Elezioni in Lombardia e Lazio. Il partito democratico perde in modo netto, ma non si straccia le vesti. Analizza i voti di Lombardia e Lazio e va alla ricerca del perché i suoi elettori lo hanno abbandonato.
Non si capacita, eppure i numeri non fanno sconti. Sarà stata la farsa di Sanremo a penalizzarli o che altro? Si parla molto dell’astensionsionsmo, oltre il sessanta per cento degli elettori sono rimasti a casa e hanno disertato le urne, così i dem tentano di spiegare la debacle. Anzi ne fanno una bandiera per ridimensionare l’avanzata delle destre. Ma si danno la zappa sui piedi perché è forse questo il loro maggior guaio.
Mettiamoci nei panni di un elettore di sinistra alla vigilia della consultazione. Non ha mai nascosto le sue simpatie, vorrebbe ridare al Pd il suo appoggio. Ma pensa, riflette e analizza (stavolta si) gli ultimi mesi del “suo” partito e non dimentica. Comincia a ricordare i fatti, in primis il vuoto lasciato dal vertice all’indomani della sconfitta alle politiche di settembre. Enrico Letta dice espressamente che non vuole più essere il segretario e allora comincia la lotta per la successione. E’ un disastro perché le correnti sono mille e non si risparmiano per dimostrare ognuno le proprie ragioni.
Così si va avanti a tentoni, il popolo di sinistra non comprende. Perchè temporeggiare mesi per la scelta del nuovo numero uno? Alessandro Maiorino che è stato sconfitto clamorosamente in Lombardia non ha dubbi. “La nostra gente si è sentita abbandonata e nel dubbio ha disertato le urne”. Che cosa fa allora il sostenitore del Pd? Preferisce stare con la moglie e i figli e tornerà a votare quando la situazione sarà più chiara. E’ evidente che questo atteggiamento la sinistra non lo ha considerato, ha preferito cullarsi sul successo di Sanremo senza comprendere che il festival delle canzonette è stato un boomerang.
Le perplessità degli astensionisti non sono finite qui. Prendete il caso di Aboubakar Soumahoro, il parlamentare caro a Nicola Fratoianni, leader della sinistra italiana, vicinissimo al Pd. Ricordate l’onorevole con gli stivali infangati uscire da Montecitorio con il pugno alzato? Si professava difensore dei “poveri migranti”, ma non sapeva (si difende lui) di quel che facevano moglie e suocera. Non c’è dubbio che qualche perplessità è nata anche se il suo partito lo ha sospeso. Dimissioni? L’uomo politico non ci ha mai pensato Il che vuol dire percepire alla fine di ogni mese uno stipendio ragguardevole che supera le diecimila euro.
Il popolo di sinistra si interrogava in specie nelle periferie, avrebbe voluto che qualche esponente di peso del Pd fosse andato a trovarli. Vuoto assoluto. Niente di niente. Come ci si poteva ancora fidare di questi parlamentari che ignoravano i dubbi della loro gente?
I guai continuano pure all’estero e travolgono Bruxelles. Anche qui, è la sinistra ad essere protagonista. Carlo Panzeri viene arrestato e con lui più tardi Andrea Cozzolino. Prendevano mazzette dal Qatar per glorificare in Europa quel paese. Come per Soumakoro anche in questo caso Panzeri, prima piddino ora nella sinistra di Nicola Fratoianni, chiede l’ausilio di moglie e figlia che finiscono ai domiciliari.
Avviene tutto questo mentre a Roma, in via del Nazareno, è guerra aperta per succedere a Enrico Letta. Dunque, se alla fine il sessanta per cento degli elettori ha disertato le urne, chi è stato a rimanersene a casa se non questa gente delusa e abbandonata da coloro che hanno votato da sempre per farsi rappresentare in Parlamento?
Allora, prima di chiedersi e di difendersi per la sconfitta dando la colpa a chi ha disertato, il Pd dovrebbe farsi un esame di coscienza e cambiare di sana pianta la sua strategia. Altrimenti anche alle europee del 2024 sarà una debacle. Dice ironicamente un uono di peso della sinistra: “Meno male, almeno fino a quella data non subiremo più sconfitte”.
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