha il terrore della pax trumpiana”. L’editoriale di Mario Sechi: “La pax trumpiana non piace all’Europa per due motivi: costa, impone di riscrivere tutta la politica di spesa – a cominciare da quella per il welfare, fonte di enormi sprechi e inefficienze – e riporta le cancellerie del Vecchio Continente di fronte alle conseguenze economiche della guerra e della pace. L’iniziativa di Donald Trump ha innescato la reazione isterica: sul piano “resort a Gaza”, il Presidente viene accusato di aver inaugurato la «diplomazia immobiliare»; sull’Ucraina di aver concertato la svolta con Vladimir Putin contro Kiev e l’Europa”.
“Ucaina, tavolo senza la Ue” (Il Messaggero).
“La logica pericolosa degli affari tra Stati”. L’editoriale di Paolo Balduzzi: “Do ut des: come spesso accade, nella varia e ricca – ma in fin dei conti brevissima – storia dell’uomo su questa terra, latini e greci, senza dimenticare egizi e altre civiltà mediorientali, avevano già pensato e concettualizzato quasi tutto. “Do ut des”: ed è così che, duemila anni dopo, la diplomazia mondiale torna a questo approccio meramente contrattuale”.
L’intervista al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: “L’Europa deve dotarsi immediatamente di una vera politica industriale, come chiediamo da oltre due anni, per recuperare competitività rispetto agli altri attori globali dobbiamo, parallelamente, scongiurare la ‘guerra commerciale’, che sarebbe dannosa per tutti. L’Italia, per prima, ha denunciato le follie del Green Deal e promosso un ampio processo di riforme delle regole europee su auto e industrie energivore, come appunto siderurgia, chimica e vetro, i settori in maggiore difficoltà”.
“Offesa comune” (Il Manifesto).
“L’Islam vota in Germania. Col sangue” (La Verità).
“Putin: Kiev, tratterò con Trump”. La Ue è debole e senza leadership” (Domani).