Due o tre cose bisogna pur dirle sull’ultima tragicommedia che ci ha regalato il ministero della Cultura. Un terremoto che ha scosso l’esecutivo, innervosito la premier, infuocato il clima dentro Fratelli d’Italia, trascinato sulle barricate i pro-vita, mandato fuori giri i critici di Sangiuliano.
Ministero Cultura, tre dimissioni in 50 giorni
Acceso una lite ruvida nel Transatlantico della Camera fra due della stessa sponda: Federico Mollicone e Antonella Giuli: lui romano, 53enne, presidente della Commissione Cultura della Camera, deputato da due legislature, lei, pure romana, sorella del ministro e storica portavoce di Francesco Lollobrigida nonché amica intima di Arianna Meloni.
Appena Antonella ha incrociato Mollicone gli ha chiesto conto, con fare accusatorio, di un presunto incontro con un giornalista insinuando che possa aver diffuso notizie riservate. Ne è uscito un siparietto virale. Lei che gli rifila l’etichetta di “persona piccola piccola “. Lui che alza la voce con un classico di famiglia: ”Che fai , mi stai minacciando?”.
Ma che tristezza il gossip anni 50
L’alterco è stato raffreddato dal deputato questore Paolo Tracassini, 61 anni, stessa scuderia, già sindaco di Leonessa (Rieti), avvocato civilista e pompiere suo malgrado. Elegantemente ha preso sottobraccio Antonella ed è finita lì. Per ora. Di solito però le faide hanno un seguito. Detto ciò ecco tre rapide riflessioni.
1) Se Giorgia Meloni non interviene subito, con i dovuti estintori, la faida può degenerare. E a rimetterci saranno in tanti.
2) Il neo ministro Giuli è sotto pressione. Tre dimissioni in 50 giorni è tanta roba. Prima Casanova Sangiuliano, poi il licenziamento del capo di gabinetto Francesco Gilioli, quindi lo strappo (l’altro giorno) del consigliere Francesco Spano – assunto da dieci giorni – “mostrificato” (copyright Alessandro Giuli) con attacchi sgradevoli. Si è preso del “pederasta”. Il prossimo dimissionario? Potrebbe essere lo stesso ministro Giuli. Tira aria di commissariamento. Le voci corrono.
3) La prossima puntata, in ogni caso, la vedremo su “Report” (Rai 3), il programma di Sigfrido Ranucci, romano della più bell’acqua, che racconterà, dicono, “la storia dei contratti di consulenza che il compagno di Spano – l’avvocato Marco Carnabuci – ha avuto dal Maxxi, il Museo delle arti del 21esimo secolo quando era direttore proprio Giuli”.
Questa storia la chiamano già “il caso Boccia al maschile”. Report parlerà di conflitto d’interessi. Ne vedremo delle belle. Ma che tristezza: siamo tornati al gossip anni 50.