La premier Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto in Aula (Foto Ansa)
Tensione alla Camera durante il discorso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il dibattito si è acceso quando la premier ha citato alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, in particolare quelli sulla “rivoluzione socialista europea” e sull’abolizione della proprietà privata. Le opposizioni hanno reagito con fischi e proteste, costringendo il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, a sospendere la seduta. Ma andiamo con ordine.
Alla Camera per replicare dopo la discussione sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Europeo, la premier Giorgia Meloni aveva detto di aver “tenuto una posizione che mi pare essere stata chiara, sia sulle proposte che alcuni nostri colleghi portano avanti, a mio avviso poco efficaci, sia su quella che porta avanti l’Italia, ossia estendere una struttura che ricalchi l’articolo 5 della Nato anche all’Ucraina: è più semplice, più efficace delle altre anche perché aiuterebbe a svelare un bluff. Se la Russia non ha in mente di invadere nuovamente i suoi vicini, non si capisce perché non dovrebbe accettare garanzie di sicurezza difensive”.
Ho detto “già ieri quali sono le “criticità e ho chiesto di chiarire cosa si intenda per spese di difesa, per questo è stata posta la questione di Rearm europe”. Non si tratta “di una questione semantica ma di merito, di cosa ci stiamo occupando, penso che su questo si possa essere d’accordo con noi”. E se è “no, allora compreremo solo le armi”.
“La posizione del governo – ha continuato – è chiara, noi abbiamo fatto le nostre valutazioni, il governo aveva chiesto lo scorporo delle spese difesa dal calcolo del Patto di stabilità. Oggi però non possiamo non porre il problema che l’intero Piano presentato dalla presidente della Commissione Ue von der Leyen si basa quasi completamente del debito nazionale degli Stati”.
“È la ragione per cui stiamo facendo altre proposte – ha spiegato ancora – perché ci aiuta scomputare le spese, però dall’altra parte una priorità deve essere favorire gli investimenti privati su questa materia. Con Giorgetti abbiamo elaborato una proposta che ricalca l’Invest Eu, con garanzie europee per investimenti privati e cerchiamo di rendere questo piano maggiormente sostenibile. Ma la posizione mi pare chiara”.
Ieri c’è stata “una lunga conversazione tra il presidente Donald Trump e il presidente Vladimir Putin: tra i punti discussi c’è l’ipotesi di un parziale cessate il fuoco limitato alle infrastrutture strategiche”. Si tratta di “un primissimo spiraglio che va nel senso di quanto concordato a monte tra Trump e Zelensky” a Gedda. E ancora: “Noi sosteniamo gli sforzi del presidente Trump, è un leader forte per porre le condizioni per garantire una pace giusta e dura. Non vedremo le scene di debolezza che abbiamo visto in Afghanistan, la partita si gioca sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina”
Tra i banchi del governo non ci sono i ministri leghisti ma la premier ha minimizzato: “La compattezza del governo non è data dalla presenza dei ministri in Aula, anzi ho detto spesso che quando sono impegnati in altre vicende fanno bene a fare il loro lavoro, penso che dare risposte ai cittadini sia molto più importante che fare compagnia a me, me la posso cavare da sola”.
Poi l’attacco al Manifesto di Ventotene: “Non mi è chiarissima la vostra idea di Europa”, ha dichiarato, aggiungendo di sperare che chi lo ha citato “non lo abbia mai letto davvero, perché l’alternativa sarebbe spaventosa”. Questa affermazione ha scatenato una dura reazione dai banchi dell’opposizione, con fischi e urla che hanno reso impossibile proseguire la seduta. A quel punto, il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha deciso di sospendere i lavori.