“Per la Shoah, il fascismo fu complice del nazismo”, dice con chiarezza Giorgia Meloni.
A sinistra squilla l’allarme perché ora non sarà semplice attaccare la premier sulla nostalgia del ventennio. In via del Nazareno, sede del Pd, il telefono squilla di continuo: “Come dobbiamo comportarci?”, chiedono in molti.
Un momento di pazienza. Ci pensa l’onorevole Alessandro Zan che in diretta su un programma televisivo assai di parte, replica secco: “Noi vogliamo sentir dire dal presidente del consiglio questa frase di sole tre parole: “Non sono fascista”.
Meloni toglie un argomento agli avversari
E’ nervoso il deputato del Pd, forse si rende conto che su questo argomento sarà difficile districarsi in futuro. Infatti, non ci sono grandi dichiarazioni al riguardo. Elly Schlein tace e così gli altri massimi dirigenti del partito.
Sono stati presi in contropiede dalla premier, certo non si aspettavano un’affermazione del genere proprio nel Giorno della Memoria.
Non bisogna disperare: fra pochissimo, l’opposizione troverà un altro cavillo per dimostrare che il legame di certa destra con il passato non si è rotto. Prenderanno, ad esempio, qualche busto di Benito Mussolini custodito in una stanza e ben in vista sulla scrivania.
Oppure, scavando nel passato remoto, troveranno qualche parola ambigua pronunciata chissà quando dall’inquilina di Palazzo Chigi.
Un te nel deserto
E’ imbarazzante il comportamento di alcuni esponenti politici della sinistra i quali non sanno più a che santo appigliarsi.
Non avendo più frecce al loro arco, si disperano e trovano in qualche modo un quid su cui si potrà basare una polemica (di nessun conto).
Ogni iniziativa del governo viene vivisezionata dai dem sperando in uno scivolone di chi guida il Paese. Intendiamoci: chi non la pensa come la triade che guida l’Italia ha tutte le facoltà e il diritto di andare alla ricerca di qualche pretesto. Questo è il sale della democrazia.
Ma insieme con la sacrosanta verifica non devono mancare anche il buon senso e l’intelligenza degli oppositori per evitare che l’attacco possa diventare un boomerang.
E’ attualissima la notizia del viaggio di Giorgia Meloni in Arabia allo scopo di incontrare il principe Bin Salman e al termine della visita stringere un accordo commerciale di dieci miliardi. Un affarone per le casse dello Stato.
Si, però…… La Meloni è andata a prendere il the nella tenda situata in pieno deserto, non aveva il velo in testa, non doveva stringere la mano al suo ospite secondo i dettami della diplomazia islamica.
Dei miliardi non si parla, finiscono in secondo piano, nemmeno fossero bruscolini. Probabilmente potranno ridare ossigeno all’economia del nostro Paese, ma questo è un piccolo particolare che, secondo i dem, non attira la gente.
Fra i tanti esponenti dell’opposizione si è troppo impegnati a verificare quello che fanno gli amici-nemici.
Il campo largo è morto e sepolto, però c’è ancora qualcuno che ci crede. La Schlein? E’ il suo ultimo baluardo, perché per il momento non le rimane che il duo Fratojanni- Bonelli e un Matteo Renzi che pensa giorno e notte come strappare un titolo sui giornali.
I 5Stelle rimangono in attesa, plaudono all’ex ministro Dario Franceschini il quale afferma senza mezzi termini che “divisi si vince”. Giuseppe Conte sorride, Chiara Appendino, una sua fedelissima, ripete convinta che “si può correre da soli e…… “ Si va alla ricerca non del tempo perduto, ma di un qualsiasi altro argomento su cui si possa discutere e magari litigare. Che altro se no?