Politica

Oltre il fascismo e il saluto romano di Musk, cosa ci aspetta nel nostro futuro?

Vedono il fascismo dappertutto: in cielo, in terra e in mare. L’opposizione  ha poche frecce al suo arco e si difende come può. Ogni occasione è buona per parlare di nostalgici, di teorie che non sono mai state cancellate, di atteggiamenti che richiamano il ventennio.

Prima i saluti romani di quei quattro giovinastri che non hanno la minima voce in capitolo; ora addirittura un braccio teso di Musk fa gridare allo scandalo senza considerare che quel gesto gli americani lo fanno ogni qual volta gioiscono per aver centrato un obiettivo.

Il fascismo finito a piazzale Loreto


Oltre il fascismo e il saluto romano di Musk cosa ci aspetta nel nostro futuro? (foto da Facebook) – Blitz quotidiano

Invece no: riappaiono le foto degli “immancabili di un tempo” fotografati a testa in giù a piazzale Loreto con il plauso di Roberto Saviano e di altri esponenti che fingono di essere democratici, ma in realtà non lo sono.

Elly Schlein, pur avendo portato il Pd molto a sinistra, non si è fatta impelagare da questa polemica che la storia ha cassato tanti anni fa. Le beghe della segretaria sono diverse, non i saluti romani e nuove stupidaggini del genere.

Con la conquista della poltrona di via del Nazareno, la prima donna dei dem ha dato una scossa al partito, sia pure se l’accusano di aver compiuto una “rivoluzione” che non piace a buona parte della dirigenza. “Troppo a sinistra, i nostri valori sono altri”, dicono alzando il tono della voce.

Tanti nemici per Elly Schlein

Allora, malgrado i risultati ottenuti negli anni da quando è segretaria contro di lei c’è una fronda che non ha un attimo di pace. Quando il Pd raggiunge il 24 per cento alle europee  i nostalgici (ora sì) della Dc debbono tacere per poi riprendere la polemica più tardi sempre più violenta.

È questa la direttiva dell’opposizione? Possibile che non capiscano che inseguendo vecchi fantasmi non si arriva da nessuna parte? Al contrario, tanti del Pd continuano ad insistere e non hanno altri argomenti per attaccare la maggioranza.

Eppure di elementi ce ne sarebbero: per quanto in questi due anni e mezzo, il governo abbia fatto parecchi passi avanti qualche scricchiolio (assai evidente) c’è stato. Ma in quel caso o la minoranza non ha saputo approfittarne, oppure non ha ritenuto che quel caso potesse imbarazzare Palazzo Chigi.

Invece, le beghe non mancano, tanto è vero che spesso e volentieri la maggioranza si spacca e fatica a trovare quel denominatore comune che riannodi la triade.

Adesso, Giorgia Meloni deve sudare le proverbiali sette camicie per risolvere un altro problema assai spinoso: quello del ministro Daniele Santanchè rinviata a giudizio dalla magistratura. Il processo inizierà verso la fine di marzo e se non si troverà una quadra, gli attacchi dell’opposizione non avranno fine.

Sono già state chieste dal Pd e dai 5Stelle le dimissioni della responsabile del turismo, ma questo non basta. Le parole debbono essere seguite dai fatti e finché la premier non si pronuncerà non si vivranno giorni tranquilli.

A finire nell’occhio del ciclone è finita pure l’Europa che non si muove, è rimasta al palo e non sa difendersi dall’arroganza di Donald Trump. La Meloni cerca in tutte le maniere di tamponare la falla, ritiene assurdo rompere con gli Stati Uniti.

Ora che si è raggiunto un buon feeling tra la Casa Bianca e Palazzo Chigi sarebbe irragionevole fare un passo indietro. E’ la stessa Ursula von der Leyen a sostenere questo concetto: “infrangere il patto con gli Stati Uniti non servirebbe a nessuno”.

Sono questi gli argomenti di cui si debbono occupare maggioranza e opposizione. Inseguire le lucciole è inutile. Allora, non parliamo più di fascismo e non limitiamo le critiche discutendo e litigando rammentando il ventennio. Quel periodo è stato sepolto dalla storia.

Ora, se vogliamo il bene dell’Italia e vogliamo costruire un futuro per i nostri giovani dobbiamo pensare ad altro. La speranza è che queste nostre parole non rimangano lettera morta.

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Bruno Tucci