Ma, insomma, che cosa vuole Antonio Tajani? Negli ultimi tempi si atteggia a bastian contrario. Su qualsiasi iniziativa del governo ha da ridire. Temporeggia, tentenna, ritiene che bisogna riflettere.
Passano giorni e il silenzio continua. Poi, improvvisamente, dice no alle proposte di Giorgia Meloni. Non è un no secco, è un ni, che non vuole bocciare un qualsiasi progetto, solo rimandarlo di qualche tempo.
Così, il rinnovamento latita, tutto si vedrà quando la situazione sarà più chiara. Che cosa voglia significare questo continuo rinvio sanno spiegarlo in pochi, però è un fatto che il vice premier non torna indietro e talvolta sembra essere all’opposizione.
Forse ha varcato il Rubicone? No, ma non c’è dubbio che a Palazzo Chigi qualche interrogativo se lo pongono. La fase ondivaga del ministro degli Esteri comincia quando si affaccia l’idea di un diverso diritto di cittadinanza. Si debbono accorciare i tempi, un bimbo nato in Italia non può aspettare i suoi 18 anni per far domanda di essere considerato un italiano.
Mloni e Salvini d’accordo contro Tajani
Meloni e Salvini vanno finalmente d’accordo: “Non è nel programma di governo, se ne parlerà a tempo debito”. Tutto risolto? Nemmeno per sogno, perchè Tajani la pensa diversamente, è più vicino alle posizioni della sinistra.
C’è sconcerto nell’esecutivo, ma quando si chiede una spiegazione al numero uno di Forza Italia, la risposta è eloquente: “Non possiamo essere considerati dei conservatori superati dal tempo. Il progresso cambia i vecchi progetti”. A farla breve se non è un no, poco ci manca.
Che succede? Elly Schlein, assai furbescamente, porta la proposta in aula. Con l’aiuto dei berluscones si metterà in crisi la maggioranza. La segretaria però ha fatto i conti senza l’oste, perchè al dunque Tajani vota insieme con i meloniani e i leghisti.
Sospiro di sollievo che dura lo spazio di un mattino. Infatti qualche giorno dopo, il problema torna sul tappeto perchè il nostro responsabile della diplomazia fa una nuova marcia indietro e insiste su quei diritti che non si possono negare ai giorni nostri.
Imbarazzo a Palazzo Chigi, fino a quando Forza Italia fa un nuovo passo avanti: “Presenteremo noi un progetto sullo ius scholae diverso da quello della sinistra”. Dopo le medie i ragazzi figli di stranieri residenti qui da noi potrebbero aspirare a diventare italiani.
Iniziativa fantasma
Di questa iniziativa nessuno sa nulla, sembra essere stata ingoiata da altri problemi ben più urgenti. Quali, ad esempio? La manovra su cui il ministro Giorgetti lavora da tempo.
Ora siamo agli sgoccioli, bisogna sapere e lui risponde: “Dovremo sacrificarci un po’ tutti. Imprese, banche e industrie”. Poi anche i privati? L’Italia tuona quando si vogliono mettere le mani in tasca alla gente, più ricca, naturalmente.
Il ministro si fa più prudente: “Non ci sarà un aumento delle tasse, ma un prelievo o, se volete un aiuto, sui profitti giusti. Lo stiamo studiando”
Ci risiamo: Tajani si infervora, le banche non si toccano. Il motivo è presto spiegato. Mediolanum è un istituto di credito caro alla famiglia Berlusconi. Gli eredi hanno subito alzato la voce perché insieme con il tentativo di privatizzare la Rai, tutto questo sembra andare contro gli interessi di Forza Italia.
A meno che il futuro che sogna Tajani sia ben altro: quello di far nascere un nuovo centro moderato, erede della vecchia Dc. Aiutato in questo progetto da Matteo Renzi e Carlo Calenda in primis; insieme con quei dem che non amano nemmeno un po’ Elly.
Idea ambiziosa senza la minima possibilità che possa riuscire? Chissà? In politica tutto è possibile, il vice premier lo sa e quindi tenta.Se avrà successo nessuno può prevederlo.