Che lo si voglia rivoluzionario, enigmatico o imprevedibile, papa Francesco è destinato a suscitare sempre discussioni e malumori. L’ultima polemica, sottotraccia da tempo, torna a scuotere, in queste ore, il mondo politico-diplomatico francese.
L’8 dicembre, data della riapertura di Notre-Dame a cinque anni e mezzo dall’incendio che ha rischiato di distruggerla, il pontefice non sarà a Parigi.
Nonostante l’invito di Emmanuel Macron, che l’avrebbe voluto nella cattedrale insieme a un centinaio di capi di Stato provenienti da tutto il mondo. Francesco ha preferito andare, il 15, dal suo amico François Bustillo, cardinale e arcivescovo di Ajaccio.
La vicinanza delle due date ha suscitato interrogativi e chiacchiere. Si dice che Macron, che pure sembrava in buoni rapporti con il pontefice, sia stato irritato dal suo rifiuto. E proprio per questo motivo l’Eliseo avrebbe ritardato il più possibile l’invito ufficiale a visitare Ajaccio, indispensabile per accogliere un capo di Stato come il papa.
La domanda è ovvia: come può il papa disertare la cerimonia in una delle cattedrali simbolo dell’Europa cristiana, oltretutto in Francia, la ‘figlia maggiore della Chiesa’?
Ufficialmente, perché il 7 e l’8 ottobre si terrà a Roma il decimo concistoro del papato di Bergoglio, con la nomina di ventuno nuovi cardinali.
Una spiegazione che non convince molti osservatori. Il papa non è mai venuto in Francia in visita ufficiale. E’ stato una volta a Strasburgo all’Europarlamento, dieci anni fa, ma si premurò di specificare che era lì per le comunità europee.
L’anno scorso, invitato a Marsiglia, ha detto una delle tante frasi sibilline di cui ha il segreto: “Vengo a Marsiglia, non in Francia”. Un po’ troppo: durante la Messa allo stadio tentò di calmare le acque con un “bonjour, la France!”.
Il rifiuto di essere a Notre-Dame resta dunque un mistero. Secondo ‘La Croix’, quotidiano cattolico, in Vaticano la cattedrale francese resta ancora oggi il luogo in cui Napoleone s’incoronò da solo alla presenza di Pio VII, che nel 1809 fu poi imprigionato dai francesi.
Oltretevere, insomma, Notre-Dame è considerata un luogo troppo politico e Macron avrebbe potuto sfruttare la visita papale per ridare lustro alla sua scarsa popolarità. Ciò non toglie che anche la gerarchia ecclesisastica transalpina sembri ferita dalla mancata partecipazione del papa alle cerimonie dell’8 dicembre.
E la tesi che il papa voglia visitare solo i piccoli paesi e non i grandi (non è mai stato nemmeno in Spagna e in Germania) trova scarso credito sulle rive della Senna.
La visita ad Ajaccio, invece, si spiega con l’amicizia tra il papa e Bustillo, uno dei suoi cardinali preferiti, e anche per il tema del convegno cui parteciperà, dedicato alla pietà popolare.
Per appianare le frizioni, Macron si recherà sull’isola per un colloquio con il pontefice: come sempre, la diplomazia ha trovato il modo per ricucire lo strappo. Francesco, in ogni caso l’ha spuntata. “Il papa è un uomo libero”, ha detto monsignor Bustillo. E a volte anche un po’ capriccioso.
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