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Pd e M5S, Schlein Biancaneve ma il principe azzurro è un Conte e sta con l’altra

Pd e M5S, Schlein Biancaneve ma il principe azzurro è un conte e sta con l’altra, Giorgia. C’è ancora qualcuno nel Pd che vuole continuare a dialogare con i 5Stelle?

Questo è  l’interrogativo che si pongono molti esponenti che “abitano” in via del Nazareno. Le voci si susseguono, i rumors sono pro o contro la scelta di un nuovo accordo?
Sull’altro fronte, in casa dei pentastellati, la burrasca non è finita. Accuse e controaccuse, un pericoloso gioco del “tutto contro tutti”. Però, si alza un appello dalla platea dei presenti: “In futuro, noi “contiani” dobbiamo avere una identità chiara e assolutamente nuova.

Avanti senza il Pd

Pd e M5S, Schlein Biancaneve ma il principe azzurro è un conte e sta con l’altra – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Insomma, una strategia autonoma almeno fino alle elezioni politiche del 2027”. In parole semplici: avanti soli senza il Pd.
Il campo largo si sgretola, è in uno stato preagonico, non lo vuole più nessuno nemmeno tra i due “alleati”che avrebbero dovuto essere il punto forte della coalizione.
La bagarre continua, ormai chi è più critico vince il duello con chi vuole ancora dialogare con i dem.
Eddy Schlein sembra Biancaneve attorniata dai suoi fedelissimi sette nani, ma la verità è che il principe azzurro sta con Giorgia.

Non c’è spazio per un gioco comune

Al di fuori delle battute piene di ironia, c’è la consapevolezza che parlare ancora di strategia comune fra Pd e 5Stelle pare per lo meno assurdo.
In fondo, è quel che voleva Giuseppe Conte, non certamente la Schlein che aveva sudato le proverbiali sette camicie per mettere insieme partiti che spesso la pensavano in maniera diametralmente opposta.
Ha dunque tagliato il  traguardo l’avvocato del popolo? In cuor suo si, perché la vicinanza con la segretaria non gli stava per niente bene. Avrebbe distrutto un sogno: quello di essere lui il capo della sinistra con cui la maggioranza avrebbe dovuto trattare.
Invece, per il momento, era ed è un cespuglio: in primo luogo per i voti. Ad esempio, nell’ultima consultazione tenutasi in Liguria: oltre il 20 per cento ha votato per il Pd; uno striminzito 4 per cento, o poco più, per i grillini (si può ancora definirli così?)
Guerra impossibile, dunque. Ora se ne accorgono anche i duellanti che se le danno di santa ragione pur di apparire contrari.
Da via del Nazareno si alza una voce: “Possiamo essere  vincenti se ci alleiamo con un perdente?”
Si elencano i flop di Conte: 5 milioni di voti svaniti nel nulla negli ultimi due anni. Come si fa ancora a dialogare con una forza che non è più forza?
Eppure, c’è ancora chi nell’ormai seppellito “campino larghino” vorrebbe continuare a inseguire un progetto a cui nessuno più crede. Il difensore a tutti i costi di questo impossibile disegno è Angelo Bonelli, soprannominato il verde: “In politica si perde e si vince”, sostiene. “Questa è la legge dell’alternanza, uno dei caposaldi della democrazia”. Certo, una volta si ed un’altra no. Poi si dà uno sguardo alle consultazioni degli ultimi anni e il risultato è ben diverso: dieci a uno per il centrodestra.
Il futuro, dunque, sarà ben difforme dal presente se i numeri sono questi. Dove andrà a finire l’attuale assetto politico? Giuseppe Conte ha forse un obiettivo: quello di far morire il Movimento per creare un partito tutto suo e giocarsela con i nemici di sempre e gli ex alleati di oggi.
In questo modo, si lascerebbe alle spalle il pericolo di essere perennemente una ruota di scorta del Pd per porsi come un forte esponente della vera sinistra, non certo quella che vorrebbe avere al suo interno Matteo Renzi, “l’uomo per tutte le battaglie”. Purchè queste battaglie non dimentichino lui che ha paura di scomparire.

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Bruno Tucci