Politica Italiana

Ferragosto, riflessioni di un saggio rimasto a casa: raccattapalle aboliti in serie A e B, che scemenza

Ferragosto, riflessioni di un saggio rimasto a casa: raccattapalle aboliti in serie A e B, che scemenza 

Ci sono due modi per trascorrere il Ferragosto, il giorno più festaiolo dell’anno.

O essere attratto dall’ammucchiata e andare in spiaggia dove per fare un bagno a mare devi chiedere permesso.

O altrimenti aspettare quattro ore al ristorante per mangiare un piatto di lasagne che non sanno di niente.

O, infine, da saggi, rimanersene in santa pace a casa per riflettere sugli argomenti che di recente ti hanno più incuriosito.

Lasciamo stare la politica: un giorno di vacanza spetta anche a coloro che la seguono e debbono informare l’opinione pubblica.

Ecco, con franchezza, ci siamo meravigliati nel leggere che sui campi di calcio non saranno più presenti i raccatapalle.

Siamo alla vigilia del campionato di serie A: milioni di tifosi non aspettano altro pure a dispetto del clima afoso e asfissiante. Ebbene, i dirigenti che si occupano di football hanno stabilito che non vedremo più questi ragazzotti di un tempo andato. Forse a chi è giovanissimo la notizia non farà né caldo, né freddo.

La fine dei raccattapalle decisa a Ferragosto

Ferragosto, riflessioni di un saggio rimasto a casa: raccattapalle aboliti in serie A e B, che scemenza  – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Ma chi è da anni un assidio spettatore e non perde un incontro nemmeno se nevica o piove a catinelle, è un particolare che dimostra come non sia cambiato soltanto il modello di gioco (chi ha dimenticato il vecchio e caro metodo?) ma anche certe consuetidini che erano ormai diventate una regola.

Allora, si è concordato di abolire i raccattapalle:  sono inutili, fanno solo perdere tempo alla squadra ospite nel caso in cui stia perdendo.

In compenso, i giocatori troveranno i palloni sistemati in ceste che saranno sistemate lungo tutto il terreno di gioco.

Peccato, facevano parte del “sistema”, amati e coccolati dai tifosi di casa che li invitavano a essere furbi ed a perdere minuti preziosi che potevano significare la vittoria e quindi i due punti in classifica (i tre per una vittoria non erano ancora stati inventati).

Sorge spontaneo un interrogativo da porre a chi ha preso tale decisione: si pensa forse che non ci saranno più i furbetti? Che non avverranno  perdite di tempo se il pallone finisce in fallo laterale o oltre la linea di fondo?

Se è questa la loro opinione, il tempo farà giustizia. E magari non ci saranno più campioni del futuro invogliati dagli assi che potevano ammirare da vicino. Quanti sono, ad esempio, quei raccattapalle di un circolo di tennis che sono poi diventati  vere promesse della racchetta?

Non facciamoci travolgere dalla memoria e guardiamo al presente. E’ noto che è difficile uscire dal proscenio quando gli applausi non sono più quelli di una volta.

Ma un vecchio e saggio proverbio dice che quando le luci si spengono non si può rimanere sul palcoscenico.

Viale del tramonto

E’ così per tutti: attori e attrici, divi di uno sport, politici, manager e giornalisti compresi. La vita ha determinati confini di anni oltre i quali non si può andare.

Però, è dura lasciare il successo e strappare un titolo a una colonna su un giornale o una comparsata su un film di seconda o terza serie.

Perciò, fa quasi tristezza vedere Federica Pellegrini apparire di frequente come protagonista di spot pubblicitari.

Lei è stata una grandissima campionessa che ha dato tanto prestigio all’Italia. Vittorie a go- go, titoli a non finire. Insomma un mito. Allora, perché favorire un prodotto solo perché si continua ad apparire in tv e gudagnare qualche euro?

Meglio sarebbe lasciare questa strada e imboccarne un’altra, ad esempio da commentatore dello sport a cui hai dedicato la tua giovinezza.

Così ugualmente si può rimanere di stucco se apprendi che un uomo o donna che fanno parte della politica accettano di partecipare a “Ballando con le stelle”, solo perché è un programma ad alto indice di ascolto.

Per farla breve e non annoiare quei pochi che leggeranno queste righe chiusi in casa o sotto l’ombrellone: ci si deve fare una ragione se i tempi sono cambiati ed i giovani hanno preso il testimone e  corrono per raggiungere il traguardo sempre sognato. Come i rattacapalle bisogna uscire dalla scena e non intristirsi, pensando magari agli allori di un tempo che fu.

Provincia di Cremona

Published by
Bruno Tucci