Politica

L’EDICOLA, Repubblica: “In Italia i salari più bassi”. Il Corriere: “Dazi: no del Colle, frenata di Trump”. Libero: “Fallo di mano di Prodi”

Oggi in apertura sui quotidiani ci sono diverse notizie: la discussione sui dazi, sui quali è intervenuto ieri anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella; i dati diffusi ieri sui salari nei paesi del G20, con il peggior dato dell’Italia per la differenza di potere d’acquisto dal 2008; le trattative in Arabia Saudita con la mediazione degli Stati Uniti per arrivare a una tregua fra Russia e Ucraina. “In Italia i salari più bassi”, titola Repubblica. “Dazi: no del Colle, frenata di Trump”, è l’apertura del Corriere della Sera. “Fallo di mano di Prodi”, è invece la prima pagina di Libero.

Ecco la rassegna stampa di oggi:

“In Italia i salari più bassi” (La Repubblica).

L’intervista al commissario Ue agli Affari Interni Stephane Sejournè: “Le terre rare sono il punto chiave per l’Unione Europea. Non averle rappresenta una minaccia esistenziale. Sono fondamentali per l’industria e per la difesa. Non dobbiamo più dipendere da altri Paesi: né dalla Russia né dalla Cina. Senza litio, nichel o grafite non possiamo produrre batterie elettriche. Senza germanio, non possiamo produrre semiconduttori. Il mondo è cambiato rispetto a due o tre anni fa. La situazione geostrategica non è più quella di prima. Dobbiamo prenderne atto. I tempi sono entro 27 mesi. I nostri obiettivi sono il 10% dell’estrazione, il 40% della capacità di trasformazione e il 25% della capacità di riciclaggio. Dobbiamo cercare di essere indipendenti per oltre il 65%. In Europa abbiamo bisogno di riaprire le miniere. Non abbiamo aperto una sola miniera in Europa negli ultimi 20 anni”.

L’intervista alla capogruppo del Partito Democratico alla Camera Chiara Braga: “In qualunque altro Paese si sarebbe già aperta una crisi di governo. Tajani, messo sotto tutela da Salvini, tragga le conclusioni domandando a Meloni se è ancora lui il ministro degli Esteri. Stanno cercando di mettere la polvere sotto il tappeto e di nascondere le divisioni che però sono sotto gli occhi di tutti. La verità è che in Italia c’è un governo che non ha una linea comune sulla politica estera e lo dimostra il voto sulla risoluzione votata prima del Consiglio europeo. Che Tajani sia commissariato lo dice Durigon. E ricordo che Molinari aveva detto che Meloni non aveva mandato per trattare in Europa e votare il riarmo”.

“Dazi: no del Colle, frenata di Trump” (Il Corriere della Sera).

“Proteggere la libertà”. L’editoriale di Goffredo Buccini: “Nei suoi anni da docente alla Georgetown University, Madeleine Albright pose agli studenti una domanda dall’apparenza distopica: può un movimento fascista affermarsi negli Stati Uniti? Un ragazzo le rispose di getto: «Sì, perché siamo troppo sicuri che non può». L’eccesso di fiducia nella resilienza delle istituzioni democratiche rischia di farcene trascurare i segni di erosione. «Anziché mobilitarci, andremo avanti felici, certi che le cose volgeranno al meglio, e una mattina ci sveglieremo in un Paese parafascista», annotò l’ex segretaria di Stato di Bill Clinton”.

L’intervista a Sergio Alfieri, il capo dell’equipe medica del Gemelli che ha curato il Pontefice. “Per la prima volta ho visto le lacrime agli occhi ad alcune persone che stavano intorno a lui. Eravamo tutti consapevoli che la situazione si era ulteriormente aggravata e c’era il rischio che protesse non farcela. Allo staff il Papa ha detto: “Provate tutto, non molliamo. È quello che pensavamo anche tutti noi. E nessuno ha mollato. Francesco è stato sempre vigile. Quella sera è stata terribile, sapeva, come noi, che poteva non superare la notte. Lui però sin dal primo giorno ci ha chiesto di dirgli la verità e ha voluto che raccontassimo la verità sulle sue condizioni. Nulla è mai stato modificato oppure omesso. Per giorni abbiamo rischiato danni ai reni e al midollo ma siamo andati avanti, poi l’organismo ha risposto alle cure e l’infezione polmonare si è attenuata”.

L’intervista alla vicesegretaria di Fratelli d’Italia Deborah Bergamini: “Nessuna verifica di governo. I leader di maggioranza si sentono costantemente, si chiariscono quando c’è bisogno di farlo e non c’è nessun ‘passaggio cruciale’. Siamo una coalizione con delle forze che hanno delle diverse identità con tutto il diritto di affermarle, ma sempre nella salvaguardia di quegli obiettivi che ci permettono di stare insieme da trent’anni. L’unità si ritrova rispettandosi. Non attacchiamo mai gli alleati, siamo leali, consapevoli che il rispetto reciproco rafforza il nostro progetto comune. Diversamente, non c’è vantaggio per nessuno e si forniscono pretesti a un’opposizione che di suo non ha alcuna proposta. Ma siccome Tajani, Meloni e Salvini sono persone innamorate dell’Italia, se c’è un’incomprensione la si supera”.

“No degli Usa ai cinesi. Pirelli, aut aut ai soci” (La Stampa).

“Aziende in crisi, calano i brevetti” (Il Sole 24 Ore).

“Mattarella scuote l’Europa” (Il Messaggero).

“Bruxelles e i mercati alternativi agli Usa”. L’editoriale di Angelo De Mattia: “Sarebbe necessario che, oltre alle iniziative allargate di cui sarà un esempio la nuova riunione dei “volenterosi” che, per impulso di Macron, si terrà giovedì a Parigi, l’Unione riflettesse sulle strategie e non solo su singole misure, pur fondamentali, quale quella per la difesa. Si è chiamati a decidere non solo sul “che fare” per il tema cruciale della guerra in Ucraina, ma anche sulla questione-dazi e, prima ancora, sul prospettato ridimensionamento del ruolo degli Usa nella Nato”.

“Dazi, il bazooka di Mattarella” (Il Giornale).

“Infinito presente” (Il Manifesto).

“Studente lavoratrice (alla Link della laurea)” (Il Fatto Quotidiano).

“Sindrome cinese”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Sembra ieri che Nato e Ue dichiaravano guerra alla Cina. Hacker e troll cinesi, come i russi, truccavano tutte le elezioni occidentali (“Elezioni, l’onda fake da Cina e Russia”, Corriere). E fabbricavano persino “fake news contro Kate Middleton” (Giornale). E poi ’sti cinesi, oltre a essere tutti uguali e a non morire mai…”.

“Il video che svergogna Prodi” (La Verità).

“Fallo di Mano di Prodi” (Libero).

“Putin attacca Kiev, Trump la depreda. La pace “creativa” dei due presidenti” (Domani).

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Giuseppe Avico