“Mia madre è molto stanca, essendo una persona di 94 anni”, ha dichiarato Luciano Belli Paci, figlio della senatrice a vita Liliana Segre, spiegando i motivi che hanno portato la madre a rinunciare all’inaugurazione della mostra di Marcello Maloberti al Memoriale della Shoah. La mostra, che trae ispirazione da alcune frasi della senatrice, avrebbe dovuto vederla presente, ma la decisione di non partecipare è legata alla sua età e alla volontà di limitare gli impegni. Segre ha comunque confermato la partecipazione alla celebrazione del Giorno della Memoria al Quirinale il 28 gennaio, una data spostata per permettere al presidente Mattarella di essere in visita ad Auschwitz il giorno 27. “Sicuramente è amareggiata, ma non si fa intimidire”, ha aggiunto Belli Paci.
I dubbi sulle motivazioni della rinuncia
Le parole del presidente del Memoriale, Roberto Jarach, hanno però sollevato ipotesi diverse sulla rinuncia della senatrice. “Questo è stato un anno difficile per la comunità ebraica, tra tensioni legate al Medio Oriente e manifestazioni d’odio”, ha dichiarato Jarach. Ha inoltre sottolineato come gli attacchi alla senatrice, aumentati negli ultimi tempi, abbiano probabilmente contribuito alla sua assenza, spiegando che Segre “ha vissuto una giornata veramente incredibile”.
Gli insulti e le querele
Da anni, Liliana Segre è bersaglio di insulti e minacce, che nel 2019 portarono all’assegnazione della scorta. Con l’uscita del documentario “Liliana” di Ruggero Gabbai, il fenomeno si è intensificato. Luciano Belli Paci ha spiegato: “Abbiamo già presentato querele per i casi più gravi. Il problema è la mole: migliaia di commenti su decine di pagine social che pubblicizzano il documentario”. Il figlio della senatrice ha assicurato che, insieme al loro penalista, valuteranno ulteriori azioni legali per contrastare gli attacchi più pesanti.