Pd, Schlein dopo le elezioni sogna il campo largo: con l’AVS della Salis? Con M5s di Raggi?

Elly Schlein è sugli altari: ha superato con un balzo alla Gianmarco Tamberi la pericolosa asticella del venti per cento e ora si crogiola nella sua indiscussa vittoria. Nel Pd si respira un’aria tranquilla, le polemiche sono per il momento rimandate, sarebbe assurdo e controproducente alzare la polvere quando tutto va per il verso giusto. Le tante correnti sono state sconfitte, debbono rimanere in silenzio. Per adesso e dopo?

Schlein risponde ai sempiterni contestatori che se le elezioni sono andate alla grande il merito è sopratutto della “rivoluzione” che ha voluto da quando è diventata segretaria del partito.  Niente da dire quindi? Ufficialmente le bocche sono cucite, ma i rumors non mancano sia pure se in modo sotterraneo.

Il ragionamento che portano avanti coloro che non vedono di buon occhio l’ascesa della Schlein è il seguente: “E’ vero, i dem hanno raggiunto quasi il 25 per cento dei voti, ma chi ha determinato questa svolta?”. Ecco i nomi e i cognomi dei veri vincitori: in ordine alfabetico. Stefano Bonaccini, Antonio De Caro, Giorgio Gori, Matteo Ricci. Sindaci che hanno finito il loro mandato ed un ex governatore battuto proprio da Elly alle primarie.

Dunque? “ Se non ci fossero state queste centinaia di  migliaia di preferenze a che punto sarebbe oggi il Pd?”. Dove vuole arrivare tale riflessione? Semplice: è stata la vecchia guardia a tirar fuori dalle secche il Pd e la sua segretaria. Un gruppo di persone che non sono diventate importanti con l’arrivo di Elly, lo erano anche prima e forse non la pensavano (politicamente) come la loro “numero uno”.

Allora il merito è tutto da questa parte? Assolutamente no, affermarlo sarebbe una “fake news”. Il cammino che si aspettano gli attuali esponenti di spicco di via del Nazareno non sarà facile. Elly è stata assai chiara nel suo intervento dopo le europee: “ Indietro non si torna, questa è la strada che dobbiamo percorrere”.

Tutto ciò vuol dire che si riparla del campo largo, da soli non si va da nessuna parte. Con lei convergono i felicissimi Nicola Fratojanni e Angelo Bonelli usciti anch’essi vittoriosi nelle ultime elezioni. “Dobbiamo fare ogni cosa per arrivare ad un accordo che ci rimetta tutti insieme, sarà l’unica maniera per battere la destra che promette tanto e non mantiene nulla”.

Già, il campo largo. Con chi? Certamente non con gli ex del terzo polo, Calenda e Renzi, che hanno rotto i pezzi tra di loro e con i dem. Oltre ai cespugli che non portano a nulla, il problema è sempre lo stesso. Si chiama 5Stelle, movimento che non sta atraversando un buon periodo.

Anzi: Giuseppe Conte era pronto a dimettersi dopo l’invito di Casaleggio jr, ma in questo momento sarebbe una mossa senza speranza. La domanda è una sola: l’avvocato del popolo rimarrà alla guida dei grillini; oppure dopo il clamoroso flop delle europee sarà costretto a lasciare? Interrogativo importante in specie se si pensa che a succedergli potrebbero essere due donne. O l’una, o l’altra. Cioè, Chiara Appendino (ex sindaco di Torino) e Virginia Raggi che è stata seduta per cinque anni sulla prestigiosa poltrona del Campidoglio.

I più scettici dei 5Stelle ed anche i più propensi ad un cambio della guardia si dicono convinti che in questo modo si potrebbe ricominciare a discutere trovando anche una certa “benevolenza” di Giorgia Meloni.

Ma Conte è d’accordo senza batter ciglio? Possibile che si metta da parte dopo aver a lungo sognato di essere l’unico rappresentante della sinistra con cui la maggioranza avrebbe dovuto parlare? Non crediamo che questo possa avvenire senza morti e feriti.

L’uomo è duro ed è anche un gran diplomatico: lo ha dinostrato quando è stato alla presidenza del consiglio con due maggioranze completamente diverse.

Ecco allora perché la Schlein avrà la vita dura pur essendo la grande trionfatrice delle europee. I moderati del suo partito non mollano pronti a saltarle addosso non appena scivolerà sulla buccia di banana. Uguale discorso vale pure per la Meloni che si trova a combattere in un contesto assai più ampio, quello dell’Europa. Ma fin quando ci sarà gente che la ritiene un nano Mammolo (sic) avrà vita felice.

 

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Bruno Tucci