Che cosa è che non va nella politica italiana? È questo continuo atto di belligeranza che c’è fra maggioranza e opposizione o, meglio, fra destra e sinistra.
Al posto di un civile dibattito in cui si difendono le proprie posizioni, una guerra continua con colpi bassi e affermazioni che allontanano i due schieramenti, invece di trovare un accordo che possa risolvere i problemi degli italiani. Che è quello che vogliono tutti.
Non passa giorno, per non dire ora, che le accuse non diventino sempre più violente. Qualsiasi appiglio è buono per innescare una polemica e trovare il modo di mettere in difficoltà l’avversario (si badi bene non il nemico). I nodi che verranno al pettine sono tanti e se ne dovrà cominciare a discutere da subito, già nel mese di settembre.
Come, se tra le due forze politiche non c’è nulla che le accomuni? Ci vorrebbe solo un po’ di buon senso, oltre che il saper far politica, per raggiungere quei risultati che tutti auspicano per crescere e compiere il salto di qualità che spetta ad un Paese come il nostro.
Dunque, di che si discuterà nelle prossime settimane? Elenchiamoli i problemi che aspettano la politica per essere più chiari. Innanzitutto, il salario minimo tanto caro a Elly Schlein e Giuseppe Conte. Il divario è di pochissimi euro. Per l’opposizione è di nove euro. Giorgia Meloni non risponde di no, ha rimandato la discussione in autunno per trovare la quadra ed ha chiesto aiuto al Cnel presieduto dall’ex ministro Renato Brunetta.
“E’ un ente assolutamente inutile”, sostiene l’opposizione, “tanto è vero che già ai tempi del governo guidato da Matteo Renzi se ne chiedeva l’abolizione”. Okay, lasciamo stare i veti e le contrapposizioni, non si potrebbe trovare in un amen un accordo che accontenterebbe maggioranza e opposizione?
Non si può prolungare una guerra all’infinito per una questione di lana caprina. Il problema non è “vinci tu, perdo io”. Qui, al contrario, si deve andare alla ricerca di un patto che accontenti i fautori della Schlein e quelli della premier.
I migranti: in questo caso non si può pensare di risolvere un problema così delicato che deve coinvolgere non solo l’Italia. Quindi, si deve inchiodare l’Europa alle sue responsabilità ed alle sue promesse. Un risultato che si può raggiungere soltanto se il nostro Paese non mostri divisioni, ma compattezza.
Certo, il fenomeno non è di adesso, coinvolgerà il mondo anche in futuro per la povertà di molte zone dell’Africa. Allora, bando alle ciance ed alle inutili polemiche. Si organizzi un convegno, una riunione a cui nessuno dovrà mancare e si arrivi ad una conclusione che si protragga nel tempo.
Tasse sugli extraprofitti delle banche: una misura più che sacrosanta a detta di quei giovani che chiedono invano un mutuo per costruirsi una famiglia. In questo caso la matassa è ancora più intricata, perché i 5Stelle plaudono all’iniziativa e aggiungono che “è arrivata troppo tardi”.
Stavolta a mettersi di traverso è un partito della maggioranza, più precisamente Forza Italia, che, al contrario, vorrebbe trovare un rimedio per venire incontro alle esigenze degli istituti di credito.
Ecco un altro nodo che rende difficile qualsiasi decisione della destra o della sinistra, perché fra queste forze non c’è una idea precisa che accomuni il loro pensiero. Così è con la Schlein, così è con Giorgia che deve sudare le proverbiali sette camicie per evitare pericolose divisioni interne.
Lo stesso è per la flat tax che dovrebbe trovare uniti tutti i partiti per diminuire una tassazione troppo alta. Un esempio emblematico: perché far pagare ai pensionati una somma su cui hanno già avuto un prelievo quando lavoravano a tempo pieno?
Infine, il bilancio che è davvero lo scoglio più pericoloso per il governo e la sua politica. I ministri Fitto e Giorgetti hanno dichiarato che bisognerà trovare una soluzione per poter affrontare i diversi problemi. Le casse dello Stato non godono di buona salute ed allora una volta per tutte si lascino da parte le bandierine che vogliono significare vittoria e si pensi al bene del Paese.
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