Pier Silvio Berlusconi e la tentazione della politica: per ora striglia Tajani e sorride a Meloni. Si o no? Le piacerebbe seguire l’esempio di suo padre? Pier Silvio Berlusconi non si tira indietro: “Sento il fascino della politica, inutile negarlo. Però oggi sarebbe un suicidio”.
Queste parole somigliano tanto ad uno “stop and go” della formula uno. Ora, è escluso, ma dopo, magari quando il Paese riavesse il desiderio di un grande centro.
L’amministratore delegato di Mediaset tira il freno, non va più in là. “Quello che posso smentire categoricamente è che io abbia ordinato dei sondaggi per verificare il grado della mia popolarità”.
In futuro, questo fascino che è nel Dna di Pier Silvio avrà la meglio sulla sua reticenza? Eccolo l’interrogativo che si porrà forse un domani non troppo lontano.
Forza Italia non si tradisce, ci mancherebbe altro. Ma dovrebbe essere più moderata di oggi, malgrado Antonio Tajani abbia fatto di tutto per raggiungere questo obiettivo.
Sostiene: “Alle prossime politiche raggiungeremo il venti per cento continuando a spostare l’attuale alleanza dove noi vogliamo. I primi passi sono stati già compiuti. Solo chi non ha occhi può nasconderlo”.
Le parole di Pier Silvio sono una tirata d’orecchi per il segretario del partito creato da papà Berlusconi? Ufficialmente non si saprà: nessuno aprirà bocca per paura di uno sfascio. Ma la circostanza che Tajani si sia affrettato a telefonargli vuol dire che qualche campanello d’allarme lo abbia sentito e messo in guardia.
L’obbiettivo è sempre quello: un ritorno ad un orientamento più pacato. Non più Guelfi e Ghibellini, ma semplicemente avversari con cui discutere pacatamente senza il parlare violento dei nostri giorni.
“Quello che era una volta il dibattito che divideva Democraza Cristiana e Partito Comunista. D’altronde lo stesso patron di Forza Italia aveva sempre predicato di voler essere a capo di una forza non estremista anche se certamente conservatrice lontana dagli ideali della sinistra.
Il sogno rimane questo e anche se Pier Silvio nega il suo ingresso in politica, il futuro potrebbe essere diametralmente opposto. Solo il giorno, però, che una pietra tombale fosse messa sul passato mussoliniano.
E’ possibile tutto questo con una premier che non è d’accordo al cento per cento con un dirizione del genere? “Meno male che c’è Meloni”, risponde con un sorriso ricordando il ritornello che i fans cantavano a suo padre.
“L’esecutivo è stabile ed è di enorme importanza per l’industria del nostro Paese”. Che cosa vuol significare? Potrebbe essere Giorgia a guidare una coalizione del genere? Nessuna risposta, nemmeno a quella che gli chiede un nome del “futuro centro”.
Solo il domani (più o meno prossimo) potrà dire se il primogenito di Berlusconi possa compiere il grande salto dall’industrria alla politica, né più, né meno di quello che fece suo padre. Il quale ha avuto l’”onore” di aver intestato l’aeroporto di Milano. “Sono stati sbagliati i tempi e i modi”, dice. “Bisognava agire con maggiore raziocinio”.
Comunque, un pensiero lo riserva al sindaco Sala che ha avuto parole di fuoco per quella decisione”. “Farebbe meglio a governare la sua città”, sostiene. Piena di buche, con un traffico caotico e poca pulizia.
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