“La rivolta sociale e la lotta per la pace stanno assolutamente insieme perché sono la stessa cosa”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a Bologna per partecipare alla tappa emiliana della terza Marcia mondiale per la Pace.
Le parole di Landini
“La rivolta sociale non è mica un richiamo alla violenza – spiega Landini – , ma è la rivolta di ogni singola persona a non girarsi dall’altra parte di fronte alle disuguaglianze. Quindi essere qui per la pace vuol proprio dire rivoltarsi contro la guerra, vuol dire non accettare quella logica lì. Non ci si può rassegnare”.
Per il leader della Cgil, “in un Paese dove metà dei cittadini non va a votare, penso che dovrebbero tutti preoccuparsi che c’è una crisi democratica e dovrebbero tutti chiedere alle persone di non delegare a qualcun altro, ma di ascendere in piazza e di mobilitarsi”.
E ancora: “C’è una differenza: uno sciopero lo puoi proclamare, noi lo facciamo e chiediamo alle persone di partecipare. La rivolta sociale è determinata se le persone reagiscono e si mettono in movimento. E se qualcuno di fronte alle ingiustizie non gli viene da rivoltarsi, non so che cosa dirgli. Se invece pensa che sia necessario non stare a guardare e mettersi assieme agli altri per cambiare questa situazione, secondo me è importante. Anche perché se non ti rivolti di fronte alle ingiustizie, che persona sei? Che vita fai?”.
Per questo, insiste Landini, “essere qui per la pace è essere qui per la libertà delle persone. Non si è liberi quando c’è la guerra, se si è precari, se non arrivi a fine mese, se non sei in grado di curarti o se addirittura muori sul lavoro. Quindi lo sciopero, la rivolta sociale e la lotta per la pace sono la stessa cosa”.