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Lo scontro tra il Governo Italiano e la Corte penale internazionale per la liberazione del torturatore libico Almasri

Caso Libia, scontro tra governo e l’Aja. Un monentaccio. L’Italia denunciata davanti al tribunale internazionale per la liberazione del torturatore libico Almasri. Comunque la Cpi, la Corte Penale Internazionale, sta ancora valutando l’apertura di un fascicolo di indagine sull’operato del governo italiano per ostacolo alla giustizia nel caso del generale boia. Il tribunale ha dato una prima spiegazione: “Per ora nessuna inchiesta”.

Scontato il copione nello Stivale: opposizione all’attacco, maggioranza in difesa. In ogni caso, dopo la sceneggiata alle Camere, la vicenda si è trasformata in un caso internazionale. Volano gli stracci e francamente non è un bel vedere. Né un bel sentire. Sono ancora forti gli echi dello scontro parlamentare di mercoledì dove, come dice il politologo Giovanni Orsina,  “l’opposizione ha fatto a gara a chi offriva ai giornali il titolo migliore. È stato un boomerang; e la premier Meloni, non presentandosi ha rispettato la linea adottata. Ma il tentativo di voltare pagina è fallito”.

Sono rimasti nella memoria del collettivo epiteti rimbalzati in Aula come  “l’omino di burro”, “Mangiafuoco”, “Il presidente del coniglio”. Mai un dibattito parlamentare era sceso a tanto; picchiata a colpi di battute quasi di avanspettacolo se non di osteria. Eppure l’argomento era serio e grave come pochi.

Ne è uscito un brutto spettacolo, soprattutto perché si trattava di un tema con una sua specifica ed elevatissima drammaticità: il conflitto tra i diritti e l’interesse nazionale. E ciò ha portato allo svilimento della funzione parlamentare.

La denuncia di un cittadino sudanese

Tutto (o quasi) è partito dalla denuncia di una vittima delle torture del generale libico, rimpatriato con volo di Stato e non consegnato. Si tratta di un cittadino sudanese del Darfur rifugiato in Francia che già nel 2019, attraverso i suoi legali, aveva raccontato agli investigatori l’odissea vissuta assieme alla moglie quando erano imprigionati in Libia.

Lo scontro tra il Governo Italiano e la Corte penale internazionale per la liberazione del torturatore libico Almasri (nella foto Ansa la premier Meloni con il ministro Nordio) – Blitz Quotidano

Ha ironizzato il ministro Nordio:  “Tutti indagano un po’ su tutto”. Ha rincarato la dose il ministro Tajani: “Ho molte riserve sul comportamento della Corte Penale su questa vicenda. Forse bisogna aprire una inchiesta su di loro”. Morale: se anche Tajani ha attaccato così, significa che il clima è diventato rovente.

Opposizione sulle barricate

Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle ritiene che sia proprio il Governo a dover rispondere “di questa violazione gravissima di fronte alla Giustizia Internazionale e al popolo italiano”. Ha aggiunto Riccardo Magi, segretario di + Europa: “La levata di scudi della maggioranza è il solito vittimismo meloniano”.

Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, è tornata a pungere il Guardasigilli Nordio: “Le sue dichiarazioni hanno aperto un conflitto senza precedenti con la Corte; e Meloni si nasconde”.

Pd e M5S stanno lavorando a una mozione di sfiducia contro Nordio. Al contrattacco FdI con una informativa urgente sul “caso Campania” sugli sviluppi della inchiesta di Salerno sulla gestione del click Day e il decreto flussi che coinvolge il tesoriere Pd.

La maggioranza fa quadrato, l’assist di Trump

Sia sui giornali che nei talk show, la maggioranza ha fatto quadrato con toni anche aspri. Ha detto Maurizio Gasparri, capo gruppo di Forza Italia al Senato: “La Corte è priva di reputazione e credibilità. Ha considerato questo libico da vigilare col bollino blu finché stava in Germania, poi bollino rosso appena è arrivato in Italia”.

La Cpi è nel mirino anche di Donald Trump: il presidente americano ha firmato un esecutivo che sanziona la Corte Penale sia finanziariamente sia con restrizioni ai visti. Il tycoon ha accusato l’Aia di “aver preso di mira, in modo improprio, Usa e Israele”. Ma la Cpi ha incassato immediatamente la solidarietà dell’Onu: “La Corte Penale è un pilastro del sistema giudiziario”. Ne vedremo delle belle.

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Enrico Pirondini