Il Ministero dell’Interno ha assegnato la scorta all’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, in seguito alle minacce ed agli scontri per la sua presa di posizione a sostegno di Israele. Non si spegne dunque l’eco della dichiarazione del rapper Ghali dal palco di Sanremo, quello “stop al genocidio” (riferito alla guerra condotta da Israele sulla Striscia di Gaza dopo il massacro di civili israeliani del 7 ottobre scorso). Obbligate le proteste indignate dell’ambasciatore in Italia di Israele. Di qui il comunicato Rai di totale adesione alla politica di sicurezza israeliana vergato dall’ad Rai Sergio e letto in diretta a Domenica In da Mara Venier.
Comunicato che a sua volta ha scatenato la reazione di un fronte largo di sostenitori della causa palestinese che ha gridato alla censura, con Ghali issato sull’altare dei martiri della libertà di espressione, anche quella di maneggiare senza la necessaria cura parole come “genocidio” un po’ più complicate di una rima o di un flow. Quindi manifestazioni davanti alle sedi Rai, fino alle minacce personali. Senza dimenticare lo sbalordimento, per stare bassi, della presidente Rai Marinella Soldi che per nulla ha gradito di non essere consultata per quel fin troppo zelante comunicato direttamente ispirato da Palazzo Chigi.
La catena degli eventi descrive una battaglia, forse meglio dire una scaramuccia, ideologica nel senso deteriore perché promossa con gli stessi criteri inutilmente polarizzanti che di solito attribuiamo ai ciechi algoritmi che moltiplicano le prese di posizione più estremiste e relegano al silenzio quelle più documentate e concilianti. Scaramuccia difficilmente sovrapponibile alla guerra vera, ai pogrom veri e ai bombardamenti veri, senza avvertire almeno un pizzico di vergogna. Tra palco di Sanremo e realtà di Gaza, tra un conflitto secolare e le eterne beghe Rai, tra Netanyahu e Mara Venier o tra Hamas e Ghali, è chiaro il corto-circuito grottesco tra dimensioni culturali inconciliabili.
È all’attenzione della Procura di Roma una informativa delle forze dell’ordine in relazione alle minacce ricevute dall’ad della Rai Roberto Sergio e ad alcuni suoi familiari dopo il suo comunicato sulla guerra in Israele.
L’incartamento è all’attenzione del procuratore capo Francesco Lo Voi. Non esclusa l’apertura di un fascicolo d’indagine nelle prossime ore.
“Stop genocidio”, “Meloni assassina”, “Rai assassina”. Questi i cori dei manifestanti a sostegno della Palestina riuniti a Viale Mazzini. I partecipanti hanno appeso due striscioni sui cancelli della tv pubblica, uno con la scritta ‘Diritti e libertà per il popolo palestinese’ e l’altro con la scritta ‘Rai televisione israeliana’.
“Quello di Sergio era un comunicato osceno che era una velina del governo israeliano – hanno detto dai megafoni rappresentanti di Potere al Popolo e delle comunità palestinesi romane -. Vogliamo una TV pubblica diversa, chiediamo di raccontare quello che sta avvenendo nella Striscia di Gaza. Siamo a 30 mila morti, è una situazione oscena”. “Vogliamo dire a tutti, giornalisti e polizia, che saremo sempre qui – hanno detto rappresentanti degli studenti romani -. I manganelli non ci spaventano. Continueremo sulla nostra strada”.
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