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Marina Berlusconi: "Spero che Trump non diventi il rottamatore dell'Occidente" (foto Ansa) - Blitz Quotidiano
Marina Berlusconi, intervistata dal Foglio, attacca Donald Trump sulla politica dei dazi. La pressione esercitata dal neo-presidente Usa, dice, “si trasformerà in una forza centrifuga sempre più violenta, capace di separare e dividere la comunità occidentale”.
Secondo Marina Berlusconi, il rischio è che gli Stati Uniti, da principali garanti dell’Occidente, non abbiano ora un presidente che ambisce a far diventare quel Paese il ‘rottamatore’ dell’Occidente stesso.
Già in autunno, la primogenita di Silvio Berlusconi si disse “perplessa” dagli annunci del tycoon in campagna elettorale e usò lo stesso termine scelto dal padre quando Trump, nove anni fa, si insediò per la prima volta alla Casa Bianca. L’ex premier, allora, contava comunque su “buone sorprese”, augurandosi che potesse diventare amico di Vladimir Putin, come accaduto anche grazie allo stesso Berlusconi, a un altro presidente Usa, George W. Bush.
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Le parole di Marina Berlusconi
Ora, la telefonata al leader russo è stato uno dei momenti cruciali della vigorosa partenza di Trump su dazi e Ucraina. Secondo la presidente di Fininvest e Mondadori, i suoi “primi interventi” hanno “sì portato qualche vantaggio immediato agli Stati Uniti, ma alla lunga la sua strategia di mettere gli altri Paesi continuamente sotto pressione si trasformerà in una forza centrifuga sempre più violenta, capace di separare e dividere la comunità occidentale”.
Gli Usa da garanti a rottamatori dell’Occidente
La speranza di Marina Berlusconi è che “il Paese che è sempre stato il principale garante dell’Occidente non abbia ora un presidente che ambisce a diventare lui il ‘rottamatore’ dell’Occidente stesso, demolendo così tutto quello che l’America è stata negli ultimi 80 anni”.
L’intervista, rilasciata al direttore Claudio Cerasa, esce a ridosso del vertice di Parigi, in cui l’Europa prova a capire come trovare spazio al tavolo dei negoziati, e Giorgia Meloni si propone come ponte tra Washington e Bruxelles. “Se l’Europa verrà tagliata fuori dalla soluzione che sembra si stia profilando, dovrà anche fare una seria autocritica”, è la convinzione della figlia del fondatore di Forza Italia, secondo cui, per porre fine alla guerra, “sarà inevitabile un compromesso”, ma non dovrà “coincidere con la resa di Kiev e la vittoria di Mosca”.
“All’Ucraina spettano le garanzie necessarie per la sua sicurezza e la sua indipendenza”, sottolinea. Poi conclude: “Se fosse una pace fatta sulla pelle di Kyiv e dell’Europa, non credo si potrebbe considerare un bene”.