Il premierato tanto caro a Giorgia Meloni è morto ancor prima di nascere. La madre di tutte le riforme non è riuscita a portare a termine la gravidanza. Questo è quel che crede con notevole ironia la sinistra. Ma è proprio così?
Giorgia Meloni non demorde e ritiene che la stabilità di un governo dipenda proprio da questa storica novità che non va proprio giù all’opposizione.
Durante la conferenza stampa del nove gennaio la premier ne ha parlato ed è convinta che prima o poi pure chi non la pensa come la maggioranza si convincerà. E’ solo un desiderio, un sogno che non si avvererà?
Il carattere di chi guida Palazzo Chigi lo conosciamo: è un Capricorno testardo che non ama la retro-marche. Ragione per cui non è detto che in futuro (magari non prossimo) lei non vinca anche questa battaglia.
D’altronde chi si aspettava che il caso di Cecilia Sala sarebbe stato risolto in una manciata di giorni? Ora, la nostra giornalista è tornata a casa, Mohammad Abedin è stato scarcerato ed è volato immediatamente in Iran. Quindi, tutte le previsioni catastrofiche che venivano fatte sull’episodio sono svanite nel nulla. L’Italia si è genuflessa agli Stati Uniti? Assolutamente no. Il Paese è stato svenduto a Trump? Niente affatto. Tutto è avvenuto nel silenzio mentre le polemiche divampavano e prevedevano sfasci nefasti.
Meloni dopo il caso Sala
Ecco perché, conoscendo ormai la premier, non si può affermare con sicurezza che il premierato è abortito. Le riforme, specialmente quelle costituzionali, richiedono tempo e tanta pazienza e diplomazia.
Con questo non vogliamo dire che la Meloni avrà partita vinta: in cuor suo la speranza non è svanita e se la luna di miele con gli italiani continuerà potrebbe darsi che lei raggiunga anche un proposito difficile, ma non impossibile.
D’altronde, non bisogna dimenticare lo scenario della nostra politica. C’è una minoranza che naviga in acque che non si possono considerare tranquille. Nel Pd Elly Schlein è nel mirino di una corrente che non le dà pace. Sono i cosiddetti moderati che non ne vogliono sapere di digerire la rivoluzione di sinistra della segretaria.
C’è una voglia di centro irrefrenabile, ma anche tra i nostalgici della Dc non esiste una perfetta sintonia. In questa settimana si svolgeranno due manifestazioni a Milano e a Orvieto di quanti vorrebbero fare un passo indietro. Una, voluta da Graziano del Rio, ha tra i suoi seguaci Romano Prodi e Ernesto Ruffini, detto mister tasse; l’altra, forse più modesta, è guidata (scusate se è poco) da un ex presidente del Consiglio, al secolo Paolo Gentiloni.
Comunque, pur avendo un obiettivo comune (quello di cambiare il volto del Pd), le due fazioni la pensano in modo diverso. I Prodiani, sono quella parte della sinistra Dc che ha dalla sua anche personaggi di un certo prestigio; i Gentiloniani sono più centristi e, ad esempio, sull’Ucraina e sulla guerra hanno idee praticamente opposte.
La forza di Schlein
E’ un Pd che va avanti perché la Schlein è una donna determinata che non si piega. Vuole il campo largo, ma i problemi da superare sono tanti.
Soprattutto quelli con i 5Stelle e Giuseppe Conte. Il presidente dei pentastellati si considera un uomo di sinistra, ma indipendente. Il che significa che non vorrà mai fare la ruota di scorta o il panchinaro. Lui vuole giocare e non essere una riserva, ma un titolare.
Ora c’è il caso della governatrice della Sardegna che inquina ancora di più le acque. Che cosa succederà se Alessandra Todde dovesse lasciare la poltrona perché la giustizia ritiene che lei debba essere considerata “decaduta”?
Al contrario, Elly e Giuseppe concordano sul fatto che Vincenzo De Luca non potrà fare un terzo mandato come presidente della regione. Per questo stanno cercando un nome che possa tranquillizzare eletti ed elettori. Circola con insistenza il nome di Roberto Fico, l’ex presidente della Camera dei deputati, un grillino doc. Sarà l’uomo giusto? Chissà? Forse? Ma nessuna previsione è possibile in Campania.
Stando così le cose, è chiaro che la premier non debba temere per ora il futuro, anche e soprattutto per quanto è riuscita a fare riportando a casa Cecilia Sala. I sondaggi la considerano sempre di più in vantaggio, il suo partito sfiora ormai il trenta per cento. Allora, può dirsi davvero morto il premierato?