Ricordate il patto del Nazareno? L’accordo fra il giovane segretario del Pd, il bellicoso Matteo Renzi e Silvio Berlusconi leader di Forza Italia?
Un patto storico che ebbe la durata di un anno: dal gennaio del 2014 al febbraio del 2015. Svanì con la prima elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Sul voto del nuovo capo dello Stato i due non furono in sintonia e si ruppe l’intesa che forse poteva portare lontano.
Ora ufficialmente nessuno ne parla, anzi le smentite si susseguono, ma escludere al cento per cento un binomio formato dai due non è poi così matematico. Forse aveva ragione Giambattista Vico quando scriveva dell’ipotesi dei corsi e ricorsi storici. Potrebbe essere questo uno dei casi che darebbe pieno conforto al nostro filosofo? Prendiamo un esempio per semplificare quanto vogliamo dire, Entrambi (Matteo e Silvio) hanno un sogno: quello di fondare un partito che si schieri al centro tra la destra e la sinistra di oggi. Una nuova Democrazia Cristiana? No i tempi non sono gli stessi rinverdire quelli del passato sarebbe utopistico.
Però, in fondo la Dc era il partito che, secondo i sondaggi, nessuno votava, ma che poi allo scrutinio risultava quello che aveva vinto senza dubbio le elezioni. Perchè la gente, alla fine, si esprimeva a favore del gruppo fondato da Alcide De Gasperi? Perchè si sentiva più tranquilla, senza scossoni o altre diavolerie che avrebbero potuto togliere all’Italia il miracolo economico. Ora parliamoci chiaro: non è questa oggi l’ambizione di Silvio Berlusconi. Quando affronta l’attuale periodo politico, è sempre a fianco del governo di Giorgia, però continua a sostenere che Forza Italia rappresenta quello che si definisce il moderatismo.
Nel contempo, quale finalità ha oggigiorno il “renzismo”? Più volte il vulcanico senatore ha tenuto a dire che tra i due schieramenti c’è attualmente un grande spazio per una forza di centro che farebbe ritornare al voto gli astensionisti i quali non si sentono più rappresentati dall’attuale classe politica.
In fondo, a pensarci bene, che cosa aveva in mente il Terzo Polo? Proprio quello di tenersi lontano dall’attuale assetto politico e di rifondare un grande centro. Renzi e Calenda non avevano tutti i torti. Tre assi nella manica di Forza Italia, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna e Renato Brunetta avevano abbandonato Berlusconi. Le due donne indovinate con chi passarono a combattere la loro battaglia politica? Proprio con il Terzo Polo. Dobbiamo dire con franchezza che oggi quell’accordo stipulato da Renzi e Calenda non esiste più. Le elezioni politiche del 25 settembre hanno quasi “asfaltato” la loro idea ed ora tra i due non c’è giorno che non si accapiglino, a volte con un linguaggio poco ortodosso.
Allora è forse arrivato il momento di ritornare all’antico, di tentare un nuovo Patto del Nazareno? Alcuni onorevoli e senatori lo danno per certo, ma sono ancora una minoranza. Fatto sta che i due leader continuano a santificare un nuovo assetto centrale in grado di scardinare gli attuali equilibri.
Nella battaglia delle nomine c’è stato un chiarissimo scontro all’interno della maggioranza, Renzi ne è stato felice, perché gli scontenti di Forza Italia, ad esempio, potrebbero presto confluire in Italia Viva. Insomma, la partita è aperta, i giochi sono tutti da fare, nonostante Giorgia Meloni abbia dato una chiara dimostrazione di essere un grande leader e di saper fronteggiare la sinistra-sinistra di Elly Schein e di uno dei suoi più autorevoli difensori, Maurizio Landini, segretario della Cgil.
In questo rincorrersi di rumors non bisogna dimenticare Giuseppe Conte e la sua diplomazia. Se non dovesse trovare nella giovane segretaria del Pd il convincimento di camminare insieme, allora potrebbe essere pronto a guadare il Rubicone. Non è stato forse il presidente del Consiglio con due maggioranze assai diverse tra loro,?