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PD e grillini sono sempre più lontani, la destra gongola, Schlein si illude ma Meloni tiene i consensi

PD e grillini sono sempre più lontani, la destra gongola. E’ davvero finita la luna di miele che Giorgia Meloni aveva con i suoi elettori che le avevano permesso di diventare premier, la prima volta di una donna in Italia?

La sinistra non ha dubbi, è certa che il momento magico sta per finire perché le promesse fatte in campagna elettorale sono svanite. Tutte.

Palazzo Chigi è dunque in crisi? Se dovessimo dar retta ad un “autorevole” giornale inglese, il Financial Times, Giorgia non saprebbe più a chi dare i resti, perché i problemi sono tanti, troppi. Poi, vai a leggere i sondaggi e ti accorgi che la situazione è diversa: Fratelli d’Italia non è in discesa; la Meloni è sempre nel cuore degli italiani che si aspettano da lei la “resurrezione” del Paese.

Come si spiega tanto diverbio? E’la lotta mediatica che gioca e fa previsioni sul futuro dell’Italia. I giornali che sono vicini all’opposizione puntano quotidianamente sulle mancanze della maggioranza. Vanno alla ricerca del pelo nell’uovo ed è su questo che basano la linea di tutti gli articoli che riguardano la politica.

Dall’altro canto, si difende a spada tratta la maggioranza perché quel che dicono gli oppositori sono tutte menzogne create ad arte. Come mai allora, l’”autorevole” foglio inglese lascia intendere che, finiti i tempi dell’entusiasmo, la destra è sulla via del tramonto? Perché i colleghi d’oltre Manica parlano con i giornalisti italiani che, a maggioranza, non sopportano il cambio di guardia avvenuto a Palazzo Chigi. Dimenticando la verifica della notizia (principio fondamentale del nostro mestiere) sparano un titolone certi di attrarre gran parte dei loro lettori.

Al contrario, è proprio la sinistra a non trovar pace, perché il Pd è spaccato in mille correnti e non sa più come trovare l’unanimità. Eddy Schlein cerca di correre ai ripari, mette pezze ovunque, ma è ancora lontanissima dai suoi progetti. Anzi, deve innanzitutto badare alla sua poltrona perché la sterzata a sinistra che ha dato ai dem le ha creato moltissimi malumori. 

“O la fermiamo o usciamo noi dal partito”, dicono i più imbestialiti. Non c’è un giorno di pace per la segretaria di via del Nazareno che però continua imperterrita a seguire la sua linea. Vuole aprire il partito. E cioè? Dare al mondo esterno la possibilità di partecipare al voto. Come avvenne per le primarie. La base del partito votò per Stefano Bonaccini, sicuro vincitore; ma nel momento in cui si disse che il voto era di tutti, Eddy surclassò l’avversario che, guarda caso, era anche il presidente dell’Emilia Romagna e sua vice proprio la Schlein.

L’opposizione si va sciogliendo? Niente affatto, si risponde. Il Pd che davano per spacciato è ancora il “primus inter pares” della coalizione. I 5Stelle non si sono persi per la strada. Anzi. Il Terzo Polo è ancora alla ricerca di un minimo comune multiplo, ma Matteo Renzi e Carlo Calenda sono sempre più lontani l’uno dall’altro.

Si vuole essere ottimisti, ma quando si deve affrontare la realtà, Dem e grillini sono sempre più lontani. Sostiene Giuseppe Conte: “Sono troppi i punti di diverbio, di dissenso. L’ultimo riguarda il problema dei migranti. Loro sono favorevoli ad un’apertura totale dei confini. Noi la pensiamo in modo diverso”.

E’ chiaro che stando così le cose la destra gongola. Non solo mostra i sondaggi che fanno intendere che la maggioranza è forte e coesa, ma vedono all’orizzonte che qualche figliol prodigo vuole tornare alla base. E’ il caso di Letizia Moratti che non è l’unica a tentennare. Insieme con lei altre defezioni potrebbero succedersi anche in vista delle europee del prossimo anno dove si voterà con il proporzionale. Se il tuo partito non raggiunge la soglia del quattro per cento è fuori, come i suoi sostenitori.

C’è ancora chi vuole tornare all’antico in casa Pd e si spera che Paolo Gentiloni voglia accettare l’invito che gli rivolge una parte dei dem: sostituire la Schlein per diventare il nuovo mastice del partito. L’ex presidente del consiglio ha risposto che fino all’autunno del 2024 sarà indisponibile. Ma dopo? Dipenderà dal comportamento di Elly che dovrà cambiare se vuole mantenere la poltrona.

Dunque, dovrà andrà l’Italia? Le previsioni sono tutte a favore di Giorgia, però se la situazione economica dovesse precipitare, i problemi darebbero del filo da torcere alla Meloni. La salverà il premierato, cioè l’elezione diretta del presidente del consiglio? In Italia ogni pronostico diventa difficile in specie se si ha a che fare con la politica.

Bruno Tucci

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