Pare essere diventata una moda nel Pd: quello di diventare un dirigente di spicco pur non essendo iscritto allo stesso Pd. Una fake news? Una illusione ottica? Pensiamo di no, basta osservare gli ultimi avvenimenti di via del Nazareno per convincersene. Facciamo un passo indietro e ricordiamo quel che è successo un paio di mesi fa (e oltre) quando si trattava di eleggere il nuovo segretario.
Stefano Bonaccini non aveva avversari (di casa) che potessero soffiargli il posto, anche perché alle primarie riservate agli organismi del partito il governatore dell’Emilia Romagna aveva vinto facile. Eh, già: lui non aveva fatto i conti con i neo iscritti, quelli arrivati all’ultimo momento, come ad esempio Elly Schlein. La quale aveva deciso di prendere la tessera del Pd una manciata di giorni prima di essere consacrata segretaria di via del Nazareno. Ora, questa strada viene ripercorsa in un partito diviso nel quale è difficile districarsi anche se sei un vecchio dem.
La Schlein, in un battito di ali, ha rimosso il vice capo gruppo della Camera sostituendolo con un amico. Ma il bello della storia deve ancora essere raccontata. Il “trombato” si chiama De Luca, il suo nome è Piero, figlio del più famoso padre Vincenzo, governatore della Campania. E’ noto che da tempo tra la segretaria del Pd e il presidente non corra buon sangue per via della guerra in Ucraina. Mandare o non mandare le armi a Kiev? Interrogativo di non poco conto.
Bene, nel momento in cui si è trattato di scegliere nomi diversi che dessero un volto nuovo al partito, Elly non ha avuto dubbi: via il giovane De Luca dall’importante posto che occupava per piazzare uno dei suoi: Paolo Ciani. Difficile andare a scovare il suo nome tra gli iscritti. Non c’è, perché lui non ha mai preso la tessera del Pd. Soprattutto perché (lo si legga con attenzione) non fa parte dei dem è un estraneo. Nel partito si riapre la solita buriana: “che male c’è!”, sostengono gli esponenti vicini alla segretaria.
“Ricordiamoci che anche la Schlein ha seguito lo stesso percorso”. E cioè? Diventare qualcuno anche non sei della famiglia. E’ una moda, dunque? Se è così potremmo in futuro vedere sulla poltrona più ambita del Nazareno un esponente magari non di destra, ma di centro destra. “Che modo di comportarsi è mai questo?”, affermano gli esponenti più moderati del partito. “Ormai non si guarda più al merito, ma all’amicizia. Ci chiediamo: è questa la rivoluzione della Schlein? Se si, meglio tornare al passato quando i vertici del partito erano occupati da persone di rango”.
Neanche a dirlo: nel Pd si è riaccesa ancora più violenta la “battaglia” (come chiamarla diversamente) tra i moderati di centro e i sinistri-sinistri cari alla Schlein. Tanto che voci corridoio e qualcosa in più sostengono che il processo a Elly è già cominciato e non si sa come andrà a finire. I “nemici veri” del nuovo corso non ci stanno, dicono che in tal modo non riusciranno mai a battere il vento della destra. Lorenzo Guerini, ministro quando a Palazzo Chigi sedeva Giuseppe Conte, è quanto mai esplicito: “Questo è un processo al cognome, mai accaduto nel Pd”. Insomma, la tempesta continua mentre chi è governatore della Campania, padre del retrocesso, si chiude la bocca con le mani e aspetta che arrivino tempi migliori. Sembra dire: la vendetta è un piatto che si mangia freddo. Quando? I segretari non sono eterni, la storia prima della Dc e ora del Pd lo dimostrano ampiamente.
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