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Meloni e Zakharova, due donne alla ribalta: la russa Maria attacca Mattarella, Giorgia da Trump non molla su Kiev - Blitzquotidiano.it (Giorgia Meloni nella foto Ansa)
Maria Zakharova e Giorgia Meloni, due donne alla ribalta della politica internazionale nell’ultimo weekend: la portavoce russa ha attaccato Mattarella, Giorgia da Trump non ha mollato su Kiev.
Maria Zakharova e Giorgia Meloni, due donne alla ribalta della politica internazionale nell’ultimo weekend. Due donne al centro delle attenzioni intervenute da due capitali del globo: Mosca e Washington . Con parole sorprendenti e divisive, comunque meritevoli di analisi e riflessioni. Vediamo.
MARIA, LA VOCE GRAFFIANTE DI PUTIN

La portavoce del Cremlino ha attaccato per la terza volta, in pochi giorni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, reo di aver accostato le scelte russe a quelle del Terzo Reich nazista. Frasi che Mosca ha bollato come “ blasfeme” e che avrebbero provocato la reazione di ben 20.000 italiani che, in una petizione, si sono discostati dal capo dello Stato. Le firme sono state consegnate alla Zakharova in un video sui social da un giornalista che vive nel Donbass, Vincenzo Lorusso.
Lo show di Maria si è concluso con un pianto e le note di Bella Ciao. Il siparietto post-sovietico va inquadrato nel momento attuale, cruciale e delicato. Un momento emblematico in cui assistiamo al ricatto degli USA a Kiev ( accordo sulle terre rare o stop ai satelliti Starling)e ai difficili negoziati per una pace giusta
GIORGIA MELONI, IL MESSAGGIO CHIARO A TRUMP
La premier italiana è intervenuta in collegamento con il Maryland parlando alla kermesse mondiale dei partiti conservatori, chiusa sabato a Oxon Hill. Un discorso in inglese di circa 15 minuti nel quale il capo del governo italiano non ha pronunciato né il nome di Zelensky e neppure quello di Putin. Si è solo prodigata per rinsaldare il rapporto con il presidente americano Trump (non ci allontaneremo da lui, e si eviteranno i disastri del passato”), pur criticando la politica trumpiana dei dazi senza cambiare idea sull’Ucraina, il cui popolo “ ha subito una aggressione “ da parte della Russia.
Di più: la Meloni ha fatto di tutto per non isolarsi nella Unione Europea. Ha glissato sul braccio teso di Steve Bannon, ex consigliere del tycoon, che nell’intervento di giovedì ha ricordato un saluto nazista scatenando polemiche in Italia e persino la rinuncia di un leader europeo a partecipare alla kermesse americana, cioè il lepenista francese Jordan Bardella. Ma il punto chiave dell’intervento della premier e’ stato in ogni caso il fatto che la Meloni non intende assolutamente mollare su Kiev.
Giorgia ha tenuto il punto:” Gli ucraini combattono per la libertà “. Secondo punto: i dazi Usa. La premier e’ stata tranciante:” Le nostre economie sono legate, diciamo no a uno scontro commerciale”. Dem critici irriducibili con il mantra “ Meloni vassallo degli USA”. Ma Calenda ha apprezzato la fermezza di Giorgia:” Parole chiare e nette in un contesto difficile”.