Mourinho, beato lui, sospirano deputati e senatori: usare una lingua diversa dall’italiano

Mourinho, beato lui. Dicono fuori onda deputati e senatori: sarebbe bello poter seguire alla lettera il metodo Mourinho.

Cioè rispondendo alle domande imbarazzanti servendosi di una lingua diversa dall’italiano.

Se ti chiedono: c’è tranquillità e pace nel centro destra replichi in greco; se invece qualcuno si azzarda a dire che la poltrona della Schlein traballa replichi in finlandese; se ancora un esponente dell’opposizione non concorda sulla politica che segue il Pd si reagisce parlando in turco. Insomma, l’allenatore della Roma diventa un maestro ed in molti sarebbero pronti a seguirlo.

La realtà è che nei Palazzi la verità scotta ed è sempre più di moda il politicamente corretto, vale a dire: non prendere mai posizione e barcamenarsi dando un colpo al cerchio ed un altro alla botte. La conseguenza è che chi ti ascolta, e cioè la persona che poi un giorno andrà a votare, non si raccapezza più e non sa che pesci prendere.

Per non sbagliare invece di recarsi alle urne rimane a casa a leggere un bel libro o a seguire una interessante trasmissione alla tv.

Così accade che durante la campagna elettorale si ascoltano promesse che fanno gioire, proposte meravigliose su cui mai avresti pensato potessero essere avanzate dai Palazzi. Poi, invece, “finita la festa, gabbato lo santo”.

Le parole volano via come il vento e tutto rimane come prima. Quello che si sta vivendo oggi nel nostro Paese è proprio il continuo litigio fra destra e sinistra. Nonostante le elezioni europee si terranno nella primavera del 2024, siamo già in piena vigilia e ciascuno è pronto a fare lo sgambetto al nemico più che all’avversario.

“Mors tua, vita mea”: tutti contro tutti perché si voterà con il metodo proporzionale. Vietati gli inciuci e gli intrighi sottobanco con la complicità di chi sogna di sedere in Parlamento. 

Sarà una lotta dura e ogni errore potrebbe essere fatale al singolo o al partito a cui si appartiene. Ecco perché si guarda con una certa invidia al metodo Mourinho. Invece no: le risposte debbono essere chiare, chi va alle urne deve sapere senza ombra di dubbi programmi e promesse.

Se poi non saranno mantenuti la prossima volta il comportamento sarà diverso. Eh, già: tutto vero e sacrosanto. Intanto, però, la scelta va fatta adesso, cioè a maggio prossimo. Quindi, la vendetta dell’elettore avrà tempi lunghi e chissà se avrà un giorno successo.

Perché mai si è arrivati a questo punto? In che modo si potrà cambiare rotta e dibattere con la gente in maniera semplice e palese? E’ il sogno di tutti noi che dobbiamo scegliere il futuro del nostro Paese. Che bello sarebbe un giorno confrontarsi con la persona a cui hai dato fiducia e discutere se la scelta che ha fatto non è proprio quella che una parte degli italiani si aspettavano.

Al contrario, nei Palazzi che contano ci si chiude a riccio diventando delle rocche inespugnabili. Il territorio è una chimera, vedere il proprio rappresentante nella città o nella regione che lo ha indicato una illusione. Magari, quando riesci ad avere un appuntamento per potergli parlare ed esporre i tuoi crucci ti risponderà usando il metodo Mourinho. Forse no, riterrà opportuno l’italiano, meglio sarebbe chiamarlo il politichese. Dire e non dire: una usanza antica, ma sempre valida.

 

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Bruno Tucci