Medioriente in fiamme. Sangue italiano in Libano. E il caso Netanyahu (accusato di crimini contro l’umanità dalla Corte penale dell’Aia) divide il governo Meloni e la UE; l’opposizione ha invitato la premier a chiarire in Aula la linea dell’esecutivo sulla richiesta di arresto del primo ministro israeliano.
A rendere ancor più in fibrillazione la Politica nel Bel Paese c’è la calata di Grillo a Roma sulla Costituente M5S per rubare la scena a Conte (ma rischia di essere fischiato); la stretta sui giudici voluta dal ministro Nordio e il conseguente richiamo (“I magistrati parlino col buonsenso”) e in Cdm arrivano le sanzioni per le toghe che commentano le norme di cui si occupano. C’è poi la spaccatura del sindacato: Luigi Sbarra (Cisl ) contro Landini (CGIL). Duro il leader della CISL: “Landini lascia soli i lavoratori perché cerca sempre lo scontro”.
Sullo sfondo la critica della Cgil che ha bocciato il protocollo sugli scioperi firmato per il Giubileo 2025 definendolo “coercitivo “. La CISL ha invece scelto di sottoscriverlo. Ha aggiunto Sbarra: “Abbiamo firmato un accordo sul Giubileo che evita disagi senza ledere il diritto di sciopero”. Poi la stoccata che infiamma lo scenario: “In un Paese che ha visto la P38 in piazza, bisognerebbe misurare attentamente le parole”.
Ma è il Medi Oriente il tema centrale del giorno. Il ferimento di quattro soldati italiani della Brigata Sassari ha messo in imbarazzo il governo. Meloni e Tajani si affidano al G7 e rinviano ogni commento salvo sottolineare che gli “attacchi sono inaccettabili”. Viceversa Salvini si è smarcato. Il ministro della Difesa Guido Crosetto si è limitato a dire: “È intollerabile che ancora una volta una base Unifil sia stata colpita. Cercherò di parlare con il nuovo ministro della difesa israeliano, cosa finora impossibile, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza del Caschi Blu e dei civili”.
I parlamentari del M5S hanno chiesto a Crosetto di “chiarire il riferimento a Israele sull’uso delle basi Unifil come scudi”. È il caso di ricordare che la missione Unifil in Libano conta circa 10.500 militari provenienti da 46 Paesi. I soldati italiani sono 1.200 e hanno il compito di controllare il ritiro israeliano dal Libano dopo l’invasione.
Le polemiche sul caso Netanyau non si placano. Giovedì scorso, dopo più di un anno di guerra e circa 44.000 morti nella Striscia di Gaza, la Corte Penale Internazionale ha spiccato il mandato di arresto per presunti crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella Striscia dopo il 7 ottobre 2023. Fonti dell’Onu avvertono che “i combattimenti si sono intensificati negli ultimi giorni”. E il portavoce Unifil Andrea Tenenti conferma: ”La situazione peggiora ma non pensiamo al ritiro: in Libano sarebbe il caos”.