Missili USA contro la Russia, razzi iraniani di Hezbollah sugli italiani. Il Cremlino cambia la dottrina nucleare. Cioè è possibile una risposta anche ad attacchi non atomici. Cambia anche (così pare) la strategia della potente organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista libanese: martedi 19 gli Hezbollah hanno lanciato ordigni contro Israele e otto razzi leggeri da 107 millimetri hanno colpito il quartier generale del contingente italiano di Unifil. Per fortuna nessun ferito; cinque nostri militari della missione ONU sono stati visitati in infermeria e le loro condizioni – si legge in un comunicato ufficiale – “non destano preoccupazione”. Tajani e Crosetto hanno confermato. È il caso di ricordare che martedì gli “incidenti“ sono stati tre; in un altro sono stati feriti quattro caschi blu ghanesi. Il quadro è a dir poco inquietante al punto che l’Argentina ha deciso di ritirare i propri uomini. È indubbio che il livello su sia alzato sia in Ucraina che in Medioriente. Tuttavia c’è ancora spazio per i negoziati.
È vero che, soprattutto la guerra in Ucraina che ha superato il tragico traguardo dei mille giorni, naviga a vista tra il rischio di una ulteriore escalation e i segnali di dialogo per i negoziati. Il Papa ha scritto al nunzio a Kiev sulla pace e la speranza: ”Dio chiederà conto delle lacrime sparse in Ucraina”. Pesano le minacce di Putin e la sua ipotetica risposta atomica in difesa della propria integrità territoriale. Da Washington hanno risposto che l’aggiornamento dello zar “non è una sorpresa ma l’ennesima retorica irresponsabile della Russia“. Ciononostante ci sono nuove voci per una possibile trattativa per mettere fine alla guerra.
Una guerra che rischia di tagliare il tragico traguardo dei 3 anni e già si contano quasi 1 milione di vittime della violenza tra morti e feriti sui 2 fronti. Certo, numeri ufficiali non ce ne sono. Ma sul fronte ucraino i soldati uccisi sarebbero 50-80.000 e i feriti potrebbero essere anche 400.000 mentre i morti civili sono circa 30.000; sconosciuto del tutto il dato dei dispersi. Sul fronte russo l’ipotesi è che il numero dei militari uccisi oscilli tra 115.000 e 190.000 e più di 400.000 feriti.
La UE sta riflettendo sul da farsi. In tanti guardano al ruolo di Trump alla guida degli USA da gennaio. Ma il suo ritorno alla Casa Bianca, dopo la promessa di mettere fine al conflitto nel più breve tempo possibile, si scontra con il rischio che le ultime scelte di Biden possano incendiare ulteriormente la situazione. Lo stesso Zelensky si è detto convinto che “con Trump la guerra finirà prima”. Anche da Mosca è partito un appello al tycoon “per il raggiungimento della pace”.
Ma a complicare le speranze di dialogo è spuntato il giallo dei due cavi per le comunicazioni recisi in 24 ore nel Mar Baltico. E così si torna a evocare la guerra ibrida e la pace è purtroppo ancora lontana.
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