
Partito il disgelo tra Stati Uniti e Russia. Licenziato Zelensky, un “dittatore e comico mediocre” per Trump. Un flop i summit di Macron (Fonte Ansa) - Blitz Quotidiano
Le ragioni per le quali gli Usa non vogliono gli europei (almeno per ora), nei negoziati con la Russia per porre fine alla guerra in Ucraina, sono da ricercare nel rapporto che l’amministrazione Trump ha avuto fin da subito con l’Europa stessa.
Il Vecchio Continente viene marginalizzato in una strategia che tende a separare e indebolire l’Unione Europea, istituzione che da sempre non viene vista di buon occhio dalle amministrazioni Usa (e anche dalla Russia, ma questo è un altro discorso). Quello che si teme è che anche l’Europa possa diventare un giorno una superpotenza che negozia alla pari con Usa, Russia e Cina. E infatti gli Stati Uniti, che ora ci chiedono di spendere il 5 per cento del nostro Pil nella Difesa, sono da sempre grandi oppositori alla possibilità che l’Europa si faccia un suo esercito.
Spaccare l’Europa, dal punto di vista economico significa negoziare direttamente con 27 paesi piuttosto che con una sola grande entità. Ne è una dimostrazione la trattativa tutta italiana sui satelliti SpaceX, che si sarebbe svolta direttamente tra la Meloni e il suo amico Elon Musk. La Ue che ruolo ha giocato in questa trattativa? Nessuno.
L’Unione ha delle regole ben precise che impongono, ad esempio, di non acquistare determinati prodotti agricoli americani perché fatti con gli Ogm da noi proibiti. Di esempi se ne potrebbero fare decine. E quando il vicepresidente Usa JD Vance dichiara che l’Europa ha troppa burocrazia, si riferisce proprio a questo: a quelle regole, seppur minime, che l’Unione e l’Europa in genere si è data a garanzia dei suoi cittadini. Regolamenti e lacci che bloccano parte dello strapotere dei grandi gruppi economici (vedi i colossi dell’informatica), che nella maggior parte dei casi sono proprio americani.
Tornando alla questione della guerra in Ucraina, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Michael Waltz, in un’intervista alla rete amica Fox News, ha spiegato il ruolo che l’Europa avrà nel processo che dovrebbe portare alla pace in Ucraina.
Al vertice che si terrà a Riad in Arabia Saudita, dovrebbero incontrarsi solo le delegazioni russe e americane tagliando fuori anche l’Ucraina stessa.
Forse ci saranno Donald Trump e Vladimir Putin stessi. E l’Europa? Secondo Waltz, durante i negoziati si terrà conto dell’opinione degli europei sul conflitto, anche se ha ammesso che potrebbero non apprezzare tutto ciò che sarà detto o fatto. Queste le sue parole: “Ora, a loro potrebbe non piacere una parte della sequenza che sta avvenendo in queste negoziazioni, ma devo respingere qualsiasi idea che non siano stati consultati. Lo sono assolutamente”.
Waltz ha poi affermato che il processo di pace sarà guidato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, mentre le garanzie di sicurezza a lungo termine dovrebbero essere fornite dall’Europa. Come a dire che a Trump l’onore, mentre all’Europa l’onere della pace.

Le parole di JD Vance sull’Europa
Che idea abbia l’amministrazione Trump sull’Europa lo si capisce leggendo quanto dichiarato proprio da Vance durante la conferenza sulla sicurezza che si è tenuta a Monaco. Salendo in cattedra ha impartito lezioni di democrazia al Vecchio continente, attaccando l’Europa in modo frontale, dall’immigrazione alla libertà di parola fino all’esclusione dell’estrema destra, finendo per minimizzare il ruolo della disinformazione russa.
Il giovane vicepresidente ha esordito dicendo che “a Washington c’è un nuovo sceriffo” ed ha sottolineato che “con la leadership di Trump potremmo non essere d’accordo con voi, ma vogliamo discutere con voi”, perché in fondo “siamo nella stessa squadra”.
Dalle sue parole è emerso che Usa ed Europa stanno giocando due partite diverse. Vance ha accusato i leader europei di aver abbandonato le proprie radici di “difensori della democrazia” durante la Guerra fredda, e in particolare di zittire le voci dissenzienti “nascondendosi dietro brutte parole dell’era sovietica come disinformazione”.
E qui torniamo alle regole che non piacciono agli Usa. Nel mirino del vice di Trump sono infatti finiti gli ampi poteri presenti in Europa per moderare i contenuti online e alcune restrizioni applicate in Germania, Svezia, Regno Unito, ma anche negli Usa di Biden.
C’è stata anche una bordata contro l’annullamento delle presidenziali in Romania “sulla base dei deboli sospetti su un’agenzia di intelligence (russa, ndr) e dell’enorme pressione dei Paesi vicini”. “Se pensate che la democrazia possa essere distrutta con la pubblicità digitale di un Paese straniero, allora la vostra democrazia non è molto forte fin dall’inizio”, ha detto Vance.
Per spaccare l’Europa, meglio agevolare politicamente partiti dichiaratamente anti-europeisti. La conferenza si è tenuta a Monaco e l’Afd, il partito di estrema destra tedesco noto per le sue posizioni che riabilitano il nazismo, non è stato invitato. Vance non ha risparmiato critiche agli organizzatori della Conferenza per aver impedito a questo partito di prendere parte all’evento. Il vicepresidente, usando molta diplomazia, ha detto che “non dobbiamo essere d’accordo… ma è nostro dovere almeno partecipare al dialogo con loro”.
Insomma, nei rapporti tra l’Europa e gli Stati Uniti si apre un momento storico molto complesso. Come finirà la partita tra le due sponde dell’Atlantico, da sempre storicamente alleate?