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Per Notre Dame riuniti a Parigi i big del mondo

La riapertura di Notre Dame, la Cattedrale ferita, simbolo della Cristianità, ha riunito i big del mondo a Parigi. Notre Dame, rinata dalle ceneri a 5 anni e mezzo dall’incendio che la devastò (15 aprile 2019), ha compiuto un mezzo miracolo. È diventata l’occasione per un vertice mondiale: il trilaterale all’Eliseo tra Macron, Trump e Zelensky. Un vertice per la pace a sorpresa. E’ stato definito dai media francesi un  “colpo di scena”, l’asso nella manica del presidente Macron per cercare di rilanciare la propria immagine, da tempo offuscata dalla crisi politica e dal consenso personale in calo.

L’ovazione per Zelensky

Giorgia Meloni fra Macron e la moglie davanti a Notre Dame
Per Notre Dame riuniti a Parigi i big del mondo, con Mattarella e Meloni, auspicio che la guerra finisca presto – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

La cerimonia per la riapertura della Cattedrale è stata introdotta dall’Arcivescovo di Parigi che ha bussato tre volte sulla porta della Cattedrale. Tra i momenti più toccanti, l’applauso per i vigili del fuoco che sono intervenuti nel giorno dell’incendio. I vigili hanno sfilato al centro della navata emozionando tutti. Il presidente della Ucraina e’ stato accolto da una ovazione per la resistenza del popolo ucraino.

Il vertice di Parigi

Un importante incontro a tre, atteso ma non programmato. Macron ha riunito all’Eliseo, prima della cerimonia, Trump e Zelensky. Per Trump è stata la prima visita in Europa dopo le Presidenziali del 5 novembre che lo hanno riportato alla Casa Bianca. E’ stato anche il primo faccia a faccia in Europa con Zelensky che comunque aveva visto più di un mese fa negli Stati Uniti.

I tre leader si sono riuniti nel salone dorato dell’Eliseo per un colloquio. Il presidente francese ha dapprima ringraziato Trump per il sostegno e la solidarietà espressa immediatamente al popolo francese quando le fiamme divorarono la Cattedrale.

Poi ha aggiunto, rivolto sempre a Trump: “Sono fiero dell’amicizia tra gli Stati Uniti e la Francia. Abbiamo tante sfide da affrontare insieme”. Il colloquio a tre sulla guerra in Ucraina è durato circa 35 minuti: iniziato con una apparente diffidenza tra i leader è finito con una stretta di mano e i vistosi sorrisi nel cortile dell’Eliseo, in posa per i fotografi sotto una pioggia che non ha concesso tregua.

Serafico Zelensky: “Il colloquio sull’Ucraina è stato proficuo. Lavoriamo per la pace”. Unanime l’auspicio dei tre leader perché “ la guerra finisca presto e in maniera giusta”.

Putin spiazzato

Gli analisti annotano che difficilmente Putin avrà visto di buon occhio le strette di mano tra il Tycoon e l’ucraino. E poi non è un caso che Zelensky abbia colto l’occasione per incontrare a Parigi la presidente della Georgia, Salomeé Zourabichvili , esprimendo “sostegno e solidarietà al popolo georgiano che ora difende il proprio futuro nella UE”.
Poi i tre leader hanno raggiunto la Cattedrale dove erano presenti Sergio Mattarella (in prima fila con la figlia Laura). Due file più in giù la premier Giorgia Meloni.

Tra gli italiani spiccavano il fondatore della Comunità Sant Egidio, Andrea Riccardi e il presidente di Stellantis, John Elkann. Il grande “imbucato” della situazione è stato Elon Musk. Concordi gli osservatori: il patron della Tesla non è mai troppo lontano quando c’è in giro il presidente eletto. In serata c’è stato un bilaterale tra Meloni e Trump.

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