
L'EDICOLA, Repubblica: "Onu e G7, lo strappo di Trump". La Stampa: "La guerra dei mondi". Il Fatto: "Ue-Russia, dati falsi sulle armi per farcene comprare di più" - Blitz Quotidiano
Sono diverse le notizie in apertura sui quotidiani di oggi: il terzo anniversario dall’inizio della guerra fra Russia e Ucraina, l’incontro fra Trump e Macron a Washington, il voto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle risoluzioni sulla guerra e la preoccupazione per le condizioni di salute di Papa Francesco. “Onu e G7, lo strappo di Trump”, è l’apertura di Repubblica. “La guerra dei mondi”, titola La Stampa. “Ue-Russia, dati falsi sulle armi per farcene comprare di più”, è invece la prima pagina del Fatto Quotidiano.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Onu e G7, lo strappo di Trump” (La Repubblica).
L’intervista al leader dei riformisti del Partito democratico Lorenzo Guerini: “Siamo di fronte a una destra arrembante, che fa presa sui settori più deboli della popolazione, con parole d’ordine semplici e potenti, anche se false. E lì c’è anche un problema per la sinistra perché i ceti più in difficoltà non hanno visto nella Spd la capacità di dare risposta alle loro paure, al loro bisogno di protezione e alle loro angosce. Questo deve far riflettere anche il Pd. Salutare positivamente il risultato di AfD significa festeggiare l’affermazione di un partito il cui programma è contrario all’interesse nazionale del nostro Paese. Mi auguro che il governo italiano guardi in un’altra direzione”.
“Forza di pace Ue in Ucraina” (Il Corriere della Sera).
“L’Europa e la spinta tedesca”. L’editoriale di Paolo Lepri: “Il contrario di Donald Trump — di cui «è sempre allettante pensare che non voglia dire quello che dice», scrive il Financial Times in un editoriale — Friedrich Merz è un uomo attento a pesare le parole. Nella notte berlinese del 23 febbraio — mentre ancora si contavano gli ultimi voti di un’elezione che ha spianato la strada per un governo «affidabile» da lui guidato, lasciando però aperti molti interrogativi sul futuro — il cancelliere cristiano-democratico in pectore ha ringraziato per le congratulazioni ricevute con un post su X, il social media dell’uomo di cui ha criticato le «interferenze» nella politica tedesca”.
L’intervista al ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Una coalizione tedesca a destra sarebbe contro natura. L’AfD è la negazione del popolarismo europeo e guarda anche con ostilità al nostro Paese, oltre a sostenere idee del tutto inaccettabili. Sono contento che quei voti, in gran parte di protesta, si siano rivelati inutili. Quella di Merz è na vittoria chiara, di un partito che sa fare argine agli estremismi e che ha condotto una campagna elettorale seria su temi che interessano i propri elettori: un green sostenibile e non sfrenato, una immigrazione controllata, sicurezza, crescita”.
“La Guerra dei mondi” (La Stampa).
L’intervista al generale Carmine Masiello, capo di Stato maggiore dell’Esercito: “Il nostro esercito ha assoluto bisogno di cambiare per affrontare le nuove sfide, lungo i tre assi di tecnologia, addestramento e valori. Dobbiamo vincere la sindrome della caserma. La mia priorità, direi quasi ossessione, è il coinvolgimento dei giovani, i militari tra i trenta e i quarant’anni. C’è una casella mail qui nel mio ufficio dove possono scrivere tutti, ufficiali, sottufficiali e graduati. Le proposte arrivano. A centinaia per fortuna. Vogliamo chiedere a un boomer di decidere senza avere le competenze di un nativo digitale? Per troppo tempo si è pensato che l’esercito fosse zaini e scarponi. Siamo stati sottofinanziati per anni. Invece no. L’esercito deve essere tecnologico e recuperare il gap rispetto alle altre forze armate”.
L’intervista al presidente della commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti: “I vertici di AfD sono politicamente estremi, i loro elettori no. La Germania sta attraversando una gravissima crisi economica che non riguarda solo l’auto. È la fine di un modello durato anche troppo: esporta in Cina, compra gas a basso costo dalla Russia, la difesa garantita dagli americani. Si sta realizzando una dinamica che nella politica tedesca è classica. I partiti si presentano divisi davanti agli elettori, dopo si uniscono: oggi vince la combinazione tra cristiano-democratici e socialisti. È un’indicazione di stabilità positiva per l’Europa, la fine dell’ipotesi di un sovvertimento totale. C’è la possibilità di dare una risposta politica che permetta di assorbire le ragioni di chi si è rivolto alle forze estreme”.
L’intervista a Don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo dell’ong Mediterranean saving humans, spiato dal software Paragon: “Mi chiedo solo che senso abbia tutto questo. L’ho saputo da Meta. Non mi ero accorto della notifica, che pure era arrivata sul mio telefono l’8 febbraio dello scorso anno, lo stesso giorno di Luca Casarini. In questi giorni, quando mi hanno avvisato ho cercato a ritroso ed effettivamente l’avviso c’era. Non posso dirmi stupito, visto che a essere spiate erano persone del gruppo con cui collaboro stabilmente. Certo, questa situazione va indagata, bisogna far luce. Mi chiedo soprattutto perché e che senso abbia tutto ciò. Di sicuro non si scopre oggi che la solidarietà, specialmente verso i poveri e i migranti, è considerata sovversiva. Chi si prende a cuore gli ultimi, e particolarmente i poveri, diventa scomodo”.
“Berlino apre sui vincoli al debito” (Il Sole 24 Ore).
“Ue-Russia, dati falsi sulle armi per farcene comprare di più” (Il Fatto Quotidiano).
“Lollo in ammollo”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Il vantaggio degli scandali Santanchè e Delmastro è che nessuno chiede più le dimissioni di Lollobrigida. Il quale, da quando abbiamo perso Giambruno, esercita nel centrodestra le stesse funzioni ricreative svolte in pandemia dal duo comico Fontana-Gallera. Da qualche mese, scaricato persino dalla sua signora, ci pareva un po’ sulle sue”.
L’intervista all’economista Carlo Cottarelli, intervenuto riguardo alla rettifica degli articoli nati da una notizia errata dell’International Institute for Strategic Studies. Secondo il think tank, la spesa militare russa nel 2024 sarebbe vicina al totale della spesa europea, ma calcolando più attentamente, sostiene Cottarelli, si vedrebbe che gli europei spendono per la difesa il 58% più dei russi: “È un errore grave, probabilmente in buona fede, però è incredibile che non venga corretto dai giornali che lo hanno ripreso amplificandolo. Spero siano errori genuini, è materia molto tecnica e magari nei desk esteri non si sono accorti di questa differenza. Forse, essendo la Russia un Paese in via di sviluppo, avranno pensato fosse scontato correggere le cifre per il potere d’acquisto, ma non per l’Europa. Provo a ipotizzare”.
“Le ore della speranza. Tutti con Francesc0” (Il Giornale).
“Trump-Ue, strappo su Kiev” (Il Messaggero).
“La Grosse koalition e il futuro della destra”. L’editoriale di Luca Ricolfi: “Apparentemente le elezioni in Germania non hanno riservato sorprese. Le previsioni dei sondaggi sono state sostanzialmente rispettate, i popolari della CDU/CSU del futuro cancelliere Friedrich Merz hanno vinto, i socialdemocratici dell’SPD e i liberali della FDP sono crollati, il temuto partito di estrema destra AfD ha superato il 20%, miglior risultato dalla sua fondazione nel 2013. I popolari della CDU/CSU e i socialdemocratici della SPD (partito del cancelliere uscente Olaf Scholz) si apprestano ad avviare le trattative per formare un governo di Grosse Koalition”.
“C’era due volte” (Il Manifesto).
“Trump: Giorgia leader forte” (Libero).
“Grandi e piccoli: trovate le differenze”. L’editoriale di Mario Sechi: “Come si misura la grandezza di un leader? Dai fatti, contano soltanto i fatti, non le chiacchiere degli avversari né i complimenti interessati, ma la cronaca delle cose che accadono. Anno 2025, lunedì 24 febbraio, cronaca della giornata di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri: riunione del G7 sulla crisi in Ucraina; telefonata di complimenti e primo scambio di vedute sullo scenario europeo con il vincitore delle elezioni in Germania, Friedrich Merz; vertice con il leader degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, per la firma di accordi economici del valore di 40 miliardi di dollari”.
“Voto rubato anche a Berlino” (La verità).
“Ucraina, scontro tra Usa e Ue all’Onu. In Germania verso la Grosse Koalition” (Domani).