Politica armata. Si può ancora parlare di alleanza fra i tre partiti che formano la maggioranza? Se non è guerra poco ci manca.
Matteo Salvini vuole scavalcare a destra Giorgia Meloni e parla apertamente di un fallimento sul problema dei migranti.
Giorgia fa finta di non essere adirata per l’invito di Marine Le Pen a Pontida.
Antonio Tajani è furibondo contro il segretario della Lega per la sua virata troppo a destra.
Nel Carroccio, infine, c’è molta maretta perché non piacciono le ultime decisioni del loro “number one”.
C’è da preoccuparsi per Palazzo Chigi? Probabilmente no, ma è fuor di dubbio che questa campagna elettorale per le europee non aiuta l’esecutivo. Per un pugno di voti la maggioranza si sgretola e a sinistra si brinda. Elly Schlein è in paradiso perché ritiene che la sua politica sta dando i primi frutti.
Allora: si chiedono i sostenitori della maggioranza, non è venuto il tempo di smetterla con queste liti da cortile?
In molti puntano il dito contro Salvini perché ritengono che la sua attuale acredine è frutto di un sorpasso che a lui non è mai andato a genio. Per quale ragione Giorgia siede a Palazzo Chigi e lui ha dovuto ingoiare questa amara pillola?
Ecco, dunque, che capita l’occasione dei migranti: a Salvini fa molto comodo per una sua rivincita. Il problema di Lampedusa si fa ogni giorno sempre più insistente. In quel meraviglioso Paese, diventato “obtorto collo” il confine d’Europa, i profughi che vi approdano sono migliaia. Più che la popolazione dell’isola.
Matteo gongola? Non lo dà a vedere, naturalmente, però sotto sotto non può negare che questo passo falso della Meloni lo incoraggia a continuare il braccio di ferro per la leadership della coalizione.
L’opposizione si frega le mani, non avrebbe potuto avere un assist migliore. Però, nonostante queste crepe, il presidente del Consiglio è ben saldo in sella. Al contrario del suo partito che i sondaggi danno in leggera flessione.
Così, Via del Nazareno diventa ottimista, malgrado le crepe che ancora l’assillano. Correnti, correntine, litigi continui, polemiche. Una parte del Pd accusa la Schlein di essere un’antidecisionista: un giorno la pensa in un modo, ventiquattro ore fa un passo indietro.
Questa sinistra-sinistra ha speranze di ribaltare la situazione? No, se i tre alleati che siedono in Parlamento la smettono di punzecchiarsi e di dividersi.
I problemi sono tanti e la Meloni deve difendersi ogni giorno dalle accuse degli avversari. Prima, il familismo, poi la benzina che è giornalmente sopra i due euro al litro, l’inflazione, il carrello della spesa che non accenna a diminuire, il salario minimo, gli extraprofitti: tutti i nodi che dovranno essere sciolti in questo autunno in cui campeggia la finanziaria.
Ed anche sulle tasse alle banche la destra non è d’accordo e ad alzare la voce è il vice premier Antonio Tajani il quale non è in sintonia con il parere di Fratelli d’Italia.
Dunque, la speranza della politica è nascosta nella disegnazione di Mario Draghi in uno degli impegni più prestigiosi d’Europa. Giorgia ha sempre fatto capire quanto lei sia vicina alle idee dell’ex premier.
Quindi, il futuro binomio potrebbe dare un volto nuovo a Bruxelles e dintorni ancor prima delle elezioni della prossima primavera. In parole semplici, si può affermare che i giochi sono in pieno svolgimento, ma che la Meloni ha ancora un buon margine di vantaggio.
Insomma, per dirla tutta, questa Italia è più vicina alla vecchiaia o alla giovinezza? C’è chi dice che la vecchiaia è una bellissima età. Se non altro perché l’alternativa è la morte.
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