Nonostante le smentite dell’Iran rilanciate anche dal ministro Tajani, la moneta di scambio per la liberazione di Cecilia Sala sarebbe Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano arresto a Malpensa e accusato dagli Usa di terrorismo. Abedini non verrà estradato negli Stati Uniti. A scriverlo è il Corriere della Sera che mantiene in vita la tesi del collegamento tra le due vicende. Teoria alimentata anche dalla presenza del ministro della Giustizia a Palazzo Chigi. È andato a discutere con la premier della liberazione di Abedini? Il ministro Nordio nega.
Il collegamento ci sarebbe anche a giudicare da una nota letta in studio nella puntata odierna de L’Aria Che Tira, trasmissione in onda su La7 e condotta da David Parenzo. A scriverla sono fonti qualificate del ministero degli Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran contattate da La7: “Speriamo ora che anche l’ingegnere iraniano” detenuto a Milano, “torni presto a casa”. Le stesse fonti aggiungono: “Ci auguriamo che l’Italia non si faccia coinvolgere nella vecchia guerra tra gli Stati Uniti e l’Iran”.
La scarcerazione della freelance apre quindi nuove strade diplomatiche per l’ingegnere reclamato dagli Usa. Nelle prossime ore la corte d’Appello di Milano potrebbe ricevere indicazioni che potrebbero accelerare la soluzione. Al momento non ci sono provvedimenti che cambiano la situazione detentiva dell’iraniano.
La sponda con l’Europa
C’è però anche un’altra ragione che potrebbe aver convinto l’Iran a rilasciare Cecilia Sala. Trovandosi schiacciato da Israele che minaccia un attacco ai siti nucleari, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, rilasciando la Sala prova a disinnescare almeno una delle mine che ha il suo governo, in carica da soli 5 mesi. La liberazione della reporter italiana chiude un caso diplomatico aperto con l’Italia e l’Europa come a voler cercare una sponda a pochi giorni dal riavvio, a Ginevra, dei colloqui sul nucleare. La sponda europea servirebbe in parte a contenere le minacce di Donald Trump. La repubblica islamica teme, e molto, l’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti. Il tycoon, nei mesi scorsi ha infatti pesantemente minacciato l’Iran più volte, dichiarando di volerlo mandare in bancarotta.