“Va rivalutata anche la sconfitta in Liguria – dice, intervistato dal Corriere della Sera, Pier Luigi Bersani -. Ho letto tante scempiaggini, ma li sappiamo leggere i numeri? La volta precedente avevamo perso con 18 punti di distacco. Abbiamo compiuto un incredibile recupero. Sta accadendo qualcosa nel Paese, c’è una movida”.
“Questa movida che spinge per un’alternativa esiste eccome nel Paese – aggiunge -. Gli elettori sono più avanti del processo politico. Attualmente il carro è davanti ai buoi e nell’attesa che il centrosinistra metta i buoi davanti al carro, la gente premia il Pd, il partito che mostra più consistenza, quello più orientato all’alternativa e più unitario”.
La Quercia con i suoi cespugli? “Ma non è mica un destino – risponde Bersani -. Il campo si può allargare. Bisogna recuperare quote di elettorato andando a cercare nel grande mare dell’astensione. Vota meno chi sta peggio. Lì c’è un grande campo per la sinistra nelle sue diverse espressioni. Con i voti saremmo davanti come alle Politiche del 2022. Ma con un processo politico da compiere. Per farlo dobbiamo essere uniti”.
Nel Pd ci sarà davvero chi ritiene di chiudere la partita fagocitando l’elettorato M5s: “Chi lo pensa, sbaglia. Non è un elettorato assorbibile dal Pd. Piuttosto va verso l’astensione. E invece dal Movimento può arrivare una formazione di sinistra di nuovo conio, che attinga a loro antiche sensibilità. Ci sono state battaglie che hanno combattuto, a volte in modo scomposto, ma che hanno un senso. Ambiente, partecipazione, povertà, sobrietà della politica sono questioni vive”.
Per Bersani però per vincere “servono anche profili liberaldemocratici. Calenda? A me andrebbe bene se non volesse comandare. Renzi? Io sono accogliente. Mettiamo nel conto i ravvedimenti operosi. Sala può essere uno di questi protagonisti. Le forme possono essere diverse. La cosa che conta è che ci siano garanti di un fronte liberale”.