Quattro militari italiani della missione Unifil sono rimasti feriti dopo che è stata colpita la base di Shama nel sud del Libano. Alcuni dei soldati sono stati investiti da schegge di vetro e pietrisco. La base, riferisce il ministro Tajani, “dovrebbe essere stata raggiunta da due razzi lanciati da Hezbollah”, uno dei quali ha impattato contro l’esterno del bunker, la cui struttura non ha comunque ceduto.
Libano: 4 militari italiani Unifil feriti
I quattro, secondo le ultime notizie, “stanno bene e non sono stati ricoverati in ospedale”. I quattro militari sono della brigata Sassari e appartengono al Comando Brigata, al 151/o Reggimento fanteria, al Reggimento logistico, al 5/o Reggimento genio guastatori di Macomer e al 45/o Reparto Comando e Supporti Tattici “Reggio”.
Secondo il ministro degli Esteri Tajani i colpi vengono dai miliziani di Hezbollah: “Quelli che hanno colpito la base Unifil “dovrebbero essere due missili, da quello che si vede, lanciati da Hezbollah. Ancora una volta è inaccettabile quello che sta accadendo e così come abbiamo detto a Israele di prestare la massima attenzione”, così “diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah che i militari italiani non si possono toccare. Se pensano di continuare a fare danni alle basi italiane hanno sbagliato”.
Le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto
“È intollerabile che ancora una volta una base di Unifil sia stata colpita. Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano, cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”.
I precedenti
Solo tre giorni fa otto razzi da 107 millimetri avevano colpito il quartiere generale del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil a Shama, sempre nel sud del Libano. Per fortuna i razzi hanno impattato su alcune aree all’aperto e sul magazzino ricambi della base dove non era presente alcun soldato.
Il 10 otttobre droni israeliani hanno aperto il fuoco sull’ingresso del bunker dove si erano rifugiati i soldati italiani di stanza nella base UNP 1-31 sulla collina di Labbune, lungo la linea di demarcazione con il Libano.
I quattro militari italiani sono rimasti leggermente feriti a seguito dell’esplosione di due razzi da 122 millimetri che hanno colpito la base Unp 2-3 di Shama. I due razzi hanno colpito un bunker della base e un locale nei pressi della polizia militare internazionale, provocando danni alle infrastrutture circostanti. Alcuni vetri, a causa dell’esplosione si sono frantumati colpendo i quattro militari.