Migranti clandestini in Albania. Si torna in Italia: la crociera è durata, come al solito, 48 ore.
Il governo è stato battuto per la terza volta, ha vinto la magistratura. I migranti salgono sulla nave della Marina per essere di nuovo nostri ospiti.
C’è chi plaude: a sinistra sono tutti contro Palazzo Chigi. A destra si è stupefatti: “Andremo avanti, nonostante tutto”.
Eddy Schlein bada al sodo: “Si sono buttati al vento i milioni di euro degli italiani”. Il ritornello è lo stesso: lo abbiamo imparato a memoria. Potremmo essere noi ad emettere una sentenza prima che si pronunci la magistratura.
Ora, che cosa ci si deve aspettare per il futuro? Lo scontro fra i due poteri dello Stato si protrarrà all’infinito? oppure finalmente si troverà una soluzione che gioverà al Paese? Si è dinanzi ad un bivio che potrebbe diventare pericoloso (se non lo è già).
Continua il braccio di ferro sui migranti
Dunque, si ricomincia da capo. Il braccio di ferro non ha un attimo di pausa e meraviglia quanti “osservano il fenomeno”. Qui non si tratta più di sapere chi vince o chi perde. Il risultato finale non conta in casi del genere.
Non dobbiamo, anzi non ci si deve far travolgere dall’ideologia, bisogna guardare in faccia la realtà e chiedersi come bisogna agire per evitare che tutti, proprio tutti, sbattano la testa contro il muro.
Ancora oggi, dinanzi ad uno sfascio del genere, si continua a guerreggiare infischiandosene del nostro futuro. Ha ragione Claudio Martelli (che fu ministro della giustizia) quando sostiene che da questa situazione è necessario uscire in fretta.
Meloni furiosa
Non possono due poteri dello Stato arrivare fino al punto in cui siamo. Giorgia Meloni è furiosa: ”Io costruisco, gli altri smontano”, afferma. La replica è immediata: “E’ la terza volta che il governo va KO. Fin quando durerà questa pericolosa gestione?”.
E’ un aggettivo che viene ripetuto spesso dalla minoranza. Lo stesso Romano Prodi, ora risorto per costruire un nuovo centro, ritiene che questo esecutivo potrebbe portarci allo sfascio. In parole semplici, invece di usare la testa e soprattutto il cervello, si continua a cercare il colpo per mettere al tappeto l’avversario invece che creare un dialogo capace di evitare il tracollo.
Niente da fare: ormai si è arrivati allo scontro totale e non si rinuncia ad andare alla ricerca di una frase ad effetto che faccia pendere la bilancia dalla tua parte.
L’Albania è nell’occhio del ciclone. Perché proprio lì si volevano trasferire gli irregolari? Sempre Romano (rinato e pronto a fare lo sgambetto alla Schlein) lancia una proposta che non ha più ragione di esistere. “Perché non in Calabria?”, sostiene. “Si sarebbe venuti incontro ad una regione che non naviga in buone acque”.
Eccola trovata la soluzione: si vuole riempire quel pezzo di territorio (il sud del sud) con gente che non ha una qualifica, non saprebbe che cosa fare e magari aumenterebbe l’esercito della manovalanza mafiosa.
Se non essere preda di quei furfanti che pagano due euro l’ora ad un poveretto in grado almeno di comprarsi un pezzo di pane per sfamarsi.
Siamo dunque alle idee senza né capo, né coda. Invece di trovare un denominatore comune e sedersi attorno ad un tavolo per cercare una soluzione si cerca con demagogia di lanciare una proposta che strappi il titolo su un giornale. Indebolire il governo, puntare il dito contro la magistratura malata di politica?
Lasciamo andare questi interrogativi e studiamo una soluzione che possa dare al nostro Paese il futuro che merita.
Il dibattito negativo si allarga: il caso del generale Almarsi è sempre in primo piano, destra e sinistra continuano a “sbranarsi” invece che collaborare.
Nella bolgia, entra di prepotenza anche Bruno Vespa che difende l’operato del governo. Contro di lui, emerge di nuovo l’ex ministro Andrea Orlando che deve aver digerito lo schiaffone rimediato in Liguria. Minaccia querele, alza la voce, forse va alla ricerca di un po’ di pubblicità.
E’ chiaro che non può essere questo il modo di dipanare la matassa. Forse, sarebbe indispensabile un intervento del Capo dello Stato che con la sua saggezza faccia comprendere a chi guerreggia che è ora di smetterla.
Ora è il tempo di trovare altre strade che portino alla riconciliazione tra i due fondamentali poteri dello Stato. Ne va dell’Italia e dei milioni di persone che ci abitano.