Pd, cosa succede? l’effetto Schelin è già tramontato? Cerco di mettermi nei panni di un italiano medio che legge il suo giornale, vede il tg che preferisce per poi andare alle elezioni e dare il voto in maniera che ritiene corretta.
E’ questo che fa il nostro “uomo esempio”, il quale non si raccapezza più. Studia la sinistra e si accorge che Eddy Schlein non ha tutto il partito dalla sua parte. Anzi. Va avanti e legge della polemica che la segretaria del Pd ha con il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, una polemica che definire “violenta” vuol dire usare un eufemismo.
Come sempre, il presidente non ha peli sulla lingua e afferma con forza “che commissariare la sua regione è un atto di delinquenza politica”. Quando i giornalisti gli chiedono che cosa pensa del numero uno di via del Nazareno risponde che la Schlein è una “cacicca” (cioè il capo di alcune comunità tribali). Quanto ai voti ricorda che lui ne ha presi il doppio, se non il triplo di molti esponenti di spicco di cui Elly si è “innamorata”.
Che succede nel Pd, si chiede l’uomo che ritiene di essere più a sinistra che a destra? Studia ancora e verifica che ciò che riportano i giornali o le tv è sacrosantemente vero. Il partito è spaccato, i moderati ritengono che la Schlein presto andrà a sbattere contro un muro. Così cominciano le diserzioni e quelli che condannano senza sé e senza ma la segretaria sbattono la porta e se vanno.
Insomma, l’effetto Schelin è già tramontato? Forse si, se si leggono gli ultimi risultati che riguardano il Molise, dove i seguaci della Meloni hanno stravinto e il campo largo di Pd e 5Stelle è miseramente fallito.
Allora, il nostro “uomo esempio” si affaccia a destra (o, se volete al centro destra) e anche qui ne scopre delle belle. Non passa giorno che Matteo Salvini non gradisca le decisioni della presidente. Attenzione, lui è il vice premier e non dovrebbe mai discostarsi dalle idee dell’esecutivo. Invece, non solo storce spesso la bocca guardando negli occhi il condomino di Palazzo Chigi, ma polemizza anche contro l’altro vice premier Antonio Tajani.
Il capitano della Lega riallaccia i suoi rapporti con Marine Le Pen, destra-destra in Francia, e il ministro degli Esteri tuona contro il suo alleato. “Noi di Forza Italia siamo moderati e non dimentichiamo mai l’insegnamento di Silvio Berlusconi”. Salvini non ci sta e ribadisce a sua volta “che non accetta veti di nessun genere”.
In parole semplici districarsi tra questi mille rivoli è quasi impossibile. C’è almeno un punto su cui la sinistra-sinistra targata Schlein è in sintonia, ad esempio con i 5Stelle”? Si, sul salario minimo, ma anche su questa strada il sindacato si spacca e tutto ritorna in alto mare.
A destra, invece, il patto di ferro della triade rischia di rompersi un giorno si e l’altro pure. A stento Giorgia Meloni cerca di ricucire lo strappo ma ventiquttro ore dopo, il ritornello torna al punto di partenza.
Chi deve votare allora non si raccapezza più e quando ci sono le elezioni rimane a casa: lo dimostra l’assenteismo che continua a gravare sul Paese. Però, i nostri parlamentari vanno dritti per la loro strada e non si stancano di “strillare” contro i loro avversari (o anche amici) per strappare un titolo vistoso sulle prime pagine dei giornali. E’ la pubblicità bellezza e apparire manda in visibilio chiunque sieda a Montecitorio o Palazzo Madama. Al Paese e a quanti lo abitano pensiamo dopo.
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