L'EDICOLA, Repubblica: "Vince la Cdu, vola l'ultradestra". Il Corriere: "Vince Merz, raddoppia l'ultradestra". Il Fatto: "Germania, vincono le due destre. E fanno litigare quelle italiane" - Blitz Quotidiano
La notizia principale di oggi in apertura sui quotidiani è quella dedicata alle elezioni in Germania con la vittoria della CDU, il partito di centrodestra primo con oltre il 28% dei voti e l’avanzata del partito di estrema destra, AfD. che ha raddoppiato i propri consensi superando il 20%. “Vince la Cdu, vola l’ultradestra”, titola Repubblica. “Vince Merz, raddoppia l’ultradestra”, è l’apertura del Corriere. “Germania, vincono le due destre. E fanno litigare quelle italiane”, è invece la prima pagina del Fatto Quotidiano.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Vince la Cdu, vola l’ultradestra” (La Repubblica).
“La nuova America e i tempi bui dell’Occidente”. L’editoriale di Paolo Gentiloni: “Questa può essere l’ora dell’Europa. Le forze ostili all’Ue sono una minoranza tutt’altro che silenziosa. I suoi sostenitori sono in grande maggioranza ma faticano a farsi sentire. Stringiamoci attorno al comune, complicato, straordinario destino europeo”.
L’intervista al presidente del Partito democratico Stefano Bonaccini: “Il risultato dell’AfD è una sveglia per l’Europa. Ma sbaglieremmo a pensare che siano tutti neonazisti quelli che l’hanno votata. L’exploit è figlio anche del disorientamento sociale e della recessione che hanno investito la Germania. Scholz non ha avuto difficoltà nell’ammettere che si tratta di una sconfitta pesante e bruciante, sono andati male anche Verdi e liberali, che componevano il governo uscente. Una bocciatura su tutta la linea”.
L’intervista al viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli: “Le elezioni in Germania segnano una svolta storica, perché l’ultradestra tedesca non è più ultradestra. È ormai una destra di governo. È meglio per la Germania, è meglio per tutti. Non si potrà più ignorare l’Afd e soprattutto il popolo che li ha votati”.
“Vince Merz, raddoppia l’ultradestra” (Il Corriere della Sera).
“Un leader alla prova”. L’editoriale di Paolo Valentino: “Friedrich Merz sarà il sesto cancelliere federale cristiano-democratico del Dopoguerra. E come già successe con i suoi predecessori, è anche sull’Europa, sul ruolo che egli vorrà e saprà dare alla Germania nella costruzione comune, che si misurerà la sua capacità di elevarsi alla dimensione dell’incarico. È stata una costante della recente storia tedesca, che un cancelliere, di qualunque appartenenza, si trovasse davanti a una sfida europea e la superasse: Adenauer, Brandt, Schmidt, Kohl, Schröder, Merkel”.
L’intervista al presidente e capogruppo del Ppe Manfred Weber: “Il voto è chiaro: i tedeschi vogliono vedere un’Ue forte e i partiti che sostengono l’Ue sono la stragrande maggioranza. La Germania ha bisogno di stabilità il più rapidamente possibile. Il resto del mondo, in particolare Trump, non sta ad aspettare le interminabili trattative di coalizione in Germania. La Cdu e la Csu hanno avuto un chiaro sostegno per formare il governo e questo risultato è un chiaro mandato per Friedrich Merz”.
L’intervista al presidente del partito della destra francese Jordan Bardella: “Con Giorgia Meloni abbiamo relazioni perfettamente rispettose. Noi del Rassemblement national a Strasburgo siamo nello stesso gruppo della Lega, partito alleato di Meloni, alla guida di uno di quei governi patrioti che sono il volto dell’Europa delle Nazioni. Spero che presto avremo l’occasione di lavorare, anche noi al governo, con Meloni e Salvini. A Washington si ritrovano i partiti che vogliono difendere gli interessi dei propri cittadini, prima di tutto. E questo vento di libertà Trump lo incarna negli Stati Uniti, noi lo incarniamo in Francia e con i nostri amici in Europa”.
L’intervista a Nicola Procaccini, europarlamentare di Fratelli d’Italia: “Il voto in Germania non risolverà il problema dell’instabilità tedesca. E questo perché l’alleanza sostanzialmente più coesa, quella che avrebbe una visione comune su molti temi interni, immigrazione, sicurezza, economia, risulta pressoché impossibile, e quella che si prospetta vede spinte politiche contrapposte. Quella Cdu-AfD paradossalmente è l’alleanza più compatibile. Noi abbiamo molti punti di lontananza da AfD, ma sui due temi più sentiti in Germania oggi, la revisione delle politiche del Green Deal e l’immigrazione, oltre che la sicurezza, non c’è dubbio che i due partiti abbiano molto in comune. Anche perché l’attuale leader Merz è molto più a destra di Merkel, rappresenta la visione di centrodestra del mio amico Weber, del Ppe. E anzi siamo molto felici per lui”.
L’intervista all’eurodeputato del Partito democratico Dario Nardella: “È un dato netto e inequivocabile quello del fallimento della Spd, che rappresenta un altro segnale della crisi della sinistra europea. I socialisti tedeschi pagano la crisi e l’incapacità di mettere in campo proposte forti su lavoro ed economia per bilanciare la corsa al Green deal. L’ambientalismo senza i diritti sociali diventa un boomerang. La Spd sconta inoltre la cattiva gestione dell’immigrazione. E’ un tema che deve affrontare tutta la sinistra europea, anche quella italiana”.
“Germania, vince Merz ma AfD vola” (La Stampa).
L’intervista a Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky: “La Russia non vuole la pace. La Russia di Putin esiste solo in uno stato di guerra. Se dovesse fermarsi sarebbe costretto ad affrontare gravi problemi interni, inclusa la possibilità di una guerra civile. Se rinunciassimo ai territori occupati, significherebbe che stiamo invitando la Russia a espandersi ulteriormente. Il ‘mondo russo’ significa erosione, distruzione dell’identità ucraina: il Russkiy mir è un parassita, esiste solo a spese di altri. Per questo è necessario che la Russia sappia che un’ulteriore espansione le costerebbe cara, e che non cederemo nessun territorio, né la nostra sovranità. Per farlo, siamo convinti che serva una pressione economica e militare, ad esempio l’embargo petrolifero, e aumentare gli attacchi sul territorio russo, contro i nodi logistici e di approvvigionamento”.
“Affitti per studenti, ecco la mappa di contratti e sconti” (Il Sole 24 Ore).
“La sinistra sprofonda, il centro argina l’ultra destra” (Il Giornale).
“Vince Merz, vola l’ultradestra” (Il Messaggero).
“Dalle urne rispunta l’incubo fragilità”. L’editoriale di Alessandro Campi: “Lo psicodramma tedesco (e in parte europeo) continua. Quale governo formare con i dati usciti ieri dalle urne? I popolari, primo partito, sono sotto il trenta sperato dal Cancelliere in pectore Friedrich Merz. Si sono presentati come l’unica alternativa al caos e l’unica speranza di ripresa dalla crisi. Hanno convinto, ma senza entusiasmi”.
“Germania, vincono le due destre. E fanno litigare quelle italiane” (Il Fatto Quotidiano).
“Ma mi faccia il piacere”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Vuccumprà? “Santanché apre la Borsa del turismo in fiera a Bari” (Ansa, 21.2). Tutto vero. Le grandi riforme. “Delmastro condannato a 8 mesi: ‘Pm per l’assoluzione, ma nel collegio era forte la presenza di giudici di sinistra” (Corriere della sera, 21.2). “Delmastro condannato contro il parere dei pm” (Giornale, 21.2)”.
“L’AfD è il secondo partito di Germania grazie al suo fido alleato: la sinistra” (La Verità).
“S’è bruciato il würstel” (Libero).
“In Germania vince la Cdu, AfD vola. Merz: Subito un governo stabile” (Domani).