Migranti, dove si nasconde l’Europa? Dove sono finiti la presidente Von der Leyen e gli altri primi ministri che avevano promesso pochi mesi fa a Giorgia Meloni che il problema dei migranti sarebbe stato chiarito? Come? Ridistribuendo coloro che arrivavano a Lampedusa, (unico confine) nei vari stati del vecchio continente di modo che il problema sarebbe stato risolto equamente. Così si decise o, almeno, così si promise. Invece? Sono tutti spariti nel nulla gli amici dell’Italia o presunti tali.
La conseguenza è che le coste siciliane, in particolare Lampedusa, vengono prese d’assalto dalle varie imbarcazioni partite dalla Tunisia o dalla Libia, creando un doppio disastro. Primo: l’impossibilità di accogliere in maniera decente queste persone e questi bambini che fuggono dalla loro terra perché lì si muore di fame. Secondo: la difficoltà a sistemarli nelle nostre varie regioni. Il motivo? Semplice: alcuni sindaci, specialmente del Nord, sostengono di essere vicinissimi al collasso e di non poter più ospitare nessuno per via di problemi logistici assai comprensibili.
Non hanno tutti i torti questi sindaci che protestano. Bisogna tener presente che in specie nei piccoli paesi quando si superano certi numeri, diventa oltremodo complicata l’accoglienza. Non esistono case per un rifugio di emergenza, non ci sono quelle strutture che potrebbero ospitare i migranti e rendere più facile la solidarietà tra gli uni e gli altri. E’ vero che molti primi cittadini ci “marciano” per difendere la privacy dei loro compaesani. Comunque anche questo è un problema che finisce sul tavolo di Giorgia Meloni che si appresta a combattere su più fronti. Quando? Subito, già dai primi di settembre. Perché un simile distacco fra l’Italia e gli altri Paesi europei? Come mai non ci si rende conto che andando avanti di questo passo la crisi (infatti di crisi si tratta) diventerà sempre più difficile per non dire irreversibile?
La verità è una ed una sola soltanto malgrado si parli molto di un vecchio continente unito pronto a far fronte comune qualora ce ne fosse bisogno. In questo caso, è semplice lavarsene le mani, tanto in specie in Olanda, Svezia, Danimarca e ancora più su questa è una difficoltà che non li tocca. Facile pensarla così: “I migranti sbarcano a Lampedusa che è una isola italiana, quindi tocca al governo di Roma sbrogliarsela”.
E le promesse e gli accordi presi qualche mese fa? Smarriti, anzi scomparsi, cosicché la matassa dobbiamo scioglierla noi. Giusto o assolutamente ingiusto questa è la realtà. Una situazione che viene immediatamente colta al volo dalle forze di opposizione che indicano nella Meloni la responsabilità di un tale disastro. “Non diceva che bisognava portare avanti un cosiddetto nuovo piano Mattei che in poco tempo avrebbe aiutato il nostro Paese perché gli sbarchi sarebbero diminuiti?”
Al contrario, sostengono ancora gli esponenti del centro sinistra, sono duplicati se non triplicati. “E’ necessario aprire tutti i porti”, dice Elly Schlein”. Per fare che? Per aumentare l’ arrivo in Sicilia di altre decine di imbarcazioni? Da destra, le opinioni sono naturalmente altre. “Occorre stabilire regole più stringenti per i rimpatri”. Ma anche queste sono belle parole e nulla più. Negli anni passati abbiamo toccato con mano quanto siano difficili queste operazioni che richiedono un ulteriore accordo fra l’Italia ed il Paese da cui queste persone sono fuggite. Comunque la si voglia prendere, il nodo da sciogliere è sempre quello europeo. Giorgia Meloni lo sa e lo sta vivendo sulla sua pelle. Con Matteo Salvini ha avuto un colloquio di quattro ore. Avranno parlato di tutto. La speranza è che abbiano anche affrontato questa complicatissima questione.
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