Con il 51,2% dei voti, Nicolas Maduro è stato confermato presidente del Venezuela, sconfiggendo il rivale Edmundo Gonzalez Urrutia, che ha ottenuto il 44,02%. Con l’80% delle schede scrutinate, Maduro guiderà il paese fino al 2030, prolungando la sua leadership a 17 anni, superando il suo mentore Hugo Chavez. Chavez, che scelse Maduro come suo successore prima della sua morte nel 2012, avrebbe compiuto 70 anni proprio nel giorno delle elezioni, rendendo questa vittoria particolarmente significativa per Maduro e i suoi sostenitori.
Il sostegno dei suoi fedeli
Maduro ha celebrato la vittoria con migliaia di supporter davanti al Palazzo Miraflores, dichiarando: “Non ci sono riusciti con le sanzioni, con l’aggressione, con la minaccia. Non ce l’hanno fatta ora e non ce la faranno mai con la dignità del popolo del Venezuela”. Ha poi aggiunto: “Chavez vive. Chavez questo trionfo è tuo. Hasta la victoria siempre. Voi siete il popolo della pace, il popolo di Dio”, sottolineando il suo continuo impegno nel progetto socialista bolivariano. Inoltre, Maduro ha denunciato un massiccio attacco hacker al Consiglio elettorale, accusando i suoi oppositori di tentare di screditare il processo elettorale.
I dubbi sulla legittimità delle elezioni
La vittoria di Maduro non è stata accolta positivamente da tutti. Il segretario di Stato USA, Antony Blinken, ha espresso “seri dubbi” sulla legittimità dei risultati, sostenendo che non rappresentano la volontà del popolo venezuelano. Anche la vicepresidente USA, Kamala Harris, insieme a sette Paesi dell’America Latina, ha chiesto il rispetto della volontà popolare. Questa posizione riflette la lunga storia di critiche internazionali verso il governo di Maduro, già accusato di violazioni dei diritti umani e sottoposto a numerose sanzioni internazionali.
Da autista di autobus a presidente
Nicolas Maduro, ex autista di autobus, ha avuto una carriera politica lunga e controversa. In 25 anni, è stato deputato, presidente del Parlamento, ministro degli Esteri e capo del Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv). Dal 2012, è stato designato erede di Chavez, assumendo il ruolo di presidente ad interim fino alle elezioni del 2013, dove ha ottenuto il 50,61% dei voti contro Henrique Capriles. Nel 2018, ha vinto nuovamente contro Henri Falcón, un risultato contestato dalla comunità internazionale. Durante il suo mandato, il Venezuela ha vissuto periodi di grandi turbolenze, con proteste e repressioni che hanno portato a accuse di violazione dei diritti umani da parte delle Nazioni Unite, indagini della Corte penale internazionale e numerose sanzioni internazionali.
Maduro ha costruito la sua leadership sull’eredità di Chavez, ma il suo governo è stato segnato da crisi economiche e politiche. Nonostante le difficoltà, è riuscito a mantenere il potere, promettendo di continuare il progetto socialista bolivariano iniziato dal suo mentore.