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Non solo Netanyahu. La Corte Penale dell’Aja ha spiccato in passato altri mandati d’arresto. Cinque i casi più eclatanti

Fanno discutere i mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale delll’Aja (Paesi Bassi) per il premier israeliano Netanyahu e l”ex ministro della Difesa, Gallant. L’accusa è di aver commesso crimini di guerra a Gaza dopo gli attentati di Hamas del 7 ottobre 2023. Una sentenza che sta spaccando le opinioni di mezzo mondo. Chi contesta il verdetto parla di un assist ai terroristi, un modo subdolo per nascondere l’odio contro Israele; chi lo difende si appella alla “esistenza di norme di diritto internazionale che tutti devono rispettare”, come dice la giurista Silvana Arbia, 72 anni, originaria di Senise (Potenza), dal 2008 cancellare proprio della Corte penale che ha un’area di azione di 124 Paesi e non è un organo dell’ONU. Ma soprattutto non va confusa con la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite anch’essa con sede all’Aja. Due Corti diverse tra loro ma ispirate dai medesimi principi e valori.

Nel mirino dell’Aja

Per capire la portata dell’ultima sentenza (insieme ai due israeliani sono stati condannati anche tre leader di Hamas, nel frattempo tutti morti) bisogna ricordare i cinque casi più eclatanti degli ultimi 25 anni. Cioè dopo i crimini storici della Seconda Guerra mondiale (70 milioni di morti) o l’epoca buia di Stalin (almeno 16 milioni di morti dal 1928 al 1954). Ecco i cinque imputati eccellenti.

OMAR AL BASHIR – Il presidente del Sudan, oggi 81enne, in sella dal 1993 al 2019, è stato accusato di genocidio (2009) per i crimini compiuti nel Darfur, provincia storica del Sudan situata nel deserto del Sahara. Si è trattato del primo ordine di arresto di un Capo di Stato.

GHEDDAFI – Nel 2011 il leader libico, salito al potere con un golpe militare nel settembre 1969 (rovesciata la monarchia di re Idris) vi è rimasto la bellezza di 42 anni. Accusato di crimini contro l’umanità, è stato catturato e ucciso dai ribelli del CNT (governo ad interim) mentre si nascondeva in un canale di scolo sotterraneo a Sirte.

JEAN-PIERRE BEMBA – Nel 2016 l’ex vicepresidente del Congo è stato condannato per assassinio, stupro e saccheggio in quanto comandante delle truppe che hanno commesso atrocità continue nella Repubblica Centrafricana. È stato il primo imputato comandante militare di un esercito.

LAURENT GBAGBO – L’ex presidente della Costa d’Avorio, in sella per 4 anni, è stato accusato di crimini contro l’umanità nel 2021. Poi la Corte ha confermato in appello l’assoluzione.

VLADIMIR PUTIN – Lo zar della Russia ha ricevuto un mandato d’arresto nel 2023 perché ritenuto “responsabile dei crimini di guerra, di deportazione e trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”. Reati commessi dal 24 febbraio 2022.

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