Meloni, la lunga lista dei problemi; Macron e Scholz in Ue, Salvini e Tajani a Roma.
Nonostante la vittoria senza se e senza ma alle europee di giugno, Giorgia Meloni ha davanti a sè un periodo di grandi difficoltà. Ogni giorno, appena si alza, deve risolvere due, tre, cinque problemi che hanno un filo diretto con il suo futuro.ma soprattutto con quello del Paese.
A volte, anzi spesso, deve agire da sola perchè l’esecutivo che lei stessa in parte ha scelto non è in grado di risolvere determinate situazioni. Tanto più che a metterla nei guai sono i suoi più stretti collaboratori che si fanno travolgere da avvenimenti dai quali non sanno come uscire.Sarebbe probabilmente necessario un rimpasto del suo Gabinetto, ma questo è un sostantivo che Giorgia rifiuta in maniera netta.
Non se ne parla nemmeno, però in questo modo i guai si accavallano e diventa sempre più difficile venirne a capo. Da ultimo, ma non meno importante, ecco presentarsi il rapporto con i suoi due vice premier. In Europa ognuno va per la sua strada, infischiandosene di quel che può succedere. Ragione per cui Antonio Tajani è con i popolari, Matteo Salvini con Marine Le Pen.
A Giorgia, quindi tocca barcamenarsi senza dimenticare che lei è il presidente del gruppo dei conservatori e riformisti europei.
Vogliamo poi stendere un velo pietoso sull’accordo che la premier ha con i vice? Basterà riguardare il filmato del suo intervento a Montecitorio il giorno prima di partire per Bruxelles all’incontro con gli altri capi di stato e di governo. Tajani applaudiva come se glielo avesse ordinato il dottore; Salvini era in tutte altre faccende affaccendato pensando probabilmente alla situazione non proprio allegra della Lega. Tanto è vero questo che nel momento in cui il presidente del consiglio ha rammentato la morte a Latina del bracciante indiano, tutti i deputati si sono alzati e Giorgia ha dovuto sollecitare Tajani e Salvini che erano al suo fianco.
Stando cos’ le cose, si potrà comprendere quanto sarà complicato il cammino alla guida del Paese.Perchè, oltre alle defaillance di alcuni dei suoi ministri, c’è una opposizione rinvigorita dai ballottaggi che hanno sancito la vittoria nei sei capoluoghi di regione. Elly Schlein che è riuscita dopo tanti sforzi a rappattumare il campo largo, ha ripetuto a Giorgia: “Stiamo arrivando, siine certa”.
Quali sono le mosse o le decisioni che il presidente del consiglio deve prendere per una rotta meno agitata? Delle tre grandi promesse fatte in campagna elettorale, una è andata in porto.
Pur tra mille ostacoli, l’autonomia differenziata è oggi una legge dello stato avendo avuto la firma e quindi l’avallo di Sergio Mattarella. Mancano all’appello: la riforma della giustizia che procede a tentoni e il premierato su cui Giorgia si è impegnata allo spasimo. E’ chiaro che non si potrà più menar il cane per l’aia.
Il governo deve procedere a passi spediti senza il timore di un eventuale referendum. Avere titubanze vuol dire indispettire l’elettore che magari ti ha dato il voto fidandosi di quelle scelte. Comportarsi diversamente significa aver paura e questo alla gente non piace affatto perchè ha bisogno di sicurezze e non di passi avanti e indietro.
Alla fine dell’autunno, si vedrà se la musica è cambiata ed è tornata quella della luna di miele fra gli italiani e Giorgia. Altrimenti, il futuro sarà incerto, soprattutto per i problemi politici ed economici che il nostro Paese dovrà affrontare con nuovi sacrifici per centinaia di migliaia di famiglie.